pappardelle

PENNE VERDI AI FORMAGGI

Sì cerca di non pensare al tempo attuale che ha portato la cosa più brutta che possa esserci al mondo! Terribile solo a pronunciare la parola, guerra, chi fugge di qua, chi fugge di là verso un popolo che ha perso la libertà dopo due anni di pandemia!

Ritorneremo alla miseria nera, alla morte di piccoli e grandi, alla distruzione di città e soprattutto alla paura di guerra nucleare!

Si va avanti pensando a quel che è stato il tempo passato perduto fra stupidità e superficialità, fra preoccupazioni che sembravano insormontabili ed invece, guardando indietro, capiamo quanto siamo stati egoisti ed anche stupidi!

È passato, non tornerà più quel tempo, resta solo la speranza che questa guerra finisca presto e non si espandi oltre!

Ci proviamo ad andare avanti nonostante le bollette stratosferiche che stanno arrivando togliendoci pure lui la possibilità di pensare al futuro…..come dico sempre, del diman non c’è certezza ed il resto ora è paura!

Stamattina c’era il sole nonostante fosse tanto freddo da diversi giorni e mi sono armata di coraggio cominciando le pulizie di Pasqua nella speranza che servano a pensare che sarà come prima!

Pulizia del frigo e del surgelatore, piccoli resti di formaggio, piccoli resti di verdure surgelate. Questa è l’occasione per cominciare a preparare la créscia de casció di Pasqua, ma intanto pensiamo al pranzo di oggi.
Mettiamo a bollire l’acqua per le penne, nella padella facciamo cuocere gli spinaci ancora surgelati con l’olio extravergine di oliva, profumi di erbe aromatiche, anche un po’ di “míntuccia”, fresca fresca, in un contenitore mettiamo il pecorino secco, il parmigiano reggiano e la feta, gli spinaci, uniamo l’acqua della pasta e frulliamo per formare una crema che rimettiamo nella padella degli spinaci. Scoliamo le penne, versiamole nella crema di formaggi e portiamo in tavola.

Buona, saporita e di poco costo, soprattutto veloce!

Buona vita, buone penne verdi ai formaggi! ❤️

Diario alimentare del tempo di coronavirus

Ventinovesimo giorno di reclusione.

Non c’è tempo migliore per dar fondo al surgelatore, una fatica non da poco, pezzo dopo pezzo, si tira fuori, si controlla, si scarta se c’è qualcosa da buttare, si cucina ciò che sta per scadere.

C’era il cinghiale che cucinato in bianco stava bene con le pappardelle, ma per farle c’era bisogno di alzarsi presto, cosa che a me non passa nemmeno per la mente.

Di questo tempo, non si chiude un occhio la notte. Allora? Spaghetti o così o cosà!

Per cuocere la carne di cinghiale, bisogna metterci tempo e pazienza. Dopo averlo tagliato a pezzetti, si deve farli frollare nel vino rosso con tutti gli odori. Alloro, cipolla, sedano, carote, erbe aromatiche bacche di ginepro. Si lascia così tutta la notte, la mattina, si tirano su i pezzi dal vino, si mettono a rosolare nell’olio extravergine di oliva, si toglie l’acqua che tira fuori la carne per evitare che questa abbia sapore troppo selvatico. Si rimette olio extravergine di oliva ed ancora a rosolare insieme a tutti gli odori della frollatura e alla carne macinata di vitello.

Attenzione non bisogna usare il vino nel quale era stato a bagno risulterebbe forte di sapore e di odore.

Una volta bello rosolato, si finisce la cottura con acqua o brodo caldo.

A parte cuocere le pappardelle e condirle con il cinghiale e parmigiano reggiano.

Buona vita, buone pappardelle al ragù di cinghiale. ❤️