tradizione

LA TAVOLA DI NATALE

È passato quasi inosservato il Natale, il suo seguito fatto di celebrazioni liturgiche, di pranzi, chiacchierate e passatempi vari svaniti nel buio. La memoria vuota, ha lavorato per bene, tutte le tradizioni dimenticate, ritornavano in mente quando già era troppo tardi per metterle in atto. Uno svanimento collettivo almeno a casa nostra.

La pandemia ha dato giù duro ovunque e fra paura, quarantena e divisioni familiari, non abbiamo potuto fare che un solo pranzo insieme, quello di Natale e poi ognuno al suo destino, chi in mezzo, chi di sotto, chi di sopra. Finora tutto sotto controllo, ma come penso io, del diman non c’è certezza ed il resto è noia!

La tavola però doveva in qualche modo ricordare che era Natale, non poteva essere apparecchiata senza qualche simbolo, mi sono fatta coraggio, ho respirato profondamente e ho cominciato a pensare come potevo fare usando ciò che nel frattempo mi veniva in mente.

Rami di abete raccolti nel nostro orto giardino scapigliato e ricoperto di foglie ormai più che morte, alberelli di Natale fatti all’uncinetto come segna tovaglioli e tre candele rosse. Tutto fatto a casa e non programmato.

Alla fine guardando e riguardando la nostra tavola, in fondo non era così male!

Poche portate, tartine, un primo in brodo che erano i raviolini fatti in casa, due tortelloni in bianco, galantina di pollo fatta a modo mio, verdure ed i soliti dolci natalizi! Frutta e caffè ed ognuno a casa sua!

Grazie a Dio ce l’abbiamo fatta anche questo Natale!

È passato molto veloce sì, questo povero Natale, non abbiamo capito niente, e aver perso pure la messa di mezzanotte è stato pure peggio! Troppo stress, troppa apprensione hanno annientato noi ed il mondo!

Buona vita, buon Natale che tanto non finirà mai!❤️

TRONCHETTO DI NATALE AL CACAO CON CREMA DI RICOTTA AL CAFFÈ E CIOCCOLATO FONDENTE

Facilissimo e buonissimo è l’antico tronchetto di Natale tradizionale dolce che a casa nostra non può mancare mai, per nessun motivo sulla tavola decorata di Natale!

Correva l’anno, non vorrei dirlo, perché capirete quanto sono in là con gli anni, ma ringrazio Dio per essere ancora qua, e questo tronchetto di Natale spadroneggiava sulle tavole come il dolce innovativo e più buono di tutti i soliti. Era una ricetta che voleva imparare a farla tutti, io stessa la insegnai a molte amiche che purtroppo non ci arrivarono mai a farlo per bene.

Erano gli anni settanta, fate voi il conto, e durante il periodo pre natalizio, mi ritrovavo a fare un tot di tronchetti da regalare a medici, parenti ed amici. Qualcuno ha viaggiato oltre l’Italia e ne sono onorata per il bel ricordo che ho lasciato, tanto ma tanto, che mi commuovo ancora per la gratitudine di questi amici.

Gli anni sono passati, via via le cose sono cambiate, la fatica si è fatta sentire sempre di più ed i tronchetti di Natale, sono scemati ogni anno di più!

Gli amici, i parenti ed i medici sono purtroppo passati a miglior vita, rimanendo così pochi tronchetti da fare, quelli essenziali non di più!

Passo al racconto della ricetta, portando nel cuore tanta tristezza per il mondo e la vita che ci stanno martoriando, sperando che si arrivi in fondo al tunnel per trovare la luce!

Dio ci protegga e ci aiuti presto!

Questi sono gli ingredienti

100 grammi di cacao amaro

50 grammi di farina 00

150 grammi di zucchero bastano anche 100 grammi meglio diminuire lo zucchero, ma fate a piacere

5 uova di galline felici o puttane (quelle del supermercato)

1/2 bustina di lievito per dolci

Per la crema di ricotta

450 grammi di ricotta scolata per bene

Caffè freddo

100 grammi di zucchero

Cioccolato fondente a scaglie a piacere

Rum o brandy per mescolare al caffè

Caffè per inzuppare la pasta biscotto

Preparazione

Foderiamo una lastra con la carta forno.

Montiamo le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso, uniamo il cacao e la farina con il lievito setacciati mescolando piano piano per non smontare il composto.

Versiamo il composto sulla lastra foderata coprendo tutta la superficie e mettiamo a cuocere a 200 gradi per 8/10/minuti, toccando la pasta questa deve essere morbida al tatto.

Capovolgiamo la pasta biscotto sopra un tovagliolo spolverato di zucchero ed avvolgiamo a rotolo, lasciamolo freddare prima di spalmare la crema!

Lavoriamo la ricotta scolata per bene con lo zucchero, il caffè e il cioccolato fondente a scaglie, prendiamo la pasta biscotto e spruzziamolo con il caffè ed il liquore, ricopriamolo di crema di ricotta lasciandone un po’ per ricoprire il dolce e chiudiamolo a rotolo.

Avvolgiamo il rotolo nella carta forno e mettiamolo in frigo a rassodare.

Togliamo il tovagliolo e ricopriamo il dolce con il resto della crema di ricotta e scaglie di cioccolato fondente, tagliamo le estremità per formare i rami laterali, possiamo anche farci i nodi lavorando con le punte della forchetta.

Mettiamolo in frigo fino al momento di portarlo in tavola!

Possiamo anche unire alla ricotta qualche cucchiaio di crema di nocciole con la quale disegneremo i nodi in superficie.

Buona vita, buon tronchetto antico di Natale ❤️

Buonanotte

LA CANDELA BIANCA DELLA LUCE

La sera del 24 dicembre, vigilia di natale, una bellissima candela bianca venne posta al centro di un grande tavolo.
I commensali avevano intenzione di accenderla per poter illuminare l’ambiente durante la loro cena. Non volevano usare la solita luce al neon, troppo triste e spoglia. Erano convinti che la luce della candela sarebbe stata molto più suggestiva.
L’avevano appoggiata su un vassoio dorato e terminato di agghindarla con un vivacissimo agrifoglio. Tutto era pronto, la tavola era imbandita di leccornie natalizie, ognuno poteva prendere posto e iniziare la cena. Ma quando tentarono di accendere la candela, rimasero stupiti che lo stoppino non dava forma alla fiamma.
Provarono e riprovarono con gli accendini, sprecarono addirittura un intero pacco di fiammiferi, ma tutto inutile. La candela rimaneva intatta e la sua cera non colava a contatto con il calore. Era molto strano, perché non c’era niente che le impedisse di essere avvolta dalla sua sorgente luminosa.
Tuttavia, uno dei bambini presenti a quella cena, decise di accenderla in maniera del tutto diversa. Prese la candela e la baciò.
Dopo quel bacio, lo stoppino iniziò a creare una piccolissima scintilla evanescente, che divenne intensa quando il bambino riempì di baci la colonna cerosa. Ecco che la candela, aveva dato vita ad una purissima fiamma, invadendo con il suo calore l’intera sala.
Tutti quanti, seppur meravigliati, avevano capito da dove fosse scaturita la sua luce: dalla forza dell’amore.

Al prossimo anno per un’altra corona di Avvento!
Buon Natale! 🎄

CALENDARIO DI AVVENTO

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𝙉𝘼𝙏𝘼̀’ 𝟮𝟬𝟮𝟭, 𝙘𝙖𝙡𝙚𝙣𝙙𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙙𝙞𝙜𝙞𝙩𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙫𝙫𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙩𝙧𝙖𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙥𝙤𝙥𝙤𝙡𝙖𝙧𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙈𝙖𝙧𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙂𝙞𝙤𝙫𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙂𝙞𝙣𝙤𝙗𝙞𝙡𝙞.

𝟮𝟱 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭
Per la notte della vigilia di Natale le massaie prendevano un cappone, lo facevano bollire e poi lasciavano il brodo a gelare all’aperto per tutta la notte: quello era il “grasso benedetto” che veniva conservato per tutto l’anno perché ritenuto efficace per alcune malattie.
Un’altra antichissima tradizione vuole che ci dovesse recare a mezzanotte alla fonte ad attingere acqua, in punta di piedi e silenziosamente, nella convinzione che ciò portasse fortuna e fosse contro il malocchio.

E come sempre fino ad ora, siamo arrivati alla fine che dovrebbe essere un inizio di nuova vita!
Auguri di buon Natale e di un altro calendario di Avvento da raccontare con Carlo Natali] @kat.orastrana @sunusaix

CALENDARIO DI AVVENTO

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BUONA VIGILIA DI NATALE

𝟮𝟰 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭
C’è un’antica tradizione popolare che vuole che si debba lasciare la tavola imbandita dopo il tradizionale cenone affinchè la Madonna ed il Bambinello, passando, benediccesero la casa. Per permettere ad essa di riscaldare i pannolini e le fasce del Pargol Divino, si lasciava acceso nel camino il ceppo, che non doveva mai essere spento.

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𝟮𝟯 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭
Le sere di Natale ci si ritrovava nelle case a giocare a tommolétta. La singolarità che presenta il gioco nel maceratese sta nel gridare i numeri, molti dei quali in modo strano.
Ad esempio: estratto il 22 si grida: le paperétte; il 77 le zambe de le donne; il 90 la paura; il 25 Natà’; il 33 ll’anni de nostro Signor Jisù Cristo; il 26 la seconda festa de Natà’; il 28 li ‘Nnocindini; 48 ogghji li condo domà’ te li porto.

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𝟮𝟭 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭
«Da San Tommaso a Natale,
un passo de cane.»
da San Tommaso le giornate cominciano pian piano ad allungarsi.

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𝟮𝟬 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭
«Chi de Natà’ nó’ ‘mmàzza lu pórcu
tùttu ll’ànnu va có’ lu mùsu tórtu.»
Questo proverbio ci dice che chi non uccide il maiale sotto Natale poi se ne pentirà, perché poi sarà troppo tardi in quanto è in quel periodo che l’animale è nella sua forma migliore per ottenerne buona carne che le basse temperature aiutano a ben mantenere.
Il rito cruento dell’uccisione del maiale, che oggi noi vediamo con sguardo inorridito, era fondamentale per la sopravvivenza dei nostri avi, che mangiavano poco e male e per i quali, non bisogna dimenticarlo, questo animale era l’unica fonte di proteine e di grassi.

CRUSTINGU

L’ennesima ricetta del crustingu con qualche cambiamento per il miele ma cambia poco nella sostanza .

È una ricetta sempre molto laboriosa con una miriade di ingredienti, ma vale la pena farla conoscere anche oltre il confine marchigiano!

Buona vita, buon lavoro e buon crustingu ❤️

Se ci mettete un po’ di voglia ed avete tempo da perdere, fate lu crustingu!

un kg di fichi secchi

100 g di uvetta

100 g di miele

100 g di zucchero

100 g di cedro candito

a cubetti (facoltativo)

100 g di nocciole

gherigli di noce a piacere, più ne mettete più è buono

mandorle

100 g di cioccolato fondente

120 g di farina

100 g di pangrattato

un pizzico di noce moscata

la scorza grattugiata

di un limone

la scorza grattugiata di un’arancia

un bicchiere di
sapa o
vino dolce

una tazzina di caffè

olio e farina per lo stampo

Mettete a bagno i fichi secchi e l’uvetta la sera nella sapa o un vino dolce tipo cotto.
Il giorno successivo metteteli a cuocere per il tempo necessario ad ammorbidirli, mescolate in una grande ciotola lo zucchero, la farina, il pangrattato, il miele, la noce moscata, la scorza di limone e di arancia. Aggiungete le noci e le nocciole tritate grossolanamente, i fichi macinati, l’uvetta, il cioccolato tagliuzzato, il cedro candito le mandorle, il caffè e l’olio. Impastate tutti gli ingredienti e scaldate il forno a 150°.

Ungete d’olio e infarinate quattro stampi e versatevi il composto. Fate cuocere il dolce in forno già caldo a 150° per circa 40 minuti. Fate raffreddare, sformate e decorate, se vi piace, con canditi misti, cosa che a me non piace!
Ma ognuno ha i suoi gusti!

CALENDARIO DI AVVENTO

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𝟭𝟴 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭
D’inverno, quando si cammina sulla neve, se la si sente sgrigliolare sotto le scarpe predice abbondante nevicata non lontana.
Se la neve, nel suo fioccare, si attacca sui vetri delle finestre o sui muri, predice persistenza di cattivo tempo.