𝟮𝟯 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭 Le sere di Natale ci si ritrovava nelle case a giocare a tommolétta. La singolarità che presenta il gioco nel maceratese sta nel gridare i numeri, molti dei quali in modo strano. Ad esempio: estratto il 22 si grida: le paperétte; il 77 le zambe de le donne; il 90 la paura; il 25 Natà’; il 33 ll’anni de nostro Signor Jisù Cristo; il 26 la seconda festa de Natà’; il 28 li ‘Nnocindini; 48 ogghji li condo domà’ te li porto.
𝟮𝟬 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭 «Chi de Natà’ nó’ ‘mmàzza lu pórcu tùttu ll’ànnu va có’ lu mùsu tórtu.» Questo proverbio ci dice che chi non uccide il maiale sotto Natale poi se ne pentirà, perché poi sarà troppo tardi in quanto è in quel periodo che l’animale è nella sua forma migliore per ottenerne buona carne che le basse temperature aiutano a ben mantenere. Il rito cruento dell’uccisione del maiale, che oggi noi vediamo con sguardo inorridito, era fondamentale per la sopravvivenza dei nostri avi, che mangiavano poco e male e per i quali, non bisogna dimenticarlo, questo animale era l’unica fonte di proteine e di grassi.
L’ennesima ricetta del crustingu con qualche cambiamento per il miele ma cambia poco nella sostanza .
È una ricetta sempre molto laboriosa con una miriade di ingredienti, ma vale la pena farla conoscere anche oltre il confine marchigiano!
Buona vita, buon lavoro e buon crustingu ❤️
Se ci mettete un po’ di voglia ed avete tempo da perdere, fate lu crustingu!
un kg di fichi secchi
100 g di uvetta
100 g di miele
100 g di zucchero
100 g di cedro candito
a cubetti (facoltativo)
100 g di nocciole
gherigli di noce a piacere, più ne mettete più è buono
mandorle
100 g di cioccolato fondente
120 g di farina
100 g di pangrattato
un pizzico di noce moscata
la scorza grattugiata
di un limone
la scorza grattugiata di un’arancia
un bicchiere di sapa o vino dolce
una tazzina di caffè
olio e farina per lo stampo
Mettete a bagno i fichi secchi e l’uvetta la sera nella sapa o un vino dolce tipo cotto. Il giorno successivo metteteli a cuocere per il tempo necessario ad ammorbidirli, mescolate in una grande ciotola lo zucchero, la farina, il pangrattato, il miele, la noce moscata, la scorza di limone e di arancia. Aggiungete le noci e le nocciole tritate grossolanamente, i fichi macinati, l’uvetta, il cioccolato tagliuzzato, il cedro candito le mandorle, il caffè e l’olio. Impastate tutti gli ingredienti e scaldate il forno a 150°.
Ungete d’olio e infarinate quattro stampi e versatevi il composto. Fate cuocere il dolce in forno già caldo a 150° per circa 40 minuti. Fate raffreddare, sformate e decorate, se vi piace, con canditi misti, cosa che a me non piace! Ma ognuno ha i suoi gusti!
𝟭𝟴 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭 D’inverno, quando si cammina sulla neve, se la si sente sgrigliolare sotto le scarpe predice abbondante nevicata non lontana. Se la neve, nel suo fioccare, si attacca sui vetri delle finestre o sui muri, predice persistenza di cattivo tempo.
𝟭𝟱 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭 Lu crustingu è il dolce di Natale per eccellenza. A Petriolo si fa così:
La sera innanzi d’esser mandato al forno, si fanno bollire i fichi, (Kg 1) farina di grano e di granturco, Kg. 0,500 per sorta, mollica di pane bianco gr. 250, mescolare tutto insieme fino a che i fichi non sono ben cotti, da non essere però spappolati. Si mette tutto in un recipiente di coccio o di alluminio. Il giorno appresso, la mattina si aggiunge l’uva in chicchi, gr. 100; noci un chilogrammo (peso delle noci non schiacciate); mandorle un etto schiacciate; altrettanti pinoli; olio cucchiai 4. S’impasta il tutto fino a che non sia ben distribuito tutto il condimento. Se la pasta preparata la sera innanzi alla mattina fosse troppo tosta, allora si ricorrerà alla saba (dolcificante ottenuto dalla bollitura del mosto d’uva) allungata. Fatto tutto questo, si mette in recipiente di rame avente l’orlo alzato e si manda al forno per la cottura. Il forno non sarà troppo caldo, si dovrà infornare subito dopo sfornato il pane.
Qui troverete anche la nostra ricetta perché a Petriolo ogni casa ha la sua versione personale per fare lu crustingu!
𝟭𝟯 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭 La superstizione popolare voleva che, allorchè entrava un moscerino o della polvere in un occhio, recitando una filastrocca il problema sarebbe passato: «Sanda Lucia, Sanda Lucia, passa avandi a ccasa mia: rcuji ‘na vrangia de fenócchju, pòrteme via la purchirìa de ll’ócchju.»
𝟭𝟮 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟭 «Tàndi jórni ci’ha la luna de Natà’, tàndi Paoli va lo gra’.» Questo antico proverbio ci dice che il prezzo del grano, anticamente, veniva computato dai giorni che la luna contava nel periodo delle feste di Natale. Il Paolo è una moneta dello Stato Pontificio, detta così perché coniata in origine da papa Paolo III a metà del cinquecento. Nel XIX secolo veniva chiamato Paolo anche la moneta da dieci Bajocchi.