È una domenica pomeriggio di quasi fine ottobre, c’è un bel sole, tiepido e le foglie dorate cominciano a cadere lentamente, sembrano danzare sul tappeto verde sfumato d’autunno.
Sotto il porticato c’è un tavolo che cambia per così dire, addobbamento ad ogni stagione. Ora ci sono quattro zucche tutte portatemi in dono. A noi piacciono molto in qualsiasi modo si facciano.
Una di queste zucche è ammaccata, dovevo assolutamente farci qualcosa, ed essendo domenica l’ho usata per il ripieno dei ravioli.
Poi farò la marmellata e quello che mi verrà in mente.
Questo tipo di zucca è enorme, non è molto pesante perché questa è come si dice nel nostro dialetto petriolese è “gògghia”, cioè l’interno è cavo, vuoto, o in un altro modo di dire dialettale, “sòna a gógghio” suona a vuoto o ancora “adè gròssa e ccojona “, grande e sciocca.
All’epoca delle nonne non si usava farne molto uso in cucina. In qualche libretto della nostra cucina tradizionale popolare maceratese, viene menzionata solo un dolce, la zuccata e niente di più.https://farinaefiore.com/2018/08/24/la-zuccata/ qui c’è la ricetta.
All’epoca delle nonne in campagna la zucca era semplicemente pasto per maiali e per far impaurire i bambini disobbedienti.
All’epoca delle nonne la zucca grande e sciocca serviva per fare la morte un gioco che piaceva molto ai bambini.
All’epoca delle nonne alla fine dell’estate verso gli ultimi giorni di settembre e quelli d’inizio d’ottobre si andava in campagna in cerca di un’anima buona che regalasse una zucca da portare a casa per i propri figli piccoli.
All’epoca delle nonne non andava di moda la festa di Halloween, chi la conosceva?
All’epoca delle nonne la zucca veniva scavata, con un coltellino, si tagliava la bocca nella quale si infilavano gli stecchini che fungevano da denti, il naso e gli occhi, dentro veniva messa la candela. La morte veniva posta sopra un davanzale di un terrazzo o sopra una colonna all’ingresso della casa o all’inizio di una strada sterrata di campagna. Veniva accesa solo la sera appena calata la notte. Capitava che c’era un bambino più birichino che appena qualche altro suo compagno si avvicinava spaventato, si mettesse a fare dei versi diabolici facendo correre a gambe levate il malcapitato bambino.
All’epoca delle nonne la zucca era un gioco semplice ma d’effetto. All’epoca mia, guardo con gli occhi di una certa età e tutto questo non mi fa più ridere. Vorrei tanto rivivere i bei momenti passati in un battito di ciglio.
Servirebbe per scacciare i mille problemi che il tempo e l’età portano nella nostra vita. Ora specialmente ❤️
Torniamo al pane dolce di zucca, conviene provare a farlo, è buono, molto direi, è facile e dà almeno a me la soddisfazione dell’ottimo risultato. Ma questo spetta dirlo a voi.
Nel dolce ci sono la farina ai cereali e semi vari che portano fibre e rende meno raffinata la farina 0. Serve pure a sentirci meno in colpa!
Questi sono gli ingredienti
200 grammi di farina 0
50 gr di farina ai cereali e semi di sesamo e di lino. Questa è una farina combinata che si vende così
100 grammi di zucchero di canna
Buccia di limone
220 grammi di zucca già cotta
50 olio di girasole
Due uova e un albume
100 grammi di noci
2 cucchiaini di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato
Cannella macis chiodi di garofano (facoltativo)
Fette di mele cotogne candite
Preparazione
Per prima cosa tagliamo a fette due mele cotogne se piccole o una se grande. Le mettiamo a cuocere a microonde in una ciotola o in un pentolino sul gas con un goccio di acqua e qualche cucchiaio di zucchero di canna. Devono asciugarsi e caramellare.
Tagliamo la zucca a pezzetti, mettiamo a cuocerla o a microonde cosa che io faccio sempre, nella ciotola con un filo di acqua e coperta da un foglio di carta forno, non la pellicola, oppure in un pentolino sempre con acqua ma ci vorrà più tempo. Lasciamola raffreddare e la frulliamo ad immersione con una parte di noci, queste resteranno granulose e renderanno il dolce croccante.
Aggiungiamo al frullato di zucca e noci, due uova ed un albume, lo zucchero e montiamo tutto insieme unendo l’olio di girasole. Mescoliamo ed aggiungiamo le due farine con il lievito e il bicarbonato le spezie facoltative, mettiamo il composto nello stampo di plum-cake foderato di carta forno e sopra affondiamo le fettine di mele cotogne sciroppose e le noci rimaste. Mettiamo a cuocere a 170 gradi per un’ora e forse qualche minuto in più. A metà della cottura copriamo con un foglio di alluminio per evitare di bruciare la superficie. Facciamo la prova dello stecchino che deve uscire asciutto.
Spegniamo il forno e lasciamo freddare il dolce dentro
Buona vita, buon pane dolce di zucca mele cotogne sciroppose e noci 😁❤️ la vita è anche adesso ❤️😓
