Non ho più molto tempo per pubblicare e pensare alle storie di tutta la vita vissuta fin qua.
C’è Sara Futura, la creatura nata a febbraio che mi impegna tutto il giorno, perdersi anche un secondo di lei meravigliosa bimba, vuol dire trovarsela cresciuta senza averla goduta in ogni suo aspetto.
È troppo importante e bello il tempo dedicato a lei, la vita cambia e fa capire che niente è come lei!
Una sola cosa continuo a fare facendo anche i salti mortali, il pane con il lievito madre, magari a tarda notte lo impasto e lo lascio riposare per tutto il tempo necessario.
La vita è un dono, ogni nuova creatura ce lo ricorda.
Buona vita, buon pane nostro naturale!
L’amore è SARA FUTURA ❤️
Pane di semola rimacinata di grano duro Pane con lo yogurt bianco greco ed i semi vari Pane con anche farina di tipo uno e germe di grano duro Pane semplice Pane con anche farina integrale
All’inizio della Quaresima vogliamo ricordare la pratica del digiuno che, anche tra i cristiani, si pensa inutile. Invece il digiuno e l’astinenza appartengono da sempre alla vita cristiana perché rispondono al bisogno continuo di conversione. Quale valore e quale senso ha il privarci di un qualcosa che sarebbe in sé stesso buono? La Bibbia insegna che il digiuno è di grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che a esso conduce. Per questo in essa ricorre più volte l’invito a digiunare. Il digiuno è la preghiera che si esprime con il corpo. Nel digiuno la nostra preghiera si incarna e si completa in questo confessare attraverso le fibre del nostro corpo che cerchiamo Dio, che, oltre al pane, abbiamo bisogno della sua Parola (Mt 4,4).
Come digiunare
Concretamente, durante la Quaresima, basta non mangiare carne il venerdì e osservare il digiuno il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Il digiuno che la Chiesa indica consiste nel consumare un pasto al giorno. In questo cambiamento delle solite abitudini si vuole puntare l’attenzione sul rinunciare a qualcosa a cui si tiene per dire al Padre, anche con il proprio corpo: «Tu sei la cosa più importante per me!».
Una volta capito come orientarsi, perché non provare a vivere un giorno a settimana o un giorno ogni due settimane… digiunando con il pane e l’acqua per scoprire cosa ha da dirci il nostro corpo sui nostri attaccamenti, sulle nostre dipendenze, sulle nostre paure, sulle nostre debolezze? Per rendere questa esperienza ancora più bella suggeriamo di fare il pane che si consumerà nel giorno speciale del digiuno per riscoprire che le nostre abitudini: gesti semplici come impastare, bere, mangiare… sono abitati dall’amore di Dio.
Tratto da SHALOM
Ingredienti
Farina 0 o di farro 500 g Acqua a temperatura ambiente 375 g Lievito di birra disidratato un cucchiaino Miele 10 g Sale fino 10 g
Preparazione
Mettiamo il lievito di birra in 60 ml di acqua tiepida, uniamo la farina e il miele e impastiamo. Uniamo la restante acqua e impastiamo o nella planetaria o a mano. Una volta che i liquidi sono stati assorbiti aggiungiamo il sale. Impastiamo ancora per 10 minuti circa, dobbiamo ottenere un impasto morbido. Copriamo l’impasto con un canovaccio o mettiamolo in un sacchetto per alimenti. Lasciamo lievitare l’impasto per 16 ore in un posto fresco o se abbiamo fretta, lo mettiamo nel forno con la luce accesa.
Lavoriamo nuovamente l’impasto, stendiamolo delicatamente con le mani per formare un quadrato. Prendiamo i lembi esterni e portiamoli al centro. Ripetiamo questa operazione 4 volte. Formiamo la pagnotta e lasciamo lievitare ancora.
Mettiamo nel forno già caldo a 220 gradi la pentola di goccio con il coperchio. Lasciamola scaldare per bene, capovolgiamo la pagnotta nella pentola. Facciamo soprauna croce sul pane profonda con la lametta. Mettiamola nel forno con il coperchio e cuociamo il pane per 30. A questo punto togliamo il coperchio e proseguiamo la cottura per 20 minuti, portando il forno in modalità ventilata per ottenere una doratura. Regoliamoci con la temperatura, se dovesse scurirsi troppo abbassiamo la temperatura.
Sforniamo il pane e togliamolo dalla pentola, lasciamolo raffreddare completamente su una grata.
Questo pane può essere gustato sia a colazione con il latte o semplicemente per rispettare il digiuno, con acqua tutti i mercoledì ed i venerdì di quaresima.
Lievito madre Pane a cassetta Pane con farina di farro e burro Pane naturale cotto in pentola di coccioLievito madre
Lievito madre
Farina 0 e di tipo uno e germe di grano duro Pà nnociato con fichi secchi e noci ricetta tradizionale marchigiana Lievito madre Treccia di pane e lónza tipico salume marchigiano
C’è un dolce buonissimo facile e di bella presenza.
C’è il dolce magiaro di ciliegie morbido, con due consistenze e con un delizioso fondo di ciliegie che poi magicamente diventa superficie.
C’è la ricetta originale del libro antico che racconta gli ingredienti e la preparazione, i primi sono in abbondanza per le nostre esigenze moderne, la seconda un po’ più lunga non adatta al poco tempo attuale.
C’è allora il dolce magiaro di ciliegie edizione ridotta da me. Meno zucchero, meno burro e meno fatica!
Ve le racconto tutte e due, sta a voi la scelta. Comunque sia, anche la mia edizione ridotta è buonissima, ve lo giuro.!
Ecco il racconto e gli ingredienti
Ricetta originale del libro antico
4 uova di galline felici
150 grammi di farina per dolci
250 grammi di zucchero
250 grammi di burro
350 grammi di ciliegie
Una busta di zucchero a velo
Preparazione
La preparazione prevede che prima si lavorino burro e zucchero fino ad ottenere un composto bianco e spumoso, l’aggiunta della farina e con gli albumi sbattuti a neve incorporati alla fine coprendo la superficie con le ciliegie!
Questa invece è la mia ricetta buonissima lo stesso.
Ingredienti
4 uova di galline felici
60 grammi di burro
160 grammi di zucchero
Succo di limone
150 grammi di farina per dolci
350 grammi di ciliegie snocciolate
Due cucchiai di zucchero e succo di limone
Una bustina di lievito per dolci
Preparazione
Denoccioliamo le ciliegie, mettiamole in una ciotola con due cucchiai di zucchero ed il succo di limone, mescoliamo e lasciamo riposare.
Montiamo a crema il burro e lo zucchero, uniamo un uovo alla volta, il succo di limone e mescoliamo per amalgamare. Sempre mescolando piano uniamo la farina ed il lievito setacciati. Versiamo il composto nello stampo a cerniera foderato di carta forno. Livelliamo la superficie per bene e copriamola interamente con le ciliegie colandoci sopra il loro succo.
Mettiamo a cuocere a in forno a 180 gradi per 30/35 minuti. Regoliamoci perché non bruci la superficie che caso mai quasi a fine cottura la copriamo con un foglio di alluminio. Facciamo la prova dello stecchino che deve uscire asciutto.
Spegniamo il forno e lasciamo freddare completamente prima di sfornare il dolce.
Prima di servire il dolce magiaro di ciliegie spolveriamo leggermente con lo zucchero a velo, e decoriamo con le ciliegie messe in frigo e rotolate nello zucchero a velo e a quello semolato.
Serviamo il dolce magiaro di ciliegie freddo perché è più buono.
Possiamo usare uno stampo quadrato e tagliarlo a cubotti!
Belli, sodi sotto i denti anche se di glutine ce n’è davvero poco, sono i maltagliati mischi, sì come i quatrùcci di qualche giorno fa. Ho rifatta quella pasta antica e povera del nostro passato tranquillo.
Acqua, sale, un filo di olio extravergine di oliva, non ci sono pesi precisi, si possono variare farine e via di seguito. Impastare farina di mais, di ceci, di castagne ed integrale. Nel dopo guerra, la farina integrale era stata abbandonata per dare la preferenza alle farine raffinate e più lo erano, più erano segno di benessere. Il “tritéllo”, scartato serviva per il “pastone” da dare ai maiali.
I maltagliati mischi, cotti nell’acqua delle bietole, sono stati ripassati in padella con le zucchine grigliate, i pomodorini che hanno cotto solo pochi minuti, per non perdere il sapore e le vitamine, olio extravergine di oliva e parmigiano insieme alle erbe aromatiche. Santoreggia, timo, maggiorana, erba cipollina è una fogliolina di menta glaciale!
Pazienza per preparare più le zucchine grigliate che per la pasta che si può preparare anche un giorno prima, conservata nella pellicola ed in frigo.
Questa pasta è ottima sia per una minestra rustica che per farla asciutta magari con legumi e le verdure di stagione!
Buona vita, buoni maltagliati mischi con zucchine grigliate e pomodorini ❤️
Un pane leggerissimo come una piuma fatto con pochissimo lievito di birra disidratato, farina integrale e 0.
Il pane è ottimo per la colazione con la marmellata, con il prosciutto crudo o altro o per fare tartine da consumare per antipasto.
Questo è il racconto di come si fa il pane a cassetta. Possiamo cambiare farine, grassi tipo olio extravergine di oliva, di girasole o il burro che lo rende ancora più buono. Possiamo unire tutti i tipi di semi oleosi che ci piacciono e possiamo sostituire l’acqua con il latte vaccino o vegetale, è una ricetta molto versatile.
Ho fatto attivare nel forno spento, meno di mezzo cucchiaino di lievito di birra disidratato con un bicchiere d’acqua ed un cucchiaino di zucchero fino ad ottenere una schiuma in superficie.
Ho messo nella ciotola della planetaria le farine, 300 grammi di tipo 0 e 250 grammi di farina integrale, il lievito attivato, l’acqua in totale 250 grammi considerando anche quella dall’attivazione lasciandone un po’ perché unendo l’olio potrebbe essere troppa, ho lasciato impastare lentamente, a questo punto se la pasta fosse risultata troppo molle avrei unito poca farina o se troppo dura, ancora un po’ dell’acqua, ho lasciato incordare fino a quando pasta ha cominciato a staccarsi dalle pareti della ciotola, ho unito il sale, i semi vari (facoltativi), 30 grammi di olio extravergine di oliva, o se volete di girasole, se scegliamo il burro ne mettiamo 50 grammi.
Assorbito tutto il grasso, ho lasciato raddoppiare mettendo la ciotola con la pasta nel sacchetto di surgelati, dentro il forno spento con la lucina accesa. Al raddoppio, ho sgonfiato la pasta ed ho fatto le pieghe per tre o quattro volte. Questo serve per rendere la pasta setosa e morbida da lavorare.
Ho steso un cilindro, ho tagliato 4 palline, che ancora una volta ho sgonfiato e fatto lievitare un po’, ho sgonfiato ancora e formato 4 palline che ho sistemato in uno stampo a cassetta. Ho lasciato raddoppiare fino a quando la pasta è arrivata al bordo dello stampo. Ho cotto a 200 gradi abbassando a 180 ogni dieci minuti, fino a150:160 gradi per un totale di tre quarti d’ora. Ho coperto con un foglio di alluminio a metà cottura.
Ho lasciato freddare il pane a cassetta nello stampo e dopo l’ho sfornato.
Questo pane dura e resta morbido per qualche giorno, magari lo conserviamo in un sacchetto per surgelati. Lo possiamo anche tostare una volta tagliato a fette.
Non c’era più il pane, nemmeno una briciola, senza, a casa mia non possiamo mangiare. Niente, magari poco ma come accompagnamento alle pietanze, ci deve essere. Era tardi ed il pane naturale stava lievitando, ma ci volevano troppe ore ed allora a mezzogiorno dovevo pensare di fare qualcosa di veloce. Volevo fare le piadine, il pane chapati o il pane naan, ma non ero convinta perché questi pani piatti, non erano adatti per mangiarci un sughetto. Allora eccola l’idea dei mini croissant veloci, morbidi e buoni. Si possono mangiare con formaggio o con la marmellata o la crema di cioccolato. Vediamo come l’ho fatti.
Ho messo nella ciotola della planetaria 200 grammi di farina 00 e 50 grammi di farina integrale, ho unito poco sale, un pizzico di lievito per torte salate pizzaiolo, un po’ di olio extravergine di oliva e latte quanto ne è servito per ottenere un impasto morbido. Ho fatto impastare fino ad amalgamare tutto, ho finito di lavorare sopra la spianatoia e steso con il matterello in una sfoglia sottile. L’ho tagliata a triangoli e chiuso a croissant. Non proprio perfetti ma la fretta era troppa. Ho scaldato il forno a 170 gradi ed ho fatto cuocere per una ventina di minuti. L’ho sfornati e gustati con alcune fettine avanzate di arrosto e di pomodoro. Buoni, veloci e soprattutto pratici.
Sicuramente li rifarò ogni volta che resterò senza pane.
La pizza scima, cioè scema è una pizza senza lievito e fa parte della tradizione antica dell’Abruzzo. È una pizza che sostituisce il pane e dagli scritti, si può credere che sia di origine israelitica, popolazione presente verso la fine del medioevo in Abruzzo. La pizza scima veniva cotta sopra il piano del focolare con le braci e ricoperta da un coppo.Per farla servono ingredienti che in ogni cucina non mancano mai, farina, olio extravergine, vino bianco e sale. Prima di cuocerla nel nostro forno, la pizza scima deve essere tagliata in piccoli quadrati, in questo modo rende più facile spezzarla dato che l’assenza di lievito la rende più dura. Ingredienti 500 grammi di farina 200 grammi di vino bianco 100 grammi di olioextravergine d’oliva ma la ricetta originale ne mette 140, io ho preferito non farlo Un cucchiaino di sale Preparazione Mettiamo nella ciotola della planetaria o dentro un piatto fondo, la farina, l’olio extravergine d’oliva, il vino, impastiamo, uniamo il sale e lavoriamo fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Stendiamo la pizza scima con il mattarello fino allo spessore di un centimetro e mezzo, piano piano appoggiamola sopra una lastra foderata di carta forno, possiamo scegliere se farla rotonda o rettangolare come ho fatto io, con un coltello affilato, facciamo delle incisioni su tutta la superficie, questo servirà a spezzare la pizza scima con le mani. Spennelliamo con olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale. Mettiamo a cuocere a 200 gradi forno gia caldo, per circa 40/ 50 minuti, a metà cottura può servire coprire la superficie con un foglio di alluminio, o può essere che ci sia bisogno di abbassare la temperatura, io l’ho fatto, non bisogna farla scurire troppo perché oltre che a far male alla nostra salute, la pizza scima diventerebbe dura. Il mio forno ha una temperatura molto più alta dei gradi che segna, quindi dovete regolarvi col vostro anche per il tempo perché potrebbe volercene meno. Spegniamo il forno e togliamola subito. La pizza scima è buona con i salumi, i formaggi, il pomodoro e come spezza fame. Si mantiene per tre o quattro giorni. Io l’ho fatta sabato ed oggi lunedì è ancora buonissima. Questa pizza scima mi ricorda qualcosa che non riesco a decifrare, sicuramente un sapore antico. I ricordi belli o brutti sono doni preziosi ai quali bisogna dare il posto migliore nel nostro cuore.
Allora vi racconto questo antico e povero piatto quando non c’era proprio spazio per i capricci alimentari, quando lo stomaco brontolava e non si doveva far altro che mettersi a letto, che letto, per calmare i morsi della fame e non si poteva stare certo a guardare la qualità del cibo. Quando si era fortunati se ci si poteva nutrire di erbe campagnole, di cavoli, di tagliulì, di frascarélli, di pulènda, di créscia, di uova quando queste avanzano perché ci si preoccupava prima dei figli e degli anziani, e di quatrùcci mischi co lo céce.
Una specie di quadrucci all’uovo fatti però solo di farina di grano tenero ed di granoturco impastati con acqua e un pizzico di sale. Si faceva la “perna”, la si lasciava asciugare sopra “la spianatóra”, o sopra il letto, la si arrotolava e la si tagliava grossolanamente lasciandola appiccicare. Si preparava un sugo di pomodoro e cipolla profumato di rosmarino e di univano i ceci, acqua calda o brodo e si calavano i “ quatrúcci mischi”! Mischi per misti. Un filo di olio extravergine di oliva ed una spolverata di parmigiano reggiano, quest’ultimo sono in tempi di benessere!
Per fare le polpettine ho mescolato 250 di ricotta e 320 grammi di tonno al naturale senza olio e scolato per bene, ho unito erbe aromatiche, timo e cipollina e maggiorana, parmigiano reggiano ed un uovo. Ho amalgamato tutto formando le polpettine e ho cotto in forno a 200 gradi per una ventina di minuti girandole a metà cottura! Le polpettine devono restare morbide.
Due piatti fatti con tutti ingredienti in scatola. Se si hanno i ceci secchi, li mettiamo a bagno la sera prima con un po’ di succo di limone sciacquati bene, ci vorranno più di 12 ore di ammollo per una buona cottura e se si può lasciamoli cuocere in pentola a pressione. La pasta la facciamo con due farine, di grano tenero e di granoturco impastiamo con acqua tiepida ed un pizzico di sale. Stendiamo la pasta non troppo sottile, la arrotoliamo e la tagliamo prima come le tagliatelle poi a quadrucci lasciandoli abbastanza spessi. Il sugo di pomodoro e ceci facciamolo come di abitudine.
Ricetta antica tradizionale contadina preparata quando “l’ùa è fatta e li fichi pénne”, cioè nel tempo della maturazione dell’uva pronta per la vendemmia ed i fichi pendono dagli alberi.
La massaia o la vergara la sera prima della preparazione del “pà nnociato” e del pane, era solita mettere il lievito. Un pezzo di pasta di pane lasciato ogni volta che panificava, e che segnava col taglio della croce, lo collocava nella conca della “matterà” madia. Insieme collocava “la monaca”, uno scaldino di terracotta forata con dentro la brace coperta dalla cenere. Il calore favoriva lo sviluppo della pasta del pane.
La mattina di buon’ora, riprendeva la pasta fermentata, aggiungeva altra farina e tutti gli ingredienti per formare il pà nnociato che si distingueva dal pannociato dolce con noci e cacao amaro.
Il pà nnociato si consumava prevalentemente nel tempo della vendemmia, nella festa dei morti e nel tempo natalizio; più che un pane era un companatico avendo dentro le noci, frutta secca sostanziosa, il pecorino, formaggio facilmente fatto in casa contadina ove si pascolava qualche pecora.
Il pà nocciato salato può essere fatto velocemente se compriamo dal panettiere la pasta del pane ed aggiungiamo le noci, il pecorino e l’uva.
Io vi lascio la mia ricetta per farlo in casa con tanto amore e ingredienti che scegliamo noi.
Ingredienti
500 grammi di farina 0
350 grammi di acqua
100 grammi di noci
Un grappolo di uva bianca da vino
250 grammi di pecorino metà grattugiato e l’altra a pezzetti
60 grammi di olio extravergine di oliva
Una bustina di lievito disidratato di birra o 25 grammi di lievito di birra fresco
Un cucchiaino di zucchero
Preparazione
Mettiamo nella ciotola della planetaria o sopra la spianatoia la farina, il lievito di birra disidratato o quello fresco sciolto in poca acqua, uniamo l’olio extravergine di oliva lo zucchero e lasciamo impastare, uniamo il sale e il pepe e metà del pecorino grattugiato Amalgamiamo tutto e lasciamo lavorare fino ad ottenere un impasto morbido. Regoliamoci con la quantità di farina ed acqua perché non deve essere ne troppo morbido ne troppo duro. Copriamo la ciotola con la pellicola e mettiamo a lievitare fino al raddoppio.
Riprendiamo la pasta, la lavoriamo un po’, la allarghiamo e uniamo le noci, l’uva il pecorino a pezzetti. Formiamo due filoncini con le mani unte di olio e sistemiamoli sopra una lastra foderata con carta forno. Rimettiamo a lievitare fino al raddoppio. Mettiamo a cuocere a 200 gradi per circa mezz’ora poco più. Il pane deve diventare dorato, regoliamoci perché ogni forno cuoce in maniera diversa.
Il pà nnociato è pronto da mangiare da solo o accompagnato da salumi e formaggi! Affrettatiamoci a prepararlo finché troviamo l’uva da vino. Si potrebbe fare con l’uva da tavola ma sarà meno saporito.
Buona vita, buon pà nnociato con noci uva e pecorino ❤️