casa nostra

LA TAVOLA DI NATALE

È passato quasi inosservato il Natale, il suo seguito fatto di celebrazioni liturgiche, di pranzi, chiacchierate e passatempi vari svaniti nel buio. La memoria vuota, ha lavorato per bene, tutte le tradizioni dimenticate, ritornavano in mente quando già era troppo tardi per metterle in atto. Uno svanimento collettivo almeno a casa nostra.

La pandemia ha dato giù duro ovunque e fra paura, quarantena e divisioni familiari, non abbiamo potuto fare che un solo pranzo insieme, quello di Natale e poi ognuno al suo destino, chi in mezzo, chi di sotto, chi di sopra. Finora tutto sotto controllo, ma come penso io, del diman non c’è certezza ed il resto è noia!

La tavola però doveva in qualche modo ricordare che era Natale, non poteva essere apparecchiata senza qualche simbolo, mi sono fatta coraggio, ho respirato profondamente e ho cominciato a pensare come potevo fare usando ciò che nel frattempo mi veniva in mente.

Rami di abete raccolti nel nostro orto giardino scapigliato e ricoperto di foglie ormai più che morte, alberelli di Natale fatti all’uncinetto come segna tovaglioli e tre candele rosse. Tutto fatto a casa e non programmato.

Alla fine guardando e riguardando la nostra tavola, in fondo non era così male!

Poche portate, tartine, un primo in brodo che erano i raviolini fatti in casa, due tortelloni in bianco, galantina di pollo fatta a modo mio, verdure ed i soliti dolci natalizi! Frutta e caffè ed ognuno a casa sua!

Grazie a Dio ce l’abbiamo fatta anche questo Natale!

È passato molto veloce sì, questo povero Natale, non abbiamo capito niente, e aver perso pure la messa di mezzanotte è stato pure peggio! Troppo stress, troppa apprensione hanno annientato noi ed il mondo!

Buona vita, buon Natale che tanto non finirà mai!❤️

INTRECCI DI ALBERI

Poesia di Adam Zagajewski
Negli alberi

Negli alberi, nelle loro chiome, sotto sontuose
vesti di foglie e sottane di luce,
sotto i sensi, sotto le ali, sotto gli scettri,
negli alberi si cela, respira, palpita
una vita quieta, sonnolenta, un abbozzo d’eterno.
Prosperi reami crescono nell’ambone
delle querce. Gli scoiattoli corrono, immobili
come piccoli tramonti rossi nascosti
sotto le palpebre. Ostaggi invisibili
formicolano sotto i gusci delle ghiande,
gli schiavi portano cesti con frutta e argento,
i cammelli oscillano come studiosi
arabi sopra i loro manoscritti, i pozzi
bevono acqua e aceto, l’acerba Europa
stilla come resina dal legno, Vermeer dipinge
vesti e una luce che non va scemando.
Sotto la cupola del circo danzano i tordi.
Slowacki già abita a Parigi e gioca
perseverante in borsa. Un ricco
si infila nella cruna d’un ago
e geme, ah, che tortura, Socrate
spiega ai cercatori d’oro che cos’è
la menzogna, che cosa il bene e la virtù.
I rematori remano lenti. E lente navigano
le barche a vela. I fuggitivi dell’Insurrezione
di Varsavia bevono un tè dolce,
sui rami asciuga la biancheria,
qualcuno nel sonno chiede «dov’è
la mia patria». Un veliero verde è fissato
a un’ancora arrugginita. Un coro di anime immortali
prova una cantata di Bach, in silenzio.
Accanto, su un angusto divano, dorme, stanco,
capitan Nemo. Un picchio trasmette un telegramma
urgente con la notizia della conquista
di Cartagine e del Boston Tea Party.
La donnola non si tramuta affatto
in lady Macbeth, nelle chiome degli alberi
non esistono rimorsi.
Icaro serenamente affoga.
Dio riavvolge il nastro. Le spedizioni punitive
rientrano in caserma.
Vivremo a lungo negli intrecci di un arabesco,
nel balbettio dell’allocco, nel desiderio, nell’eco
senza casa, sotto sontuose vesti di foglie,
nelle chiome degli alberi, nell’altrui respiro.


Buon pomeriggio!

Orto giardino “scapigliato”!

Le erbe aromatiche, le erbe spontanee, le verdure, la frutta del nostro verde scapigliato nella nostra cucina quotidiana!

Non abbiamo mai avuto un ordine nel nostro mondo verde, né davanti, né a destra, né a sinistra e né dietro.

Pur nel tempo delle forze migliori, poco ci siamo preoccupati di tenere perfetto, ogni pezzo di orto e di giardino.

Avevamo la testa più occupata in altre mansioni.

Chi nel lavoro fuori casa, chi nel lavoro più bello e più gratificante, quello di far crescere tre magnifici figli.

Sono sicura che in tutti questi anni, nessuno dei miei vicini od ospiti, si sia mai sognato di invidiare l’erba verde di casa nostra! Anzi, c’era chi sdignato si preoccupava di darmi consigli con la scusa che avendo troppo da fare dovevo riposare e quindi avrei dovuto fare spazio buttando via il più delle mie amate e scapigliate piante.

Sorvoliamo su questo argomento e veniamo comunque al fatto che anche se il nostro orto giardino sia da sempre “scapigliato”, il suo dovere l’ha fatto eccome!

Magari a stento perché non ha mai avuto neanche un nutrimento se non quello del buon “Cielo” sopra di lui che ha provveduto al sole, alla luce, all’ombra, alla pioggia, ai temporali, alla grandine e alla neve!

Lasciato così com’è, abbiamo sì, seminato, piantato, potato ulivi e piante da frutto sempre alla “carlona”.

Un risultato c’è stato, perché la nostra cucina ha sempre abbondato di verdure, frutta ed olio extravergine di oliva.

Abbiamo preparato quintali di marmellate di ogni genere, passate di pomodori che duravano anni, olive in salamoia e strinate. Ringraziamo il buon Dio e rassegniamoci al tempo che passa velocemente lasciandoci più deboli e a giorni pieni di tristezza e di forte nostalgia.

In questo tempo che passa, ci dimentichiamo spesso molte cose, ci fermiamo a pensare, battiamo le mani sopra ad un tavolo ed i piedi per terra per protestare fino a quando non ci ritorna in mente quel che stavamo pensando o quel che stavamo per voler fare!

Vi porto ora ad ammirare i nostri piatti, le nostre marmellate che qui non sono ancora tutte in bella vista e giudicate voi.

L’erba più verde è e sarà sempre solo quella del vicino.

Ma a noi volenti o nolenti deve star bene così!

Buona vita, buona visione del nostro orto giardino scapigliato e dei suoi prodotti usati per preparare i nostri piatti ❤️