grappa

Mandarini spiritosi

Mandarini all’acquavite e vaniglia.

Stagione forte, giallo arancio, profumo di essenze e di olii che si spandono in casa ogni volta che in cucina si prende in mano, si lava, si taglia un mandarino, un’arancia o un limone per fare un pieno di salute e rinfrescare bocca e stomaco.

Con gli agrumi, è bello preparare marmellate, gelatine, liquori e sciroppi. Si possono mantenere interi sotto spirito insieme allo zucchero. Avremo un liquore concentrato di olii essenziali inebrianti.

Ora proviamo a mantenere tutto questo, colore e profumo di giornate invernali fredde di fine gennaio dentro un barattolo con i mandarini o clementine.

Ci servirà un barattolo grande con chiusura ermetica per contenere quattro o cinque mandarini ben lavati e spazzolati che buchiamo con uno stecchino, ai quali uniamo una stecca di vaniglia aperta e mezzo chilo di zucchero e acquavite o grappa quanta ne serve per ricoprire i mandarini. Chiudiamo il barattolo e lo incartiamo con un foglio di alluminio per evitare che prenda la luce. Mettiamo il barattolo in un posto per ricordarci di scuoterlo ogni giorno. Passati 40 giorni il liquore bello concentrato è pronto per essere gustato.

Possiamo travasare il liquore in graziose bottigliette e se avrete coraggio, tagliare le arance a fettine e gustarle con una pallina di gelato al caffè o al cioccolato fondente. Attenzione che correrete il rischio di finire ubriachi. Regolatevi!

Ci vediamo fra un mese!

Buona vita, buoni mandarini spiritosi❤️

La  marmellata  di Galeno Marmellata  di  mele  cotogne  e  radici di cicoria

Alla ricerca dei capolavori gastronomici marchigiani perduti

La marmellata di Galeno

Questa è una particolare marmellata amara di mele cotone e radici di cicoria. Cotogne e cicoria sono ricche di sostanze benefiche soprattutto per l’apparato digestivo, nelle radici si trova l’inulina una sostanza che favorisce l’azione dello sviluppo della microflora intestinale. Non a caso le virtù di queste due piante, erano menzionate nella medicina galenica in epoca romana tanto è vero che la marmellata era destinata a chiudere un lauto pasto come digestivo. La patria di questa marmellata, era un delizioso paese del maceratese, Ussita, purtroppo distrutto dal terremoto di un anno fa. Non si trova traccia di ricetta sulla rete, solo accenni storici! È certamente molto particolare, però vale la pena farla conoscere e recuperare la produzione di un prodotto tradizionale ed antico. Forse qualche azienda lo farà! Oltretutto avendo come ingredienti la mela cotogna e la radice di cicoria, non può che essere una preparazione sana e naturale. Come fare allora per preparare questa capolavoro antico che sembra tutto meno che una marmellata? Sperimentare, assaggiare e far provare al giudice di casa nostra. È l’unico con un naso ed un palato, superiori ai più. Basta che apra la porta di casa, per capire e sentire il suo autorevole parere su ciò che bolle in pentola. Mi sento per questo, molto fortunata! Ricordiamo che una ricetta della nostra tradizione, non può andare perduta.

Ingredienti

Mele cotogne in maggior quantità

Radici di cicoria a piacere

Zucchero 350 gr. per un kl. di prodotto

Succo di limone

Grappa o mistrà

Preparazione

Tagliamo a pezzi le mele cotogne e la cicoria dopo averle lavate, uniamo il succo del limone e lo zucchero, versiamo in una pentola. Mescoliamo bene e lasciamo a riposare per alcune ore. Mettiamo a bollire a fuoco lento fino a quando tutto è diventato morbido. Passiamo al passaverdure, per ottenere una purea che rimetteremo a cuocere mescolando di continuo per non farla attaccare. Controlliamo la cottura come si fa con le marmellate, mettendone un cucchiaino sul piattino. Se la consistenza è giusta, invasiamo, aggiungiamo il liquore e accendiamo facendo attenzione a non bruciare noi. Chiudiamo con i loro coperchi e copriamo con un canovaccio abbastanza spesso. Una volta ottenuto il sottovuoto, riponiamo in un luogo scuro.

Se vi piacciono le spezie, potete unire ad una parte, chiodi di garofano, bacche di ginepro, cardamomo, anice stellato e cannella. Potete mettere tutte le spezie in un sacchettino di tela che toglierete a fine cottura. Io l’ho trovata ancora più buona, molto aromatica con il retrogusto di amaro.

Variante con le noci, che potete mettere quasi alla fine della cottura. Unica precauzione, consumarla presto per non incorrere nell’arrancidimento delle noci stesse.

Variante con le pere e le stesse noci.

Fatemi sapere, se vi verrà la voglia di preparare questa rara e particolare marmellata.

Buona vita, buona marmellata di cotogne e radici di cicoria.

Fichi  sciropposi  al  miele. 

Conserviamo l’estate in barattoli con i fichi maturati in questa bollente estate  

Ingredienti

1 kl. di fichi freschi sodi

200 gr di miele

Succo di un limone

Grappa o rum o limoncello

Dopo aver lavato i fichi, mettiamoli a strati con un taglio a croce sulla punta, con il miele ed il succo del limone nella pentola e lasciamoli in infusione per tutta la notte. La mattina facciamo cuocere a fuoco lento fino a quando avranno assorbito tutto il miele e saranno diventati dorati. Mettiamoli nei vasi sterilizzati, copriamo con grappa o rum o altro liquore, tipo limoncello. Sigilliamo con un dischetto di carta forno, chiudiamo con i loro coperchi e riponiamo al buio. Aspettiamo almeno 2 mesi prima di gustarli da soli o con una crema zabaione.

Marmellata di arancia e cioccolato con petali di rosa alla grappa e vaniglia

La marmellata

Marmellata di arancia e cioccolato con petali di rosa alla grappa e vaniglia

Ingredienti:
1,5 kg di arancia bio
750 gr di zucchero (se si vuole anche un po’ meno)
buccia e succo di un limone bio e qualche buccia di arancia
200 gr di acqua

Un bicchierino di grappa dove mettere in infusione per una settimana alcune rose fresche o secche e semi di vaniglia

Procedimento:
Tenere a bagno le arance cambiando l’acqua diverse volte in un giorno. Pelarle a vivo e tagliarle a spicchi. Bollire l’acqua con lo zucchero fino a fare le bollicine. Aggiungere le arance e qualche buccia di arancia, il succo del limone e le sue bucce e cuocere fino a quasi addensare. Unire le rose alla grappa insieme alla vaniglia e frullare tutto. Invasare e unire un pezzo di buon cioccolato fondente.