A fare da sfondo una tovaglietta di panno in lino del corredo di casa, con applicazioni all’ uncinetto fatte quando ero una giovane fidanzata e preparavo la mia “cassa” da sposa prossima. Sopra, il ciambellone del nonno, con la pretesa di essere come quello che piaceva molto ai miei ex bimbi i quali a turno, mandavo a comprare da Renata. Non ho mai saputo quale sia stato il segreto per far sì che il mio ciambellone del nonno, avesse lo spesso sapore di quello comprato alla pizzicheria quattro passi più in là del nostro negozio di abbigliamento. Forse non lo scoprirò mai, se qualcuno me lo svelasse ne sarei contenta. Intanto io l’ho fatto così. Ho montato tre uova di galline felici con 150 grammi di zucchero, molti montano prima gli albumi e uniscono i rossi, ma per me non cambia un granché, ho unito 120 grammi di latte, 120 grammi di olio di girasole, 225 grammi di farina e 220 grammi di di fecola, una bustina di lievito per dolci un po’ di buccia di limone, ho mescolato ed ho aggiunto aroma di mandorle e pezzetti di cioccolato fondente infarinati. Ho versato nello stampo unto di burro e di pezzetti di mandorle ed ho cotto a 180 gradi per 40/45 minuti coprendo con un foglio di alluminio a metà cottura. È buono lo stesso il mio ciambellone del nonno, ma per il primo genito non è come quello comprato da bambino! Ricordo, nostalgia e malinconica insieme? Può darsi! Lo scoprirò il segreto? O sarà mantenuto segretamente da chi lo conosce?
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