prugne

MARMELLATA DI ALBICOCCHE O PRUGNE O PESCHE ALLA LAVANDA

Ecco fiori per voi:
lavanda fragrante, menta, santoreggia, maggiorana,
il fiorrancio, che va a letto col sole
e con lui s’alza, piangendo: questi son fiori
di mezza estate, e io penso che si diano
a uomini di mezza età.
(William Shakespeare)

Viene in mente la Provenza con i suoi meravigliosi campi viola di fiori di profumatissima lavanda.

In questo momento caldo che più caldo non può essere, non è possibile pensare di lasciar marcire le albicocche che stanno maturando in fretta per il sole che brucia e approfittiamo per fare la marmellata più fresca e profumata dell’estate, i fiori di lavanda sono sbocciati, raccogliamoli la mattina presto e mettiamoci al lavoro!

Questa è la ricetta classica di tutte le marmellate, possiamo usarla anche per farla con le pesche o le prugne!

Andiamo agli ingredienti ed al racconto!

Ingredienti

Un kl di albicocche o pesche

750 grammi di zucchero io ne metto anche 500 grammi, bisogna vedere la compattezza della frutta che può essere meno o più matura

Il succo di limone

Fiori di lavanda

Preparazione

Mettiamo le albicocche spaccate in due nella pentola, uniamo il succo di limone e lo zucchero, i fiori di lavanda sistemati in un sacchettino di tela fine ed iniziamo la cottura a fuoco basso, mescoliamo spesso fino ad ottenere una consistenza giusta e di colore giallo scuro. Facciamo la prova del piattino freddo da frigo, mettiamo un cucchiaino di marmellata ed incliniamolo, la marmellata è pronta se questa non scivola velocemente.

Se ci piace una marmellata senza pezzi, possiamo frullarla con un frullatore ad immersione!

Spegniamo il fuoco, mescoliamo e togliamo il sacchettino di lavanda che strizziamo per far uscire tutte le sue essenze!

Mettiamo la marmellata nei vasetti sterilizzati chiudiamoli con i loro coperchi e capovolgiamoci per ottenere il sottovuoto!

Io per sicurezza faccio sterilizzare la marmellata dato che molta di questa, viene donata!

Se lo facciamo, lasciamo bollire per 25/30 minuti dal primo bollore!

Riponiamo la deliziosa marmellata di albicocche alla lavanda in dispensa e facciamone quel che ci piace!

Molto spesso io la uso non solo nelle fette di pane o nelle crostate, ma anche nella cheesecake mettendo prima i biscotti sbriciolati, poi una volta gelati in surgelatore, una crema di yogurt bianco greco o ricotta o Filadelfia e sopra un velo di marmellata di albicocche alla lavanda!

Provatela e fatemi sapere!! Mah!

Buona vita, buona marmellata di albicocche alla lavanda ❤️

Marmellata di prugne alla vaniglia con il metodo della separazione delle cotture

È ormai risaputa la mia passione per le marmellate. È una passione nata fin da piccola, quando vedevo mia madre che con tanta fatica, faceva la commerciante non solo qui a Petriolo ma anche in giro per i paesi fuori provincia, riusciva a prepararne di diverse qualità. Ricordo benissimo il buon sapore e profumo di quella marmellata con i pomodori verdi e quella di arancia a fette che invece mio figlio maggiore odia perché sempre lei, da piccolo gli imponeva di mangiarle. Io per fargli un dispetto ogni stagione gliele ripropongo…..ma ottengo solo un….. lasciamo perdere.

In tempi di guerra, quando mia padre si trovava prigioniero, mia madre non potendo avere un mezzo di trasporto, girava con le sue merci, maglieria, biancheria e merceria con un signore che si chiamava “Filó’ “ed il suo cavallo. Filó’ ed il suo cavallo, abitavano giù per la via delle Madonna delle Grazie, la strada che porta a “Moglià”. La sua era una casetta, quasi un atterrato costruito sopra un terreno con un forte pendio, molto faticoso da lavorare per il pericolo di precipitare. Sul lato davanti della modesta casetta, che guardava la strada sterrata, con la vicina chiesa della Madonna delle Grazie ed il suo povero curato, c’era la stalla del cavallo di Filó’. Su quel terreno così scosceso, il lunedì di Pasquetta, insieme alla mia amica del cuore, ci andavamo a fare “pranzíttu”, che consisteva in due fette di pane con la frittata o con il “ciausculu”, il nostro famoso salume a pasta morbida che si spande sul pane. Al tempo della stagione del grano, quel terreno si colorava di rosso per quanti papaveri sbocciavano.

Ho sentito raccontare dai miei che la sera prima di ogni mercato, dovevano caricare la merce da vendere ai mercati, sul carretto di “Filó”. Mia madre, Filó’ ed il suo cavallo, partivano all’alba e tornavano a casa a notte. Capitava pure di dover dormire sopra il carretto in occasione delle feste patronali ed era un doppio lavoro. Mia madre si trovava molte volte in attesa di un figlio, raccontava quanti sacrifici anche solo il dover andare in un bagno. Qualche volta l’accompagnava mio fratello più grande Paolo che era un ragazzino. Lui le faceva per così dire, da guardia e nello stesso tempo, non perdeva d’occhio la bancarella con le merci.

Quando c’erano i tempi morti, dopo la mietitura e la trebbiatura, lavori tutti fatti a mano e con pochi mezzi agricoli rudimentali, lei approfittava della frutta che spesso le veniva regalata dalle sue clienti contadine perché riconoscenti del bene fattole da mia madre, per preparare marmellate e passata di pomodoro. Era un altro duro lavoro per lei, però alla fine, le serviva per mettere da parte varie scorte di alimenti. Un tempo le famiglie di campagna, non avevamo a disposizione soldi liquidi, pagavano una o due volte all’anno quando riscuotevano i soldi della vendita del grano o di altri raccolti o a chiusura dell’anno agricolo a s. Martino e mamma pazientemente aspettava la riscossione senza far pressioni.

Ora potrei raccontare altri molti episodi importanti e buffi, ma passo e colgo l’occasione per farvi conoscere un metodo facile e veloce per fare le marmellate con poco zucchero. Il metodo della separazione delle cotture.

Non è come il metodo francese dove lo zucchero è in proporzione molto alta e non deve riposare per più tempo.

Questo metodo facile e che permette l’uso di poco zucchero, sfrutta la prima cottura per far evaporare l’acqua della frutta, rendendo molto breve la sua cottura. La marmellata fatta in questo modo, preserva tutto il suo sapore e colore. Questo metodo della separazione delle cotture, io l’ho scoperto per caso in rete, in questo interessantissimo blog https://www.giulianocingoli.it/about/

Giuliano Cingoli scrive questo.

È il momento di imparare come fare la marmellata con la Separazione delle cotture.

È il momento di sfruttare tutta la frutta fresca per goderne quest’inverno.

È il momento di capire come mantenere fresca la frutta utilizzando poco zucchero, senza l’uso di pectine.

Nelle immagini abbiamo preparato la marmellata di frutti di bosco.

Non esiste una grammatura precisa.

Il metodo consiste nel separare la cottura della frutta, dalla riduzione dell’acqua presente.

Metti la frutta in una pentola (vanno bene rame, acciaio e antiaderente. Evita l’alluminio nudo, l’acido della marmellata scioglierebbe l’ossido di alluminio nella preparazione, proprio come la salsa di pomodoro).

Aggiungi poco zucchero (lo zucchero iniziale servirà ter soltanto a far uscirer l’acqua dalla frutta, se sarà necessario ne aggiungerai ancora dopo).

Mescola e porta a bollore. Appena bolle assaggia la frutta, sarà ancora acquosa e un po’ croccante. Lascia bollire ancora fino a quando la frutta non sarà cotta, ma ancora consistente (pochi minuti).

A questo punto filtra il liquido rifatto e tieni da parte la polpa rimasta.

Rimetti il liquido in pentola e fai restringere fino a quando inizia a fare bolle sottili. O meglio quando inizia a far fatica a scendere dal cucchiaio. A questo punto, assaggia e correggi poco alla volta, di zucchero, arrivando al gusto desiderato (lo zucchero sarà in funzione del gusto, non del peso totale iniziale). Aggiungi di nuovo la polpa, porta a bollore e metti nei vasetti. Chiudi e lascia raffreddare. Riponi in frigorifero.

Giuliano Cingoli descrive la invasettatura e come conservarla. I vasetti si possono mettere in frigo ma bisogna consumarli presto o per una lunga conservazione come faccio io, con la pastorizzazione rendendo tutto più sicuro.

Quindi partendo da questa descrizione, ho eseguito la ricetta della marmellata di prugne con la vaniglia. In poco più di un’ora si può fare considerando anche il tempo della pulitura delle prugne.

Ingredienti

2 kl di prugne sode viola

200 grammi di zucchero

Una bacca di vaniglia o una bustina di vanillina

Il succo di un limone

Preparazione

Laviamo e tagliamo in due le prugne, mettiamole sulla pentola possibilmente con la piastra sopra la fiamma per evitare che la marmellata attacchi, uniamo il succo di limone e 100 grammi di zucchero, la bacca di vaniglia aperta o una bustina di vanillina o se ci piace spezie come la cannella i il chiodo di garofano, il cardamomo o semi di anici. Portiamo a cuocere fino a quando le prugne cominciano a spappolarsi un po’, tiriamole su con una schiumarola e le mettiamo in una ciotola. Rimettiamo la pentola sul gas, io non ho filtrato il loro liquido perché mi piace che restino anche i residui delle prugne, aggiungiamo solo altri 100 grammi di zucchero, lasciamo bollire fino a quando si vedono delle grosse bolle in superficie. Nel frattempo frulliamo le prugne che abbiamo messo nella ciotola, con il frullatore ad immersione o se ci piace lasciamole a pezzettoni, uniamole allo sciroppo ridotto, mescoliamo e dopo qualche minuto spegniamo. Facciamo la prova del piattino, la mia è risultata subito positiva, infatti non ho atteso neanche un attimo che l’ho assaggiata, ed è divina. Prima di invasare mettiamo i vasetti a sterilizzare in forno a microonde o in quello normale a 100 gradi lasciandoli per un quarto d’ora. Una volta invasata e chiusa con i loro coperchi, la lasciamo freddare. Solo dopo metteremo la marmellata a sterilizzare nella pentola partendo dall’acqua fredda, evitando la rottura mettendo fra i vasetti degli strofinacci di cucina belli puliti. Dall’inizio del bollore, lasciamo passare una ventina di minuti, spegniamo e lasciamo raffreddare i vasetti nella pentola. Solo dopo, mettiamoli in dispensa. Questa prima prova è risultata positiva, preparerò altre marmellate con frutta diversa e vedremo come saranno. 😀

Buona vita, buona marmellata di prugne alla vaniglia ❤️

Pan dolce alla frutta senza uova

Si sa che d’estate la frutta appena comprata o raccolta deperisce subito. Bisogna usarla nel più breve tempo possibile oppure mantenerla al fresco come in frigo. Succede però che se è stata acquistata in grande quantità diventi scura e molliccia. Possiamo congelare la frutta ed usarla per fare dei gelati, basta tagliarla a pezzetti, riporli in una ciotola con coperchio e quando vogliamo un gelato, la prendiamo e la frulliamo. Non c’è bisogno di aggiungere lo zucchero e così sarà più sano.

C’è pure un altro modo di usare la frutta passata di maturazione, dopo averla frullata con l’aggiunta di zucchero e farina e altri ingredienti può diventare un pane dolce ma non troppo da mangiare a colazione o a merenda.

Ingredienti

500 grammi di banane e pesche o albicocche o prugne

80 grammi di zucchero integrale di canna o semolato io metto l’eritritolo dolcificante senza controindicazioni

175 grammi di farina 0

25 gr di cacao amaro

50 grammi di farina di castagne o di farro o integrale o di grano saraceno

60 grammi di olio di girasole

100 gr di yogurt bianco greco o quello che vi piace

Una manciata di nocciole tritate

50 grammi di cioccolato fondente

Cannella o zenzero o vaniglia

10 gr di lievito per dolci

Meno di un cucchiaino di bicarbonato

Uno stampo da plum-cake

Preparazione

Frulliamo le banane, le pesche o le albicocche o le prugne, scegliete voi, uniamo lo yogurt bianco greco, l’olio, le farine ed il cacao la cannella con il lievito e il bicarbonato tutto setacciato, mescoliamo per amalgamare bene, uniamo le nocciole e il cioccolato fondente infarinati. Mescoliamo e versiamo nello stampo di plum-cake foderato di carta forno. Mettiamo a cuocere a 180 gradi e a metà cottura copriamo la superficie con un foglio di alluminio. Controlliamo la cottura con lo stecchino che deve uscire asciutto.

Spegniamo il forno e lasciamo che il pan dolce di raffreddi. Lo togliamo e lo mettiamo sopra un vassoio.

Consumiamo il pan dolce freddo e manteniamolo in frigo perché essendo di frutta potrebbe fare la muffa.

Marmellata di prugne alle spezie del vin brulè a microonde

Buona e facile da fare la profumatissima marmellata di prugne, da fare a microonde o in pentola. Scegliete voi, ma non perdetevi la sensazione del profumo delle spezie che ricordano le belle serate d’autunno o i giri ai mercatini di Natale. Io non vedo l’ora di andare!

Preparazione

Per 1 kl.di prugne gialle e rosse, ho usato 250 gr di zucchero integrale di canna, 150 di miele ed un limone se volete buccia e succo, alcune spezie classiche del vin brulè ed un pizzico di curcuma.Le spezie le ho messe dentro un sacchetto di tela fine per poi togliere.Se le prugne sono belle sode, sbucciatele oppure le passerete al passaverdure. Non frullare ad immersione per non trovarvi in bocca fastidiose pellicine.
Per la cottura, le ho sistemate in una ciotola di vetro, con due o tre cucchiai di acqua, fatte cuocere per 5 minuti. Le ho mescolate ed ho aggiunto lo zucchero ed il miele e il sacchetto delle spezie. Ho mescolato per bene e ho fatto cuocere per 30. Cottura anche nella pentola! Ricordate di mescolare ogni tanto.

Buona vita, buona marmellata di prugne al vin brûlé!

Marmellata di tutti frutti estivi allo sciroppo di foglie di stevia

Lo zucchero sia bianco che di canna, male, i dolcificanti artificiali peggio. Si può vivere senza un po’ di dolcezza nella vita? Forse si, ma la sottoscritta, diventerebbe matta. Sono molto accorta nel cercare di preparare cibi sani per i miei e per me, cerco di eliminare zuccheri e magari evito perlomeno che non si assommino nei pasti della giornata. Ma un qualcosa di dolce, magari non tutti i giorni, vogliamo mangiarlo. Per evitare lo zucchero ho voluto sperimentare un dolcificante naturale e a zero calorie. I miei figli appassionati di giardinaggio, mi hanno regalato delle piantine di stevia. Le curo con tanto amore, ma se non faccio i miei esperimenti, a che servono? Prove su prove e devo dire che mi hanno dato soddisfazione. Per prima cosa ho fatto bollire  tre dl di acqua con una bella manciata di foglie di stevia, ho aggiunto un kl. di frutta, albicocche e pesche, prugne, il succo di limone che hanno bollito fino a cottura. Ho tolto poi le foglie di stevia, ho frullato ad immersione, fatto la prova del piattino e del palato. La marmellata è riuscita decisamente buona, delicata con retrogusto di liquirizia.  Una volta invasata, bisogna avere l’accortezza di sterilizzare i barattoli per 30/ 40 minuti. Una volta aperta, mettere in frigo e consumare presto. La nostra pianta di stevia, sarà utile anche per altre preparazioni come il succo di mela, di pere e di altra frutta. Se volete preparare il succo di frutta, basta far bollire la frutta coperta di acqua e foglie di stevia e succo di limone o di arancia. Una volta ben cotta, togliere le foglie e passare al passaverdura non frullare. Imbottigliare nelle bottiglie sterilizzate, chiudere con i loro coperchi e far di nuovo sterilizzare per un’ora dall’inizio dell’ebollizione. Far raffreddare e sistemare le bottiglie in luogo buio e asciutto. Il succo oltre ad essere buono da bere, può servire per dolcificare ciambelloni o torte al posto del latte.