domenica delle Palme

PANE DELLA DOMENICA DELLE PALME

La domenica delle Palme il popolo partecipava alle funzioni religiose e più specialmente alla benedizione delle palme. Tutta la campagna accorreva alla chiesa con fasci di rami di ulivi sulle spalle perché fossero benedetti. Dopo la funzione tornavano a casa; un ramoscello di palma benedetta (così si chiamava l’ulivo) veniva posto su ogni letto; questo tanto nella campagna come in città; le palme del precedente anno venivano bruciate, non gettate via. I contadini, mettevano per i campi, negli orti, in mezzo al grano seminato, ramoscelli di ulivo benedetto, perché la benedizione scendesse su tutta la fatica e ne moltiplicasse il raccolto. Intanto gli artigiani passavano pel contado in cerca d’ovi pinti; ognuno presso I propri clienti. Era dono che il contadino faceva molto volentieri.

Tratto da Costumanze marchigiane dello scrittore e maestro a Petriolo Giovanni Ginobili.

Per la domenica delle Palme sulla nostra tavola è tradizione portare un pane preparato da me, insieme ai rami d’ulivo benedetti alla messa del mattino, serve per festeggiare l’entrata di Gesù a Gerusalemme.

Buon proseguimento di quaresima a tutti!

Buona vita, buona settimana Santa ❤️🙏

PANE DELLA DOMENICA DELLE PALME

LA PASCIO’ DE JISU’ CRISTO


Durante la settimana di Passione, precedente quella delle Palme, comitive di canterini, composta ogni una di non più di tre elementi, si riversano per la campagna per ricordare la Passione e la morte del Redentore, il dramma divino dell’umana redenzione.
Lo strumento musicale che accompagna il canto è l’organetto, ma nel maceratese, se pur non sempre, si aggiungono il tamburello ed il triangolo.
Recano, come in occasione del canto della passione dell’anime
purganti, la catàna per deporvi le uova che i campagnoli donano. I canterini propriamente detti sono due; è escluso il suonatore dell’organetto ; essi si alternano nel canto delle strofe e tra l’una e l’altra l’armonica esegue breve interludio,
improntato al saltarello.
Tutta la famiglia si riunisce sull’aia all’apparire dei canterini,
e ascolta con grande raccoglimento e devozione la sequenza delle sofferenze del Dio fatto uomo, spesso a mani giunte e perfino in ginocchio.
‘Anche di questo canto si hanno diverse lezioni; rileviamo che
una cantata, nelle quale sono narrati gli avvenimenti susseguitisi nelle diverse ore, è chiamata « L’orologio della Passione ».
E’ inutile dire che l’usanza viveva nell’intera nostra regione.

Da popolaresca marchigiana di Giovanni Ginobili maestro e poeta dialettale di Petriolo.

Come per ogni domenica delle Palme, noi facciamo il pane incoronato con i rami d’ulivo benedetti alla messa della stessa giornata.

Buona vita, buona settimana santa!