C’era una volta la torta antica, quella semplice fatta con le uova di galline felici, c’erano solo quelle a quei tempi perché eravamo tutti felici. La pizza sbattuta la chiamavamo, chi lo sapeva che era il pan di Spagna? Mica c’erano lo chef e la Benedetta di turno che ci insegnavano!
Nostra madre faceva sempre la pizza sbattuta, ad ogni compleanno, ad ogni festa, per i battesimi, le comunioni, le cresime, gli anniversari del suo matrimonio. La serviva con lo squaglio, la cioccolata calda messa nelle tazzine di tutti i colori, lei faceva la bevanda sublime, sul pentolone con il cacao e lo zucchero che lasciava sciogliere con il latte freddo, la metteva a cuocere mescolando spesso per non farla bruciare sotto, sarebbe stato un grosso guaio, avrebbe dovuto usare ancora altro zucchero e tutto il resto, erano preziosi gli ingredienti mica poteva sprecare!
La pizza sbattuta lei la faceva sbattendo con la sola forza delle mani, prima le uova con lo zucchero, poi univa la farina, le chiare montate lavorando tutto delicatamente per non smontare il composto.
Nei tempi antichi lei andava a fare la pizza sbattuta al forno dei suoi genitori Damone e Catarì, quel posto con i gradini laterali su per la salita che portava alla chiesa della Madonna del Soccorso. Le donne di Petriolo facevano lo stesso, nessuno o quasi aveva il forno nelle case!
La pizza sbattuta si faceva anche per Pasqua, in molti parti della regione si mangiava anche con i salumi la mattina della resurrezione di Gesù. (Io mai lo farei)
Questo è una parte di quel racconto di una vita fa, ci sono molti episodi da raccontare, le poche persone rimaste in paese, non si ricordano neanche che c’era il forno con quel fornaio particolare perennemente con la sigaretta accesa in bocca e sboccacciato e di mano lesta con alcune massaie che si lasciavano andare quasi compiaciute del suo atteggiamento.
In questo diario gastronomico di ricette antiche, tramandate da nonna, madre e figlia e di ricette nuove di fantasia, troverete la ricetta della pizza sbattuta e delle creme, non occorre che la riscriva qui.
La diversità di quella già scritta è data dalle ciliegie sciroppose che ho fatto l’estate scorsa e dalle nocciole inserite nella crema al cioccolato. Per il resto bisogna lavorare di fantasia. Un particolare che ricordo è la siringa dei dolci, una sac a poche di quegli anni fine cinquanta ed inizio sessanta.
Sono stati anni meravigliosi, il ricordo di loro mi fanno passare la malinconia che a volte si tramuta in depressione per questo maledetto tempo che sembra non lasciarci più!
È la vita, questa però ha superato ogni limite, chi mai avrebbe immaginato una esistenza simile sull’orlo dell’abisso?
Buona vita, buona pizza sbattuta antica 🙏❤️
Qui trovate la ricetta 👇
Vi ricordo che per fare la crema al cioccolato e le nocciole, basta frullare queste ed unirle alla crema già fatta, potete mettere le ciliegie sotto spirito e bagnare ogni strato con un liquore o di ciliegie o di altro tipo.


