rucola

Ravioli con primo sale stracchino e cubetti di pecorino fresco al profumo di petali di rose

Una volta le feste religiose comandate erano l’essenziale della nostra esistenza.

Non si lavorava, si assisteva alle cerimonie religiose con molta partecipazione, si stava in compagnia dei parrocchiani bevendo nel salone della sacrestia, uno squaglio fatto con il latte ed il cacao amaro oppure un bicchierino di vermut venduto nel bottiglione da due o più litri…….non mi ricordo più.

Insieme si sgranocchiavano le pastarelle secche anche vendute in grossi sacchetti di cellophane.

Si tornava a casa allora di pranzo, anche quello preparato appositamente per festeggiare l’occasione religiosa!

Nel giorno dell’Ascensione di Gesù che capitava sempre di giovedì dopo la quinta domenica dopo Pasqua, spostata alla domenica successiva in tempi di scristianizzazione del mondo, c’era la tradizione popolare di lavarsi il viso appena svegli con l’acqua alle rose.

La notte precedente la festa, si raccoglievano le rose, si sfogliavano e si immergevano in una bacinella piena di acqua. Si esponeva sul davanzale della finestra perché la notte ascendendo al Cielo, Gesù avrebbe benedetto quell’acqua alle rose. I petali di rose venivano donati ai vicini di casa che non avevano a disposizione roseti. Un modo di far partecipare anche loro alla benedizione di Gesù..

Nel giorno dell’Ascensione non si andava in campagna: sarebbero nate le ruche (i bruchi) nelle vigne.

La notte scendeva dal cielo come benedizione e portava l’abbondanza sui campi di grano. In questo giorno veniva raccolto l’assenzio; con quest’erba gli uomini ornavano i loro cappelli e le donne li appuntavano sul loro petto.

Ora non possiamo più far tutto questo, avendo meno tempo e soprattutto poco sentimento religioso, lasciamo che scorra la nostra vita senza lo scadere del ritmo degli avvenimenti che se anche da qualche parte resistono, a noi non interessano più.

Noi ci siamo a raccontare e a ricordare ciò che siamo stati e dopo l’acqua benedetta della notte dell’Ascensione di Gesù, le rose sono state usate per devozione nei ravioli profumati e benedetti.

L’acqua di rose possiamo farla mettendo i petali in una pentola coperti di acqua, si lascia bollire fino a quando cedono il loro colore. Si lascia raffreddare, si filtra e si imbottiglia mantenendola in frigo per alcuni giorni.

Abbiamo fatto i ravioli con farina integrale e farina 0 in parti uguali e con le uova di galline felici.

Abbiamo preparato il ripieno con una parte di primo sale fatto a casa, ma lo si può comprare, unito una parte di stracchino, parmigiano reggiano, cubetti di pecorino fresco, uova, buccia di limone, rucola, menta piperita, rucola, timo ed erba cipollina tutto tritato finemente.

Abbiamo steso la pasta, tagliata a strisce e fatto i ravioli con il ripieno.

Nel frattempo abbiamo messo nella padella l’acqua di rose, un cucchiaio di maizena, abbiamo portato a bollore lentamente, unito le foglie di menta piperita, l’olio extravergine di oliva o se vi piace il burro, il parmigiano reggiano e abbiamo finito di insaporire.

Abbiamo cotto i ravioli in acqua bollente salata, scolati e ripassati nella padella con la crema di petali di rose, mescolato per amalgamare ed abbiamo portato in tavola!

L’ascensione di Gesù l’abbiamo festeggiata come un tempo, ci auguriamo che torni ad essere importante per il bene di chi ancora ha un senso religioso nella propria esistenza e di chi non l’ha mai avuto.

Sopra ai nostri ravioli quadrati, uno è a forma di triangolo come era solita farli nostra madre.

Buona vita, buona festa dell’Ascensione di Gesù ❤️

Sbriciolata salata di polenta con crema di ricotta ed asparagi

Questa è una buonissima sbriciolata salata fatta con la polenta avanzata di ieri.

Potevo farci molte cose, gli gnocchi buonissimi, crocchette con scamorza, con il tonno, con le erbe spontanee oppure una torta dolce tradizionale della mia infanzia che preparava nostra madre quando le avanzava la polenta.

Lei prendeva un piatto fondo di quelli dove condiva la pasta, metteva la polenta che era diventata dura perché del giorno prima, univa un “acinittu”di zucchero, cioè poco perché lo custodiva come un gioiello prezioso da usare per i suoi cinque figli, l’uva passa ammollata o i fichi secchi, noci ed un goccio di mistrà il liquore al profumo di semi di anici magari regalatole dai suoi clienti di campagna.

Stendeva la polenta sopra una teglia unta e spolverata di farina di mais e cuoceva in forno fino a quando “lu pizzutéllu”, diventava croccante.

Lei nostra madre, per tenerci buoni o per farci addormentare ci cantava una filastrocca che faceva così!

“Cirni……cirni ….cirnòla……qui nominava il nome del malcapitato figlio, Paolo va alla scuola…..a scuola con il canestrello pieno di pizzutéllu…..la maestra gli fá festa….buttalo dalla finestra!!!!

Non sapremo mai chi volesse buttare giù quella sciagurata maestra, se il canestrello con il “pizzutéllu” o quel povero bimbo spaurito!

Adesso però vi racconto come l’abbiamo fatta la torta sbriciolata salata con la polenta.

Abbiamo mescolato in una ciotola la polenta, regolatevi per la quantità tanto non succede niente se non siamo precisi, abbiamo unito uno e due uova, anche qui ci regoliamo perché dobbiamo ottenere un composto morbido, un filo di olio extravergine di oliva, sale e pepe, un po’ di parmigiano reggiano, abbiamo steso con le mani il composto sopra uno stampo foderato di carta forno e versato sopra la superficie, la ricotta 250 grammi più o meno, alla quale abbiamo unito un uovo, sale e pepe, parmigiano reggiano, buccia di limone e noce moscata, gli asparagi scottati in poca acqua nel forno a microonde, possiamo farlo nella padella con olio extravergine di oliva, poi frullati con alcune foglie di rucola timo ed erba cipollina.

Abbiamo coperto la superficie con la polenta fatta a pezzetti come si fa normalmente con la sbriciolata.

Abbiamo cotto in forno a160 gradi per quasi un’ora. A metà cottura abbiamo coperto con un foglio di alluminio.

Lasciamola prima raffreddare prima di portarla in tavola. La polenta si deve rapprendere per poter gustare la sbriciolata e tutto il suo sapore!

Buona vita, buona sbriciolata salata di polenta con crema di ricotta ed asparagi ❤️

Tagliatelle semi integrali con crema di zucchine cannellini e pomodorini alla rucola

Domenica mattina, è festa e non mi sogno nemmeno di alzarmi piu presto del solito. Correrò di più del solito per preparare tutto ma mi sta bene così. Tanto appena aperti gli occhi, so che scenderò dal letto col piede sbagliato. Sono nata così e morirò così! Incavolata 😡 e non c’è niente e nessuno che possa far cambiare il mio carattere ormai. Ma non vi preoccupate 😟 poi passa presto, durerà fino a quando non mi troverò un altro inciampo davanti! È così che fra alti e bassi che sono arrivata a questa età!

La domenica c’è sempre da fare una pasta fresca, non è un obbligo ma una mia scelta per portare avanti una tradizione materna, mai i miei genitori avrebbero mangiato la pasta comprata da zia Ida che aveva la pizzicheria dove si comprava tutto sfuso e incartato con la carta paglia😥❤️

La domenica è festa ora come allora!

Cocò che sarebbe il marito, è nella striscia di orto a raccogliere le zucchine con i loro fiori e pochi pomodorini. Sarebbe il caso di far tutto fritto, ma chi si sogna di farlo? Scelgo di fare un condimento fresco per le mie tagliatelle fatte con le uova di galline felici 😀 farina integrale e semola rimacinata di grano duro. Mescolo le due farine, rompo le uova e comincio ad impastare, tutto ad occhio, non c’è bisogno di pesare nulla come faceva mia madre molto brava a fare le tagliatelle a mano.

Niente planetaria niente macchinetta della pasta per la mamma come per tutte in quel tempo. Solo appena venuta di moda mia madre comprò la macchinetta da suo fratello Elio mio zio che aveva “la vuttìca” il negozio di casalinghi nella stessa via dove noi avevamo il nostro di abbigliamento e mercerie varie. Via Umberto primo ora non esiste più come non esistono più “le vuttìche” i negozi di un tempo spariti per colpa dell’epoca moderna😥

Mia madre nelle faccende domestiche, metteva “la pannella” il grembiule pulitissimo da cucina, sopra la “spianatóra” la spianatoia, con la farina faceva una montagnetta, con le mani formava una fontanella al centro, ci rompeva le uova e con una forchetta mescolava piano piano cercando di non farle fuoruscire sporcando così la spianatoia che per la massaia esatta era uno scandalo, con la punta delle dita impastava e impastava fino ad ottenere una pasta liscia e setosa.

La lasciava riposare dentro un piatto da insalata coperta con un altro piano.

Stendeva la pasta con “lu vùciunu”, il matterello, la avvolgeva intorno infarinando leggermente e piano piano formava una grande e liscia “pèrna”, la sfoglia sottilissima che una volta asciugata e arrotolata lei tagliava velocemente con il coltello ed otteneva le tagliatelle tutte della stessa misura.

Intanto che i ricordi scorrono nella mia mente, aspetto che anche la mia pasta asciughi e con questo caldo lo fa velocemente, penso a come utilizzare le verdure appena raccolte. Non hanno bisogno di cottura né lunga né forte, deve sentirsi tutto il loro sapore e tutta la loro freschezza. Sapete no la differenza tra le nostre verdure e quelle del supermercato? Io le trovo orribili! Ma va bene, non tutti possono avere un piccolo orto e allora accontentiamoci!

Continuiamo con il racconto del condimento.

Taglio a striscioline alcune zucchine, altre le frullo con la rucola, taglio a metà i pomodorini, metto in una larga padella la cipolla tagliata sottilissima, non metto olio perché per me risulta indigesta, lo metterò alla fine, unisco le zucchine frullate, una tazza di fagioli cannellini scolati e sciacquati, mescolo e lascio insaporire, unisco i pomodorini e lascio cuocere per poco tempo, metto un generoso giro di olio extravergine di oliva e spengo. Nel frattempo taglio le tagliatelle non troppo sottili, meglio spesse per accogliere meglio il condimento, le metto a cuocere in acqua bollente salata, riaccendo la padella con il condimento, unisco le zucchine tagliate a striscioline, lascio insaporire con le altre verdurine e scolo la pasta, le faccio saltare insieme e spolvero con parmigiano reggiano, unendo un po’ di acqua di cottura per amalgamare.

Porto in tavola e servo! Siamo solo in tre!

Va così la vita! A tempi migliori ❤️

Buona vita, buone tagliatelle semi integrali con crema di zucchine, pomodorini e cannellini ❤️

Frittelle di zucchine e emmental al forno

Non so se anche voi avete la fortuna di coltivare un orto magari piccolo dove far crescere zucchine e pomodori e melanzane e peperoni e rucola e insalata e basilico! Se mettete a confronto i vostri ortaggi con quelli comprati al supermercato o da altre parti, capirete quanta differenza ci sia. Le vostre, le nostre sanno di zucchine, di pomodori, di melanzane, di peperoni, di rucola e di insalata e di basilico. Le altre no! Noi sentiamo che tutto questo sa di niente, sa di sapore ammuffito. Lo stesso odore che si sente dove ci sono le colture intensive, noi ci camminiamo ogni giorno ed è nauseante. Vedi ettari e ettari dove sta crescendo o è arrivato alla fine, di tutto che poi arriva al supermercato o alle grande aziende che lo trasformano in surgelati. Non si sa quanto tutto questo possa nuocere alla salute, credo che non lo sapremo mai. Però non si capisce perché questi posti hanno il più alto tasso di mortalità per tumore. E le Marche hanno il primato.

Ai posteri l’ardua sentenza!😥

Intanto oggi con le prime zucchine abbiamo preparato delle buonissime frittelle che possono diventare un piatto completo per la presenza di uova e di emmental. Mettiamo vicino un po’ di pomodorini e il pranzo e la cena sono pronti.

Come le abbiamo fatte le frittelle?

Tagliamo la parte verde delle zucchine a pezzetti, la polpa la mettiamo da parte per un risotto con taleggio o ricotta, le mettiamo sotto sale a perdere acqua di vegetazione, le pressiamo con un piatto a contatto. Le lasciamo così per un’ora, le scoliamo e le stringiamo con le mani per eliminare ancora l’acqua, le mettiamo in una ciotola con due uova di galline felici 😀 pezzetti di emmental, rucola e basilico, farina integrale quanta ne basta, il lievito e con le mani formiamo le frittelle, le posiamo sopra una lastra foderata di carta forno con un filo di olio extravergine di oliva e a cuocere a 180 gradi fino a quando diventano dorate. A metà cottura le giriamo. Mettiamo le frittelle in tavola con pomodorini o insalata. Buone e semplici e soprattutto complete.

Buona vita, buone frittelle di zucchine e emmental ❤️

Spaghetti in salsa di peperoni crudi con pistacchi, rucola e mollica di pane tostato

Posso suggerire un piatto veloce e buono per oggi?

Non c’è bisogno di cuocere i peperoni gialli perché crudi sono più digeribili. Mettiamoli a frullare con i pistacchi, un pizzico di sale insieme all’olio extravergine di oliva per ottenere una crema, scoliamo gli spaghetti e li versiamo in una padella con un filo di olio extravergine di oliva, la crema, mantechiamo con poca acqua di cottura, uniamo i pistacchi interi, la rucola e il pan grattato e tostato prima in forno. Mescoliamo e serviamo subito.

Qui c’è voglia di primavera, di sole e di frutti e verdure maturati al caldo!

Possiamo grattare il pane secco e poi passarlo all’ultimo momento in forno a microonde per pochi secondi. Così sarà più croccante.

Buona vita, buoni spaghetti in crema di peperoni gialli ❤️