C’era una volta mia cugina molto più grande di me, io ero la sua “frichìna” la sua bambina, alla quale voleva molto bene e le insegnava un mucchio di cose, come farsi bella ed essere sempre ordinata ed il ballo, lei essendo molto brava fu presa nel corpo di ballo nella rivista musicale che a quei tempi andava di moda anche nel nostro piccolo paese. Lei faceva la casalinga come tutte le ragazze di quel tempo, ma sapeva anche ricamare e cucire. Nel nostro piccolo paese, come negli altri piccoli centri, c’erano le suore che gestivano l’asilo e nel pomeriggio accoglievano le giovani ragazze per insegnare loro l’arte del ricamo. Mia cugina era una di questa, come più tardi diventai io stessa frequentatrice del dopo scuola e quello fu un dono prezioso perché imparai a fare qualche punto di ricamo e scoprì la passione per i lavori manuali che nel corso della mia vita ho affinato. Mia cugina essendo molto bella, aveva molti ragazzi che le facevano la corte, lei però trovava sempre i difetti ad ognuno e finiva per scacciarli tutti. Passavano gli anni, una decisione doveva prenderla, o rimanere zitella, perché allora passati i venti anni poco più, una ragazza era considerata “rmasta “, non più da marito o scegliere quel che era rimasto sulla piazza. Si sposò con un ragazzo più grande di lei ma che poteva darle oltre l’amore, una sicurezza anche economica, quasi nessuna ragazza aveva un reddito. Lei si spostò dal nostro paese ed andò ad abitare in un altro poco lontano da me. Fu un grande dolore quello per la frichina che ero ancora, non potevo più vederla tutti i giorni e non potevo più andare a dormire con lei nella grande camera che sua madre, mia zia essendo rimasta vedova da giovane sposa aveva lasciato a lei per darle la possibilità di dormire sola avendo anche dei fratelli. Mia zia aveva preferito dormire in una piccola cameretta da sola. Nel tempo avendo anch’io cominciato un lavoro nello stesso paese di mia cugina sposata, potei avere la gioia di ricominciare a frequentare la sua casa e stare con lei. Una volta o due rimanevo a pranzo da lei, nella sua casa tirata a lucido come uno specchio, imparai una torta che lei chiamava ” torta di tagliatelle”. Lei prima di mettersi ad impastare, metteva un grembiule bianco e profumato di bucato fatto a mano, raccontava la ricetta non solo con le parole ma anche gesticolando con le sue mani lunghe ed affusolate che volteggiando, lasciavano immaginare la discesa di una bianchissima e finissima farina e di zucchero sopra la spianatoia, insieme alle uova sgusciate, ed ancora i suoi polpastrelli che sbriciolavano il burro e finiva per impastare una dolce e setosa pasta. La sua era una descrizione mimata lentamente per filo e per segno. Lei era una giovane sposa serena e decisa a formare una bella famiglia, purtroppo il destino non è stato molto buono con lei, le ha procurato tanto dolore, dolore che ora nella sua vecchiaia è sempre di sua compagnia e quando capita di andare a trovarla, quel viso radioso per la gioia di rivedere la sua frichina, mentre mi porta a rivedere i suoi ricordi “esposti”, nella sua camera da letto divenuta un reliquiario, quella gioia temporanea si tramuta in pianto struggente. Jèjia non ha più lacrime e con santa pazienza religiosa attende il ricongiungimento con la sua creatura.
Adesso con il cuore e la mente rivolti a lei, raccontiamo la torta di tagliatelle e mandorle
Ingredienti
Per le tagliatelle
250 grammi 00 di farina setacciata
Un pizzico di sale
25 grammi di zucchero
Due cucchiai di latte freddo
Un uovo intero e due tuorli di galline felici
Per la crema al burro e mandorle
Due cucchiai di zucchero
50 grammi di burro
Due tuorli
150 grammi di mandorle
Un bicchierino di amaretto o di un altro liquore
Zucchero a velo
Preparazione
Frulliamo finissime le mandorle pelate, montiamo due tuorli d’uovo con due cucchiai di zucchero e la buccia di limone, uniamo le mandorle ed il liquore.
Impastiamo la farina, il sale e 25 grammi di zucchero insieme a due cucchiai di latte un uovo intero e due tuorli. Lavoriamo la pasta fino ad ottenere una pasta liscia e soda come quella delle tagliatelle. Se risultasse troppo dura, uniamoci un po’ di latte. Lasciamo riposare la pasta coperta da una ciotola per un po’ di tempo, la stendiamo una metà per formare il fondo della torta, ed il resto con la macchinetta in uno strato sottile che tagliamo come dei tagliolini. Nello stampo foderato di carta forno stendiamo il disco di pasta, uno strato di crema al burro e mandorle ed uno di tagliatelle, spolveriamo di zucchero e di fiocchetti di burro, mettiamo ancora un po’ di crema al burro e mandorle zucchero e fiocchetti di burro chiudiamo con le tagliatelle ed ancora la crema di burro mandorle messa a fiocchetti, non deve essere spalmata dato che ci sono le tagliatelle. Mettiamo a cuocere a 170 / 180 gradi per quasi 40/45 minuti. Lasciamola raffreddare e mettiamo la torta nel piatto di portata. Spolveriamo di zucchero a velo al momento di servirla.
Questa torta può essere anche farcita con della marmellata di arance unendo sempre le mandorle tritate. Scegliete voi. Con la marmellata si accorcia il tempo di lavorazione perché non c’è da fare la crema al burro e mandorle.
Nell’attesa di tempi migliori vi auguro una serena continuazione di vita.
Buona vita, buona torta di tagliatelle alla crema di burro e mandorle ❤️