frutta secca

PIZZUTÉLLU O BECCUTE – DOLCE DI POLENTA AVANZATA DELLA TRADIZIONE MARCHIGIANA


“Lu pizzutu” o “Li pizzutélli” singolari focacce destinate ai fanciuli che a Macerata vendevano per strada gridando così: “Calli e bboni e tennerelli.
Ci avemo messo lo zzibibbo… calli calli li spizzutelli’
Nel parlare popolare l’uva zibibbo si chiama anche “pizzuta” perché il chicco d’uva ha la forma a punta, da cui, a buon senso, il nome del dolce. C’è anche chi afferma che “pizzutu” deriverebbe da pizza, della quale il dolce ha la forma. Una focaccia simile a questa almeno nell’uso degli ingredienti, veniva cotta sotto la cenere, avvolta in foglie di cavolo.

Fin qui c’è la storia tramandata dalla tradizione marchigiana del pizzutello ma io racconto la mia, quella della nostra famiglia.

Cìrni cirnòla,

Nicola va a la scòla,

a scòla có’ lu canestréllu

pìnu pìnu de pizzutéllu.

La maestra jé fa la festa,

lu vùtta de la finestra.

Cirni cirni cirnòla Nicola va alla scuola, a scuola con il canestrello pieno, pieno di pizzutello, la maestra gli fa festa, buttalo dalla finestra.

Questa è una fra le tante filastrocche che mia madre cantava ai suoi figli piccoli per farli addormentare o per farli giocare.

La filastrocca nominava un povero bambino che andava all’asilo con il canestrello pieno di pizzutello e non si capiva se la maestra buttava di sotto il povero bambino o il canestrello pieno di pizzutello. Mistero irrisolto!

Lu pizzutéllu era un dolce di riciclo, che si preparava con la polenta avanzata del giorno prima ed impastata con un po’ di farina bianca, un acino di zucchero, un goccio di mistrà, le noci ed i pinoli o i fichi secchi, frutta secca che era di facile reperibilità. Non c’erano ingredienti particolari, erano tutti della cucina povera, alcune massaie univano l’uva pizzutella, da qui il nome del dolce, fatta essiccare appesa nelle soffitte. Il composto ottenuto si stendeva con le mani unte di olio, sopra una lastra o uno stampo rotondo, la mamma lo faceva cuocere nella stufa economica accesa per tutto l’inverno.

Una volta sfornato e fatto freddare si tagliava a fette. A quel tempo nessuna mamma lo spolverava con lo zucchero a velo, non era ancora alla portata di tutti.

Io ho aggiunto anche la cannella per sentire in casa il profumo che sa di feste natalizie.

Questi sono gli ingredienti

500 grammi di polenta avanzata e fredda

100 grammi più o meno di farina bianca

100 grammi di zucchero

50 grammi di latte più o meno ci dobbiamo regalare perché il composto deve essere morbido

Una manciata di uvette ammollate ed in infusione col mistrà Varnelli

50 grammi fra nocciole e mandorle tritate e fichi

Cannella a piacere

Un cucchiaino di lievito per dolci

Due cucchiai

di olio extravergine di oliva

Uno stampo o da plum-cake o da crostata.

Frulliamo ad immersione la polenta, uniamo la farina, lo zucchero, il latte che deve essere nella quantità giusta per ottenere un composto morbido, consideriamo che poi ci saranno gli altri ingredienti. Uniamo l’olio ed un cucchiaino di lievito per dolci, la cannella, mescoliamo bene, uniamo la frutta secca e le uvette con il mistrà, continuiamo ad amalgamare il composto e con le mani unte, lo stendiamo sullo stampo da plum-cake o da crostata foderato di carta forno. Mettiamo a cuocere a 170 gradi per un’ora. La superficie deve diventare nocciola ed il composto ben rassodato. Lasciamo freddare per un po’ e mettiamolo sopra una grata togliendolo dallo stampo. Una volta freddo io preferisco tagliare a fette lu pizzutéllu e farlo biscottare cosparso di zucchero e cannella.

A piacere si può lasciare così senza passarlo in forno per la seconda volta e spolverato di zucchero a velo.

Questa è la ricetta classica di recupero, però da qui si prendeva lo spunto per preparare con gli ingredienti nuovi dei particolari biscotti chiamati beccute!

Le beccute erano i biscotti preferiti del poeta marchigiano Giacomo Leopardi.

Ingredienti per le beccute

g 500 di farina gialla

g 100 di zucchero

3 cucchiai di olio di oliva

g 120 di uvetta, ammollata in acqua tiepida, e messa in infusione nel mistrà

g 40 di pinoli

g 60 di gherigli di noci, pelati e tritati

g 60 di mandorle tritate

g 80 di fichi secchi tritati

sale

Preparazione

Sulla spianatoia o nella ciotola versiamo la farina, uniamo lo zucchero, I’olio, l’uvetta, i pinoli, le noci, le mandorle ed i fichi, un pizzico di sale, impastiamo aggiungendo acqua tiepida, fino ad ottenere un impasto morbido liscio, ed elastico; formiamo tanti biscotti con le mani (oppure filoncini), che disponiamo sulla placca foderata di carta forno e mettiamo in forno (caldo a 180°), fino a dorare. Serviamo le beccute tiepide o fredde!

Queste ricette fanno parte del nostro patrimonio gastronomico popolare e povero, facciamone buon uso portandole a conoscenza in questi tempi di scarsa fantasia popolare, il vecchio è sempre una novità per chi non lo conosce. A buon intenditor poche parole!

Buona vita, buon pizzutéllu o beccute! Il resto è noia ❤️

Lu pizzutéllu

Lu pizzutello a fettine e tostato

Lu pizzutéllu nello stampo da plum-cake e tostato la seconda volta

Calendario di Avvento

🕯

𝗡𝗔𝗧𝗔̀’ 𝟮𝟬𝟮𝟬, 𝙘𝙖𝙡𝙚𝙣𝙙𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙙𝙞𝙜𝙞𝙩𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙫𝙫𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙩𝙧𝙖𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙥𝙤𝙥𝙤𝙡𝙖𝙧𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙈𝙖𝙧𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙂𝙞𝙤𝙫𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙂𝙞𝙣𝙤𝙗𝙞𝙡𝙞.

𝟱 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟬 – 𝗦𝗮𝗻 𝗦𝗮𝗯𝗮 𝗔𝗿𝗰𝗵𝗶𝗺𝗮𝗻𝗱𝗿𝗶𝘁𝗮

Lu crustingu è il dolce di Natale per eccellenza. A Petriolo si fa così:

La sera innanzi d’esser mandato al forno, si fanno bollire i fichi, (Kg 1) farina di grano e di granturco, Kg. 0,500 per sorta, mollica di pane bianco gr. 250, mescolare tutto insieme fino a che i fichi non sono ben cotti, da non essere però spappolati. Si mette tutto in un recipiente di coccio o di alluminio. Il giorno appresso, la mattina si aggiunge l’uva in chicchi, gr. 100; noci un chilogrammo (peso delle noci non schiacciate); mandorle un etto schiacciate; altrettanti pinoli; olio cucchiai 4. S’impasta il tutto fino a che non sia ben distribuito tutto il condimento. Se la pasta preparata la sera innanzi alla mattina fosse troppo tosta, allora si ricorrerà alla saba (dolcificante ottenuto dalla bollitura del mosto d’uva) allungata. Fatto tutto questo, si mette in recipiente di rame avente l’orlo alzato e si manda al forno per la cottura. Il forno non sarà troppo caldo, si dovrà infornare subito dopo sfornato il pane.

Lu crustingu si è poi arricchito con l’avvento del benessere, infatti sono stati aggiunti di spezie ed aromi come il caffè ed il cioccolato fondente.

Qui trovate la ricetta completa 👇

https://farinaefiore.com/2018/12/02/un-ricordo-un-dolce-lu-crustingu/

Dolce  con  due  rossi  d’uovo di  gallina  felice  e  tante  spezie e cacao

Aprire il frigo e trovarmi due poveri rossi d’uovo di una gallina felice e non sapere come usarli. Avrei potuto fare due tagliatelle, non mi va di impastare e tirare la sfoglia. Un dolce, ma quale, non mi va nemmeno di cercare una ricetta né fra le centinaia scritte nel tempo, né al pc. Questi due poveri rossi, non avranno una bella fine. Richiudo il frigo e me ne torno a riposare. Due, tre minuti ed ecco un tuono che mi fa saltare dal letto. Aspetto che passi il temporale perché, bisogna essere prudenti e cercare di non accendere nessun elettrodomestico. Poi? Poi apro il frigo e per pietà prendo i rossi d’uovo, li metto in una ciotola, unisco 100 gr di zucchero grezzo di canna, la buccia di arancia, cannella, polverizzo un cucchiaio di caffè con uno di nocciole, scaldo 200 gr di yogurt greco bianco con un cucchiaio dì tè molto buono e speciale, composto da frutti rossi, neri, mandorle, karkade, ed uvetta, ho mescolato tutto per bene, aggiungo 30 gr di olio extravergine d’oliva, 150 gr. di farina di farro, 50 gr di farina di orzo, una bustina di lievito per dolci verso il composto in uno stampo da plum-cake. Sciolgo 50 gr di cacao con un po’ di latte tanto quanto basta per ottenere una cremina che verso sul composto già preparato. Cuocio a forno statico a 180 gr per circa 40 minuti. La cottura potrebbe essere diversa da un forno all’altro. Il profumo è delizioso e di una morbidezza unica. Una prova vinta ed una nuova ricetta.

Un consiglio, per chi non avesse quel tipo di tè, può usare il proprio tè preferito, l’essenzaiale è che non sia quello in bustina, meglio che sia in foglie perché restano più profumate.

Buona vita e buon dolce con due rossi d’uovo di gallina felice 😊

Strudel con ricotta, frutta secca, mele, o pesche con fava tonka al profumo di cannella e salsa allo yogurt greco bianco

Strudel con ricotta, frutta secca, mele, con fava tonka al profumo di cannella e salsa allo yogurt greco bianco

Strudel con ricotta, frutta secca, mele, con fava tonka al profumo di cannella e salsa allo yogurt greco bianco

Ingredienti per la pasta:

250 gr di farina di farro
2 cucchiai di olio d’oliva
1 uovo
sale q.b.

Ingredienti per il ripieno:

250 gr di ricotta vaccina
3 mele Renette tagliate a dadini
3/4 cucchiai di pan grattato
2 cucchiai di uvetta sultanina
200 gr fra mandorle, nocciole, noci o pinoli
150 gr di cioccolata fondente a pezzetti
60 gr di zucchero di canna integrale + un cucchiaio per la sfoglia
una grattugiata di fava tonka a piacere
buccia grattugiata di arancia e di limone
cannella, acqua qb.

Procedimento

impastiamo la farina con l’olio, l’uovo, un pizzico di sale e l’acqua tiepida per ottenere un impasto sodo.

Lavoriamola bene e formiamo un panetto che appiatteremo con il mattarello e lasciamolo riposare. Intanto faremo ammorbidire le uvette già sciacquate in acqua calda.

Lavoriamo la ricotta con lo zucchero di canna e uniamo le uvette e tutta la frutta secca, le mele tagliate a dadini e spruzzate di limone, il cioccolato a pezzetti, la fava tonka grattugiata, la buccia di arancio e di limone e la cannella.

Tiriamo dapprima la pasta con il mattarello poi con le nocche delle mani per ottenere una sfoglia sottilissima che spennelleremo con un po’ di olio e spolvereremo con il pane grattugiato. Disporvi sopra la ricotta con la frutta lasciando i bordi vuoti e formiamo lo strudel. Spennelliamo con un goccio di olio ed acqua, ricoprire con lo zucchero di canna e appoggiamolo sulla placca foderata di carta forno.

Cuocere a 180 gradi per 40-45 minuti, lasciamolo freddare con lo sportello aperto del forno. Disporlo su un bel piatto e servire se si vuole con una salsa di mele allo yogurt greco bianco.

Lo strudel prima della cottura

Lo strudel prima della cottura

Per la salsa allo yogurt greco bianco

Ingredienti:
2 mele
2 dl di yogurt 4 cucchiai di zucchero di canna integrale
buccia di limone grattugiata

Procedimento:

sbucciamo le mele e tagliamole a fette e mettiamole a cuocere con lo zucchero di canna e mezzo bicchiere di acqua. Unire la buccia del limone a vostro piacimento e appena cotte passiamole al passaverdure. Rimettiamola la salsa sul fuoco a fiamma bassa per asciugarla e una volta fredda uniamo lo yogurt mescolando bene. Serviamo lo strudel a fette accompagnato dalla salsa di mele.

Strudel con ricotta, frutta secca, mele al profumo di cannella e fava tonka e salsa allo yogurt greco bianco