lievito di birra disidratato

IL PANE DEL DIGIUNO QUARESIMALE

Digiuno: una pratica inutile?

All’inizio della Quaresima vogliamo ricordare la pratica del digiuno che, anche tra i cristiani, si pensa inutile. Invece il digiuno e l’astinenza appartengono da sempre alla vita cristiana perché rispondono al bisogno continuo di conversione.
Quale valore e quale senso ha il privarci di un qualcosa che sarebbe in sé stesso buono? La Bibbia insegna che il digiuno è di grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che a esso conduce. Per questo in essa ricorre più volte l’invito a digiunare. 
Il digiuno è la preghiera che si esprime con il corpo. Nel digiuno la nostra preghiera si incarna e si completa in questo confessare attraverso le fibre del nostro corpo che cerchiamo Dio, che, oltre al pane, abbiamo bisogno della sua Parola (Mt 4,4).

Come digiunare

Concretamente, durante la Quaresima, basta non mangiare carne il venerdì e osservare il digiuno il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Il digiuno che la Chiesa indica consiste nel consumare un pasto al giorno. In questo cambiamento delle solite abitudini si vuole puntare l’attenzione sul rinunciare a qualcosa a cui si tiene per dire al Padre, anche con il proprio corpo: «Tu sei la cosa più importante per me!».

Una volta capito come orientarsi, perché non provare a vivere un giorno a settimana o un giorno ogni due settimane… digiunando con il pane e l’acqua per scoprire cosa ha da dirci il nostro corpo sui nostri attaccamenti, sulle nostre dipendenze, sulle nostre paure, sulle nostre debolezze?
Per rendere questa esperienza ancora più bella suggeriamo di fare il pane che si consumerà nel giorno speciale del digiuno per riscoprire che le nostre abitudini: gesti semplici come impastare, bere, mangiare… sono abitati dall’amore di Dio.

Tratto da SHALOM

Ingredienti

Farina 0 o di farro 500 g
Acqua a temperatura ambiente 375 g
Lievito di birra disidratato un cucchiaino
Miele 10 g
Sale fino 10 g

Preparazione

Mettiamo il lievito di birra in 60 ml di acqua tiepida, uniamo la farina e il miele e impastiamo. Uniamo la restante acqua e impastiamo o nella planetaria o a mano. Una volta che i liquidi sono stati assorbiti aggiungiamo il sale. Impastiamo ancora per 10 minuti circa, dobbiamo ottenere un impasto morbido. Copriamo l’impasto con un canovaccio o mettiamolo in un sacchetto per alimenti. Lasciamo lievitare l’impasto per 16 ore in un posto fresco o se abbiamo fretta, lo mettiamo nel forno con la luce accesa.

Lavoriamo nuovamente l’impasto, stendiamolo delicatamente con le mani per formare un quadrato. Prendiamo i lembi esterni e portiamoli al centro. Ripetiamo questa operazione 4 volte. Formiamo la pagnotta e lasciamo lievitare ancora.

Mettiamo nel forno già caldo a 220 gradi la pentola di goccio con il coperchio. Lasciamola scaldare per bene, capovolgiamo la pagnotta nella pentola. Facciamo soprauna croce sul pane profonda con la lametta. Mettiamola nel forno con il coperchio e cuociamo il pane per 30. A questo punto togliamo il coperchio e proseguiamo la cottura per 20 minuti, portando il forno in modalità ventilata per ottenere una doratura. Regoliamoci con la temperatura, se dovesse scurirsi troppo abbassiamo la temperatura.

Sforniamo il pane e togliamolo dalla pentola, lasciamolo raffreddare completamente su una grata.

Questo pane può essere gustato sia a colazione con il latte o semplicemente per rispettare il digiuno, con acqua tutti i mercoledì ed i venerdì di quaresima.

Male non ci farà.

Buona vita, buon pane del digiuno quaresimale 🙏❤️

PANINI ALLE SPEZIE (Cazzotti)

Spezie e profumi ovunque, ci piacciono nel dolce e nel salato.

Non c’era più il pane, la lunga lievitazione non era possibile….. e stasera? Vuoi fare cena senza pane? Mai!

Allora ho impastato tutto a mano, in attesa che la planetaria risorga, ho messo la farina 0 ed 1 con germe di grano, poco lievito di birra disidratato, meno di mezzo cucchiaino, un cucchiaino di miele, 100 grammi di latte, ed acqua, semi di anici, zenzero e noce moscata, un pizzico di sale ed un cucchiaio di olio extravergine di oliva. Ho fatto due pieghe, una ogni mezz’ora, ho lasciato lievitare. Ho sgonfiato, ho piegato e steso allo spessore di due centimetri, fatto le strisce e sovrapposte a due a file. Ho rimesso a lievitare ed ho cotto a 180 gradi per una mezz’ora. I cazzotti ai semi di anici, profumano da svenire, ottimi per la cena col salato e con la marmellata di mele al pan di zenzero! La marmellata di mele alle spezie l’ho fatta ieri sera ed è strepitosa!

Oh signori, lasciateci lodare quello che ci piace fare!

Pane e marmellate! Tempo per avere un buon pane? Alle 15 ho impastato e alle 18/30 ho cotto e subito mangiato! Perché essere fissati per una pane naturale e a lunga lievitazione? Non conviene, l’essenziale è farlo bene e con tutto l’amore! Questo sì, che un grande amore!!!

La vita sta passando molto velocemente e tristemente, può darsi che non potremo più nemmeno prepararci il nostro cibo, il pane in primo!

L’Enel non ci darà nessuna possibilità!

Buona vita, buon pane!

Del diman non c’è certezza ed il resto è noia e tristezza!

PANE ALLA CURCUMA CON ERBE AROMATICHE E YOGURT BIANCO GRECO

Si sa quanto sia grande la nostra passione per il pane e per tutti i lievitati in generale. Usiamo il più delle volte il nostro lievito madre che si chiama Assuntino creato 13 anni fa, ne sono passati molti di anni e di pani, partendo dall’inizio possiamo dire di aver fatto qualche progresso anche se ogni tanto, capita proprio di fallire per uno sconosciuto motivo. Non siamo delle maestre di panificazione, usiamo solo oltre alle materie prime di qualità, la nostra esperienza casalinga ed ormai anche l’occhio e sappiamo criticarci se sbagliamo.

Non importa tutto questo discorso, l’essenziale è andare al sodo.

Noi abbiamo molta fantasia nel preparare il pane, certamente il principale è quello di tutti i giorni, semplice lievito madre, acqua farina e sale, poi a seconda delle stagioni possiamo unire spezie, erbe aromatiche e formaggi. Dipende dal momento.

Ecco quindi questo nostro pane alla curcuma, con le erbe aromatiche appena spuntate ed il nostro yogurt bianco greco fatto in casa. Voi potete usare lo yogurt bianco greco che si trova nei supermercati. Sarà buono anche se usiamo al posto suo la ricotta. A voi la scelta.

Ora vi raccontiamo come l’abbiamo fatto.

Ingredienti

150 grammi di farina di semola rimacinata di grano duro

500 grammi di farina 0

Un cucchiaino di lievito di birra disidratato o meno di un quarto di quello fresco

Un cucchiaino di zucchero

Un cucchiaino di sale

Un cucchiaino o a vostra scelta di curcuma

150 grammi di yogurt bianco greco o di ricotta

200 grammi di acqua per attivare il lievito ed altra per ottenere un impasto morbido

Erbe aromatiche, timo, maggiorana, erba cipollina e basilico tutto tritati finemente

Procedimento

La mattina in una tazza mettiamo ad attivare il lievito con un cucchiaino di zucchero e 200 grammi di acqua, lo lasciamo nel forno spento fino a quando in superficie si formano delle bollicine.

Nella ciotola della planetaria o a mano, mettiamo le farine, il lievito attivato, lo yogurt bianco greco, la curcuma, impastiamo aggiungendo poco alla volta, altra acqua quella giusta per un impasto morbido, lasciamo incordare ed uniamo le erbe aromatiche, fermiamo la planetaria e lasciamo riposare per un quarto d’ora. Riaccendiamo la planetaria lasciando impastare un po’ e cominciamo a fare le pieghe in ciotola o sulla spianatoia se lo abbiamo impastato a mano. Tiriamo su un lembo della pasta e lo riportiamo giù chiudendolo in mezzo dell’impasto con le dita della mano. Lo facciamo per tre volte e lo mettiamo a lievitare coperto da un sacchetto per alimenti nel forno con la luce accesa. Ora è caldo lo possiamo lasciare a temperatura ambiente.

Al raddoppio lo sgonfiamo, lo tagliamo in tre parti, che lavoriamo arrotondandoli sopra la spianatoia con il palmo delle mani. Li lasciamo riposare e ripetiamo l’operazione per altre tre volte. Questo lavoro in più è quello che rende morbido il pane. Sgonfiamo e pirliamo, ed allunghiamo ogni pezzo l’ultima volta cercando di chiuderlo bene girandolo con il palmo della mano sopra la spianatoia, formiamo la treccia che metteremo sopra una lastra con la carta forno. Rimettiamo a lievitare fino a quando premendo la pasta con un dito tornerà su lentamente. Mettiamo a cuocere in forno caldo statico a 200 gradi abbassando la temperatura a 180 gradi scalando ogni dieci minuti fino a 140 gradi per quasi un’ora!

Il tempo di cottura può variare dipende dalla temperatura del nostro forno. A metà cottura se la superficie diventa scura, la copriamo con un foglio di alluminio.

Spegniamo il forno e mettiamo la treccia ad asciugarsi sopra una grata. Ricordiamoci sempre che il pane appena sfornato non si deve tagliare perché deve asciugarsi bene. Se lo facessimo diventerebbe ammassato.

Non perdetevi altre ricette di pane profumato cercando di seguirci!

Grazie e a presto!

Buona vita, buon pane alla curcuma ed erbe aromatiche! ❤️

CORONA DI PANE DI PASQUA

Due anni sono passati da quando è scoppiata la pandemia e siamo allo scoppio di una guerra che mai avremmo pensato potesse succedere!

È un tempo ancora più duro del primo quando una speranza c’era di futuro, ora non c’è più!

Si campa minuto per minuto, è certo che progetti non si possano fare, no!!!!

Non lo sapremo se il sole splenderà questa estate, né se ci saranno l’autunno e poi di nuovo l’inverno! Lasciamo scorrere sopra di noi tutti i pensieri neri, magari per un momento e quel che sarà, sarà!

La primavera è alle porte, la temperatura è gelida ancora ma c’è il sole e questo fa bene a tutti!

Cominciamo a pensare alla Pasqua e alle cose buone solite tradizionali e non! In cucina c’è spazio per tutte e due!

Questa è una corona di pane porta bene che può essere usata come centro tavola e da mangiare con la marmellata la mattina o con i salumi per antipasto a pranzo nel giorno di Pasqua.

Prepariamola per centro tavola di Pasqua intrecciata di rami di ulivi benedetti la domenica delle Palme!

Io vi racconto come l’ho fatta!

Ingredienti

500 grammi di farina ai cereali o 0 o 1 o metà integrale e metà 0

Un cucchiaino di lievito di birra disidratato

Un cucchiaino di zucchero

300/350 grammi di acqua

Sale

Semi vari di sesamo girasole e zucca

Tre cucchiai di olio extravergine di oliva

Preparazione

Mettere nella ciotola della planetaria o sopra la spianatoia la farina, il lievito e lo zucchero, unire poco per volta l’acqua cominciando ad impastare, unire il sale ed i semini, l’olio extravergine di oliva poco alla volta e lavorare fino ad incordare o se a mano fino ad ottenere una pasta liscia ed elastica. Mettere a lievitare fino al raddoppio coperta da un sacchetto di plastica per alimenti. Ci vorranno dalle due alla tre ore.

Riprendere l’impasto, lavorarlo per sgonfiare, dividerlo in tre parti e formare tre cilindri della stessa lunghezza e formare una treccia saldando bene i bordi. Mettere in uno stampo del ciambellone unto ed infarinato e lasciare lievitare dentro il sacchetto ed in forno con luce accesa.

Scaldare il forno statico a 180 gradi, far cuocere per tre quarti d’ora più o meno abbassando la temperatura a 160 gradi dopo 10 minuti, ed ancora dopo altri 10 minuti a 140 gradi, nell’ultimo quarto d’ora cuocere a ventilato coprendo la superficie con un foglio di alluminio.

Togliere la corona di Pasqua dal forno e lascare intiepidire per poterla togliere dallo stampo!

Buona vita, buona corona di pane di Pasqua ❤️

PANINI VELOCI (CAZZOTTINI AI GIRASOLI)

Non avevamo più pane, quello con il lievito madre era troppo tardi perché la lievitazione doveva essere di una notte, che potevo fare? Andare a comprarlo no, non mi piace più dopo 13 anni di panificazione in casa, il pane comprato non è esiste, cercherò di poterlo ancora fare finché avrò vita.

Un paio di cazzottini con i semi di girasole fatti in batter d’occhio ed il pane è in tavola!

Buoni buoni!

Ho impastato 500 gr di farina 1, può essere anche 0 o 00, meno di un cucchiaino di lievito di birra disidratato, mezzo cucchiaino di zucchero e di sale, un cucchiaio di semi di girasole, tre cucchiai di olio extravergine di oliva e 350 grammi acqua.

Ho messo raddoppiare in forno con la luce accesa. Ho sgonfiato e tagliato a cazzottini, ho fatto lievitare ed ho cotto a 180 per una ventina di minuti.

Buoni per la marmellata e per il prosciutto. Se il pane è fatto con il lievito di birra non moriremo per questo! Ora ci sarà la guerra che potrebbe farci la pelle……a tutto il mondo intero!

Oggi è quaresima, facciamo un pasto sobrio se non riusciamo a fare digiuno e prima cosa su tutto, preghiamo!

Buona vita, buoni cazzotti di pane!❤️

Sarà quel che sarà!

PANE NOSTRO QUOTIDIANO

L’unica azione che ci fa sentire liberi ora, è il lavoro manuale di impastare il pane, acqua e farina con la nostra pasta madre viva che sa fare un miracolo ogni volta che la mettiamo alla prova!

Pensiamoci bene cosa sanno fare tutti questi ingredienti naturali, l’alimento più buono e puro che c’è da sempre sulle nostre tavole. Il pane, il pane lievito madre o di birra non ha uguali come bontà e genuità, e per chi ci mette le mani è una soddisfazione quando all’apertura dello sportello del forno il miracolo è compiuto!

Consoliamoci e sentiamoci grandi per questo!

In fondo ci basta poco!

La mia ricetta è questa!

Impasto 500 grammi di farina 0 o metà e metà di tipo uno e germe di grano duro o di semola, o integrale, le quantità variano ma devono essere sempre un totale di mezzo chilo.

Lavoro molto spesso senza impastare ma solo mescolando 50 grammi di lievito madre o un cucchiaino di lievito di birra disidratato o un grammo di birra fresco, mescolo con 350 grammi di acqua, un cucchiaino di zucchero fino a sciogliere il lievito, unisco le farine ed un cucchiaino di sale. Una volta impastato tutto insieme, velocemente senza lavorare lascio lievitare per una notte la pasta coperta dalla pellicola.

La mattina faccio tre pieghe in ciotola e formo la pagnotta. Lascio lievitare nel cestino coperto con un canovaccio è raggiunta la lievitazione metto a cuocere in forno caldo a 250 gradi abbassando la temperatura di dieci gradi ogni 10 minuti fino ad arrivare a 160 gradi. La cottura deve durare quasi un’ora. Gli ultimi dieci minuti metto il forno ventilato con lo sportello socchiuso. Il pane può essere impastato nella planetaria o a mano. Il pane una volta cotto lo lascio asciugare sopra una grata e non lo taglio mai caldo!

Buona vita, buon pane nostro quotidiano!

PANE ALLA RICOTTA

Se vi capita di avere in frigo della ricotta che sta per scadere, non la buttate, è ottima per fare molti buoni piatti in cucina e del pane favoloso, leggero, profumato e ottimo per mangiare sia a colazione spalmato di marmellata o da solo o per fare crostini dolci o salati.

Vi racconto come si fa questo buonissimo pane!

Ingredienti

400 grammi di farina 0

200 grammi di farina di tipo uno e germe di grano oppure tutta 0

300 /350 grammi di acqua ma bisogna regolarsi soltanto quando avremo impastato tutto

Un cucchiaino di lievito di birra disidrato mastro fornaio

Un cucchiaino di zucchero

150 grammi di ricotta

Sale un cucchiaino

Preparazione

Impastiamo nella planetaria o a mano le farine, il lievito e lo zucchero, la ricotta con una parte di acqua, non mettiamola tutta perché essendoci la ricotta, può servirne di meno. Lavoriamo fino ad amalgamare tutto ed uniamo il sale. Finiamo di impastare fino ad incordare se con la planetaria o se a mano fino a quando l’impasto si presenta morbido e setosa.

Se vogliamo facciamo le pieghe in ciotola tirando su un lembo di pasta rimettendolo giù, per tutto la circonferenza della ciotola o altrimenti lasciamo solo lievitare in luogo caldo.

Al raddoppio lavoriamo un po’ la pasta e la sgonfiamo la pirliamo girandola sopra la spianatoia e la rimettiamo a lievitare ancora. Se non fate questo passaggio potete fare subito la treccia a due e metterla a lievitare per l’ultima volta.

Io vi consiglio di fare anche l’altra lievitazione perché avremo un pane leggero come una piuma, ma decidete voi.

Riprendiamo la pasta la dividiamo in due e facciamo la treccia, che lasciamo lievitare un po’ sempre al caldo.

Accendiamo il forno alla temperatura di 200 gradi ed appena pronto mettiamo a cuocere il pane per 3/4 d’ora più o meno, abbassando la temperatura a 180/ 160 gradi dopo 10 minuti e fino alla fine della cottura. Il pane deve diventare dorato. Regoliamoci con il nostro forno.

Lasciamo freddare il pane sopra una grata prima di tagliarlo, mi raccomando, deve asciugarsi completamente prima di mangiarlo.

Oggi ho fatto due crostini scaldando due fette di questo pane straordinario, ho messo sopra una piccola parte di burrata ed un fico caramellato all’aceto balsamico. Buoni e goduriosi.

Buona vita, buon pane alla ricotta❤️

Pane a cassetta per tartine

Un pane leggerissimo come una piuma fatto con pochissimo lievito di birra disidratato, farina integrale e 0.

Il pane è ottimo per la colazione con la marmellata, con il prosciutto crudo o altro o per fare tartine da consumare per antipasto.

Questo è il racconto di come si fa il pane a cassetta. Possiamo cambiare farine, grassi tipo olio extravergine di oliva, di girasole o il burro che lo rende ancora più buono. Possiamo unire tutti i tipi di semi oleosi che ci piacciono e possiamo sostituire l’acqua con il latte vaccino o vegetale, è una ricetta molto versatile.

Ho fatto attivare nel forno spento, meno di mezzo cucchiaino di lievito di birra disidratato con un bicchiere d’acqua ed un cucchiaino di zucchero fino ad ottenere una schiuma in superficie.

Ho messo nella ciotola della planetaria le farine, 300 grammi di tipo 0 e 250 grammi di farina integrale, il lievito attivato, l’acqua in totale 250 grammi considerando anche quella dall’attivazione lasciandone un po’ perché unendo l’olio potrebbe essere troppa, ho lasciato impastare lentamente, a questo punto se la pasta fosse risultata troppo molle avrei unito poca farina o se troppo dura, ancora un po’ dell’acqua, ho lasciato incordare fino a quando pasta ha cominciato a staccarsi dalle pareti della ciotola, ho unito il sale, i semi vari (facoltativi), 30 grammi di olio extravergine di oliva, o se volete di girasole, se scegliamo il burro ne mettiamo 50 grammi.

Assorbito tutto il grasso, ho lasciato raddoppiare mettendo la ciotola con la pasta nel sacchetto di surgelati, dentro il forno spento con la lucina accesa. Al raddoppio, ho sgonfiato la pasta ed ho fatto le pieghe per tre o quattro volte. Questo serve per rendere la pasta setosa e morbida da lavorare.

Ho steso un cilindro, ho tagliato 4 palline, che ancora una volta ho sgonfiato e fatto lievitare un po’, ho sgonfiato ancora e formato 4 palline che ho sistemato in uno stampo a cassetta. Ho lasciato raddoppiare fino a quando la pasta è arrivata al bordo dello stampo. Ho cotto a 200 gradi abbassando a 180 ogni dieci minuti, fino a150:160 gradi per un totale di tre quarti d’ora. Ho coperto con un foglio di alluminio a metà cottura.

Ho lasciato freddare il pane a cassetta nello stampo e dopo l’ho sfornato.

Questo pane dura e resta morbido per qualche giorno, magari lo conserviamo in un sacchetto per surgelati. Lo possiamo anche tostare una volta tagliato a fette.

Buona vita, buon pane a cassetta ❤️

Ciambelline di carnevale

Cuore di mamma e cuore di sorella, il primo è molto, molto rattristato per mio figlio Maurizio che non c’è quasi mai e non può mangiare le ciambelline di carnevale, il secondo è riconoscente e nostalgico per la ricetta delle stesse ciambelline di Laura mia sorella. Era lei che di questo periodo carnevalesco preparava a casa nostra questi friabilissimi dolci. Io ero più piccola di lei, ed ero sicura che mai avrei imparato a farli essendo una pasta lievitata difficile per me. Di tempo ne è passato tanto, piano, piano la passione di impastare è arrivata, sbagliando, riprovando e riprovando qualcosa ho imparato, continuerò ad imparare perché non si finisce mai fino all’ultimo momento! E intanto stasera posso essere davvero soddisfatta per il risultato. Mi dispiace molto, da morire per Micio!

La ricetta scritta a quel tempo l’ho ritrovata sulle note delle ricette personali del libro “il cucchiaio d’argento” vecchia edizione.

Gli ingredienti sono questi con qualche cambiamento mio per una parte di farina di forza.

Si impastano 250 grammi di farina di forza 350, più 250 grammi di farina 0, quattro uova, quattro cucchiai di zucchero, quattro di olio di girasole, buccia di limone e di un’arancia una bustina di lievito di birra disidratato, si può usarne anche la metà, nella ricetta prevedeva un etto di lievito di birra, allora i lievitati avevano molto ma molto lievito, forse era anche una questione di tempo, che non si voleva perderlo essendo le massaie più occupate con un maggior numero di figli e persone in casa, oltretutto non sapevano che potevano prolungare la lievitazione magari in frigo, 130 grammi di latte, un goccio di mistrà che può essere sostituito con rum o limoncello. Dopo aver lavorato tutto, l’impasto deve essere morbido, si spezza in palline nella misura di un mandarino, più o meno, si stendono a cordoncini chiudendo a ciambelline che si lasceranno lievitare per un’ora. Si friggono piano piano e si cospargono di zucchero.

Tornerai Maurizio non solo per le ciambelline!

Queste ciambelline possono anche riposare una notte in frigo per una maggiore digeribilità. Il procedimento poi è sempre lo stesso.

Buona vita, buone ciambelline di carnevale ❤️

Ciambella di s. Lucia

La Ciambella di Santa Lucia, storia tra santità e gusto.

Una ciambella gustosa legata a una figura sacra. La festa liturgica di Santa Lucia ricorre il 13 dicembre; antecedentemente all’introduzione del calendario gregoriano (1582), la festa cadeva in prossimità del solstizio d’inverno (da cui il detto “santa Lucia il giorno più corto che ci sia”), ma non coincise più con l’adozione del nuovo calendario (differenza di 10 giorni). Intorno alla figura della santa gravitano leggende, tipicità gastronomiche e usanze particolari. Si racconta che il corpo della santa, prelevato a Siracusa nel 1040 dai Bizantini di Giorgio Maniace, giunse a Costantinopoli; da qui è stato successivamente trafugato dai Veneziani che conquistarono la capitale bizantina nel 1204 ed è quindi attualmente conservato e venerato nella chiesa di San Geremia a Venezia. In alcune regioni dell’Italia settentrionale esiste una tradizione legata ai “doni di santa Lucia”, figura omologa dei vari San Nicola, Babbo Natale, Gesù bambino, Befana e altri che, durante i secoli, hanno sostituito l’antico culto degli avi nell’immaginario infantile. Nelle Marche viene festeggiata il 13 dicembre. Proprio in quel giorno le nonnine marchigiane Doc sono solite realizzare la ciambella di Santa Lucia: una sorta di ciambellone con un buco centrale dal gusto inconfondibile grazie a un ingrediente principe, l’anice. Essendo divenuto un dolce tradizionale, la ciambella all’anice legata al culto di Santa Lucia è possibile acquistarla presso tutti i fornai della regione. Se entrate in una tipica panetteria marchigiana chiedendo della ciambella di Santa Lucia non avrete alcun problema, la troverete al 99,9 percento.

Questo dolce da noi a Petriolo e dintorni, non è tanto conosciuto, la Santa non si festeggia solennemente e non esiste la tradizione di portare i doni ai nostri bambini. Gli ingredienti che caratterizzano il dolce, oltre ai soliti uova, zucchero, lievito di birra olio extravergine di oliva, sono i semi di anici ed il rum ed i mie aggiunti che sono le uvette e la buccia di arancia sciropposa fatte da me. Per la storia mi sono documentata da villaggimarche.com

Raccontata la storia, prepariamo la ciambella così.

Ingredienti

500 grammi di farina 0 o 00

Una bustina di lievito di birra disidratato mastro fornaio o meno di cubetto di lievito fresco

2 uova di galline felici

150 grammi di zucchero

Buccia di arancia

100 grammi di latte più o meno perché dopo l’aggiunta delle uova, potrebbe volercene di meno

50 grammi di olio extravergine di oliva o di girasole

Semi di anici

Rum

Uvetta sciacquata e messa a macerare nel rum

Scorzette di arancia sciroppose

Preparazione

Se vogliamo fare le scorzette di arancia sciroppose, dobbiamo tagliare a filetti una arancia con la buccia senza trattamenti chimici, mettiamo lo stesso peso delle bucce di zucchero in una pentolina, ed un po’ di acqua, lasciamo sciogliere tutto mescolando ed uniamo le scorzette che devono sciroppare fino a quando diventano lucide e morbide. Le lasciamo raffreddare e prepariamo la ciambella. Nella ciotola della planetaria o a mano dentro un piatto, mettiamo la farina, il lievito e lo zucchero, i semi di anici, le uova ed iniziamo ad impastare, toccando l’impasto uniamo il latte tanto quanto basta per ottenere una pasta morbida, il rum delle uvette, lasciamo impastare ed uniamo a filo l’olio extravergine di oliva o di girasole, questo deve assorbirsi lentamente, quando la pasta si presenta liscia, mettiamo le uvette e le scorzette di arancia. Impastiamo per amalgamare e pirliamo la pasta sopra la spianatoia. Fatta una palla, mettiamola dentro la ciotola coperta da un sacchetto per surgelati e lasciamo raddoppiare nel forno con la lucina accesa. Al raddoppio, la sgonfiamo e la lavoriamo ancora un po’, la dividiamo in sei pezzi, che li arrotoliamo a chiocciola e li mettiamo nello stampo per ciambellone unto ed infarinato. Lasciamo lievitare al calduccio fino a quando con un dito affondiamo la pasta che deve tornare su lentamente. Nel frattempo avremo acceso il forno alla temperatura di 170/180 grammi, inforniamo la ciambella e lasciamo cuocere per 40 minuti più o meno. Se la superficie scurisce copriamola con un foglio di alluminio. Spegniamo il forno e lasciamo freddare nello stampo. Sforniamolo e mettiamolo nel piatto di portata. Spolveriamo di zucchero a velo e gustiamo la ciambella dicendo una preghiera alla nostra Santa Lucia.