Li frascarélli
Una specie di polentina bianca fatta con la farina di grano tenero anziché di granoturco. Il nome deriva dallo speciale bastoncino di legno, “la fraschetta” con tre punte che veniva usato per mischiarli nel caldaio posto sulla fiamma scoppiettante del focolare. Li frascarélli chiamati anche “ppiccicasàndi”, piccicasanti perché fatti con acqua e farina come la colla che un tempo i contadini senza nessun mezzo di comunicazione, usavano per attaccare i calendari lunari dietro le porte delle stalle. Li frascarélli con acqua e farina, venivano battuti sopra la spianatoia e poi cotti per una mezz’ora nell’acqua bollente, si scolavano e si stendevano sopra “la spianatóra” la spianatoia, sulla quale ogni familiare poteva mangiare la sua porzione. Il condimento nella stagione estiva era con i piselli o con i pomodori belli rossi e la cipolla, diventavano più ricchi e sostanziosi, quando ancora c’era nella dispensa, la “barbàja” il guanciale del maiale conservato sotto sale. Oggi giorno della vigilia della festa dell’Immacolata, ed astinenza dalle carni, i nostri “frascarélli” sono diventati una minestra calda e fumante insieme ai buonissimi fagioli borlotti raccolti qualche giorno fa. Un giro di olio extravergine di oliva fresco e due anelli di cipolla ed il parco pranzo è servito.
Per preparare questo piatto qui trovate la ricetta qui
Per questo piatto in particolare, basta cuocere i fagioli come al solito, fare un sugo di pomodoro e cipolla che si aggiungerà ai legumi. Una volta cotti i frascarélli, in ogni piatto fondo verranno messi prima il sugo di fagioli, poi i frascarélli ed ancora i fagioli, il parmigiano reggiano olio extravergine di oliva e la cipolla croccante fatta a parte.
Per ottenere una cipolla croccante e dorata, basta metterla tagliata sottile, sopra un piatto e poi per un minuto e mezzo, più o meno a forno a microonde.