acqua

PANE NOSTRO QUOTIDIANO

L’unica azione che ci fa sentire liberi ora, è il lavoro manuale di impastare il pane, acqua e farina con la nostra pasta madre viva che sa fare un miracolo ogni volta che la mettiamo alla prova!

Pensiamoci bene cosa sanno fare tutti questi ingredienti naturali, l’alimento più buono e puro che c’è da sempre sulle nostre tavole. Il pane, il pane lievito madre o di birra non ha uguali come bontà e genuità, e per chi ci mette le mani è una soddisfazione quando all’apertura dello sportello del forno il miracolo è compiuto!

Consoliamoci e sentiamoci grandi per questo!

In fondo ci basta poco!

La mia ricetta è questa!

Impasto 500 grammi di farina 0 o metà e metà di tipo uno e germe di grano duro o di semola, o integrale, le quantità variano ma devono essere sempre un totale di mezzo chilo.

Lavoro molto spesso senza impastare ma solo mescolando 50 grammi di lievito madre o un cucchiaino di lievito di birra disidratato o un grammo di birra fresco, mescolo con 350 grammi di acqua, un cucchiaino di zucchero fino a sciogliere il lievito, unisco le farine ed un cucchiaino di sale. Una volta impastato tutto insieme, velocemente senza lavorare lascio lievitare per una notte la pasta coperta dalla pellicola.

La mattina faccio tre pieghe in ciotola e formo la pagnotta. Lascio lievitare nel cestino coperto con un canovaccio è raggiunta la lievitazione metto a cuocere in forno caldo a 250 gradi abbassando la temperatura di dieci gradi ogni 10 minuti fino ad arrivare a 160 gradi. La cottura deve durare quasi un’ora. Gli ultimi dieci minuti metto il forno ventilato con lo sportello socchiuso. Il pane può essere impastato nella planetaria o a mano. Il pane una volta cotto lo lascio asciugare sopra una grata e non lo taglio mai caldo!

Buona vita, buon pane nostro quotidiano!

Diario alimentare di quaresima (maltagliati mischi con zucchine grigliate e pomodorini)

Belli, sodi sotto i denti anche se di glutine ce n’è davvero poco, sono i maltagliati mischi, sì come i quatrùcci di qualche giorno fa. Ho rifatta quella pasta antica e povera del nostro passato tranquillo.

Acqua, sale, un filo di olio extravergine di oliva, non ci sono pesi precisi, si possono variare farine e via di seguito. Impastare farina di mais, di ceci, di castagne ed integrale. Nel dopo guerra, la farina integrale era stata abbandonata per dare la preferenza alle farine raffinate e più lo erano, più erano segno di benessere. Il “tritéllo”, scartato serviva per il “pastone” da dare ai maiali.

I maltagliati mischi, cotti nell’acqua delle bietole, sono stati ripassati in padella con le zucchine grigliate, i pomodorini che hanno cotto solo pochi minuti, per non perdere il sapore e le vitamine, olio extravergine di oliva e parmigiano insieme alle erbe aromatiche. Santoreggia, timo, maggiorana, erba cipollina è una fogliolina di menta glaciale!

Pazienza per preparare più le zucchine grigliate che per la pasta che si può preparare anche un giorno prima, conservata nella pellicola ed in frigo.

Questa pasta è ottima sia per una minestra rustica che per farla asciutta magari con legumi e le verdure di stagione!

Buona vita, buoni maltagliati mischi con zucchine grigliate e pomodorini ❤️

Buon proseguimento di cammino di quaresima 🙏

Arancello alla vaniglia o alla cannella o all’anice stellato

Bello concentrato l’arancello alla vaniglia fatto con le bucce d’arance tenute per 40 giorni in infusione nell’alcool. E le scorzette che restano, vengono più buone candite di quelle che normalmente si fanno con le bucce d’arance appena tagliate!

Quindi non le buttiamo e seguiamo la ricetta che trovate quihttps://farinaefiore.com/2015/01/07/scorze-semicandite-di-limone-arancia-e-zenzero/

Per fare il liquore ci servono questi ingredienti

Sei arancia senza trattamenti chimici

Un litro di alcol a 90 gradi

Una bacca di vaniglia aperta

Un chilo di zucchero per

Un litro di acqua

o 650 grammi di zucchero per

650 grammi di acqua

Preparazione

Laviamo le arance strofinandole con uno spazzolino, tagliamo a filetti la buccia togliendo tutta la parte bianca, mettiamole in un barattolo a chiusura ermetica insieme a mezzo litro di alcol ed alla bacca di vaniglia aperta, chiudiamo ermeticamente e poniamo al buio per 40 giorni scuotendo il barattolo due volte al giorno. Trascorso il tempo, mettiamo in una pentola 900 grammi di zucchero con 600 grammi di acqua, portiamo a bollore e lasciamo bollire per due minuti. Lasciamo raffreddare, poi versiamo lo sciroppo insieme all’infuso di alcol ed arancia. Mescoliamo e filtriamo, teniamo da parte le bucce per fare le scorzette come è scritto nel link più su. Facciamo caramellare il resto dello zucchero e dell’acqua, uniamo il resto di alcol e l’infuso. Lasciamo riposare per un giorno, filtriamo ed imbottigliamo e possibilmente degustiamolo dopo una o due settimane.

Possiamo evitare di fare il caramello, in questo caso, uniamo tutto l’alcol nelle bucce e tutto lo zucchero che sarebbe un chilo ma potremmo usarne anche 650 grammi, nell’acqua per fare lo sciroppo.

Le bucce dopo aver assorbito l’alcol, diventano molto più buone e ricordatevi di usarle per le scorzette!

Buona vita, buon arancello alla vaniglia ❤️

Clafoutis di cavolo nero alla ricotta e sesamo

Dalla finestra con i vetri appannati dal vapore della cucina, vedo i bei cavoli neri che spiccano con le loro foglie rustiche e rugose. Mi metto un paio di scarponi, prendo il coltello e piano piano cercando di non scivolare sulle foglie cadute lo scorso autunno che sono ancora lì, mi avvicino al cordolo che separa l’orto dalla strada. Faccio alcuni passi, mi avvicino alle coltivazioni, taglio alcune foglie di cavolo nero, pensando a come usarle, mi avvio verso il porticato di casa.

Mi metto a pulire le foglie scartando la costola che resta sempre dura, metto l’acqua a bollire con il sale, dopo aver lavato bene i cavoli, li immergo, li copro con il coperchio, appena cominciano a bollire, scopro la pentola e affondo le foglie. Le lascio bollire ancora un po’, le scolo, le faccio asciugare bene e nell’attesa penso a come usarle.

Cosa fare? Ci sono delle uova di galline felici, ho la ricotta, mi manca ancora qualche ingrediente. Le patate, che dopo averle fatte a fettine, le faccio cuocere a microonde dentro una ciotola di vetro con un goccio di acqua. Le patate cotte in questo modo, risultano più buone e sode.

Prendo un’altra pirofila, metto un giro di olio extravergine di oliva, la fodero con le foglie di cavolo nero, unisco la ricotta a fiocchetti, sale, curcuma, pepe nero, parmigiano reggiano, sesamo e le patate l’olio extravergine di oliva continuando così fino ad esaurimento degli ingredienti. Chiudo con le foglie di cavolo nero e le patate. Sbatto due uova con un bicchiere di latte, sale, noce moscata, curcuma e parmigiano reggiano ed un filo di olio extravergine di oliva, verso sul tutto e spolvero con il sesamo. Metto in forno a180 gr statico e faccio cuocere per circa 30 minuti. Più o meno.

Metto in tavola e gusto insieme ai miei il clafoutis di cavolo nero e ricotta.

Il giorno dopo quello che era avanzato l’ho riscaldato a microonde ed era ancora più buono.

Buona vita, buon clafoutis di cavolo nero e ricotta!

Le frittelle di s. Antonio abate

Per sant’Andò de la vàrba viànga, se non ha sbiangato, sbianga!

Per s. Antonio con la barba bianca, se non ha imbiancato, sbianca!

Vecchio detto popolare marchigiano!

Prendere un pezzo di massa di pane lievitato, fare tante pallottoline grosse come un uovo e schiacciare a forma di crescia, o cresciola o frittella come si chiama da noi. Friggere in olio, spolverare di zucchero o di sale come piaceva a mio padre. Le frittelle di s.Antonio dolce povero e tradizionale per questa festa quando un tempo arrivava “lu vecchió” una persona mascherata di brutto, che portava regali ai bimbi!

Dove sei finito tempo semplice e meraviglioso?

Buona vita, buone frittelle di s. Antonio abate!

Marmellata di fichi d’india alla vaniglia o alla cannella

Solo nove fichi d’india per ottenere una deliziosa e solare marmellata da racchiudere in due vasetti e poter ricordare una calda giornata siciliana. Proviamo a farla.

Ingredienti

Nove fichi d’india puliti

Acqua quanto basta per farli ammorbidire

200 di zucchero semolato o integrale di canna

200 gr di mela a piacere io ho usato le mie di una qualità grezza ed aspra

Il succo di un limone bio

Semi di vaniglia

Cannella

Due vasetti

Preparazione

Mettiamo i fichi nella pentola e aggiungiamo l’acqua, il succo del limone, le fettine di mele. Mescolando iniziamo la cottura, lasciamola andare piano piano fino a quando le mele si presentano disfatte. Mettiamo il tutto nel passaverdura fino a raccogliere tutta la polpa ed il succo ottenuto. Io ne ho ottenuto 600 gr, uniamo 200 gr di zucchero e la vaniglia. Rimettiamo sul fuoco e lasciamo cuocere fino a quando la marmellata di addensa un po’. Non lasciamo che indurisca perché è più buona morbida. Facciamo caso mai la prova del piattino mettendo un cucchiaino di marmellata che non dovrà scivolare velocemente. Mettiamo la nostra solare e deliziosa marmellata nei due vasetti sterilizzati e chiudiamo con i loro coperchi. Per esser più tranquilli, consiglio di mettere a sterilizzare nella pentola per 30 minuti dall’inizio del bollore insieme a dei canovacci che li tengano separati per evitare che i vasetti si rompano. Mettiamo la marmellata in dispensa o se non possiamo aspettare, gustiamola subito col pane o quello che ci piace.

Buona vita, buona marmellata di fichi d’india alla vaniglia.

A presto……non avranno fine le mie marmellate almeno fino a quando Dio vorrà!

Marmellata di limoni con fragoline di bosco candite al profumo di fiori di rosmarino e ricetta limoncello

Questa marmellata che scrivo oggi, l’ho preparata molto tempo fa quando ancora mia figlia Serena, non aveva in mente di scrivere questo diario di ricette e tradizioni folcloristiche del nostro piccolo paese e provincia. Aveva scattato la foto solo per piacere, poi piano, piano, sapendo quanto mi piacesse cucinare, si è decisa di scrivere e fare foto per lasciare che un giorno, potesse lei stessa, cimentarsi nelle ricette di casa nostra, della famiglia Natali e Natali. Oggi vi lascio la ricetta di questa profumatissima marmellata di limoni. Potete farla con la buccia o senza. Se scegliete quella senza, le bucce potete servirle per preparare il limoncello. Basta metterle in un litro di alcool puro da cucina a 95 gradi. Lasciare in infusione per poi tempo possibile, un mese o piu. Poi preparare uno sciroppo facendo bollire per 5/6 minuti un litro di acqua con 800 gr di zucchero e bacca di vaniglia, spegnere il fuoco e lasciare freddare. Mescolare lo sciroppo ottenuto con l’alcool e le bucce, lasciare poi a riposare per una settimana. Filtrare con una garza e imbottigliare. Consumare dopo 40 giorni. Ora passiamo alla ricetta della marmellata.

Ingredienti

Un kl. di limoni senza trattamento

500 / 400 di zucchero semolato o di canna integrale

Semi di vaniglia

Alcune fragoline di bosco candite

Fiori di rosmarino q b

3 bicchieri di acqua

Preparazione

Laviamo con uno spazzolino i limoni, togliamo la buccia e teniamo da parte per il limoncello, tagliamo a pezzettini la polpa facendo questa operazione sopra una ciotola per non perdere il succo. Lasciamo riposare per 12 ore. Trascorso il tempo, mettiamo una pentola, l’acqua e lo zucchero a bollire a fuoco dolce, lasciamo sobbollire mescolando, uniamo i limoni con tutto il succo, mescolando spesso per non fare attaccare la marmellata che cuocerà presto essendo ricca di pectina. Poco prima della cottura uniamo i fiori di rosmarino e le fragoline candite, facciamo la prova del piattino versandone una goccia che se risulta giusta come consistenza, potremo invasare subito o aspettare il giorno dopo perché con il riposo, capiremo meglio la cottura. La polpa dei frutti deve risultare lucida e lo sciroppo semi solido. Buona da sola, con pane e burro, con i formaggi o con le creme di yogurt o mascarpone o ricotta. Buona sopra la crostata cotta in bianco, cioè cuocendo prima la pasta frolla per gustare la marmellata così com’è. Preferisco fare le crostate in questo modo evitando una seconda cottura alla marmellata.

Buona vita, buona marmellata di limoni con fragoline candite di bosco e fiori di rosmarino.

Pane giallo agli odori dell’orto

Mi piace molto fare il pane, mi piace mangiarlo da solo, con la marmellata la mattina, a pranzo a cena con qualsiasi cosa e soprattutto con un filo di olio ed aceto e filetti di pomodoro maturo come lo preparava mamma quando ero piccola. Bel ricordo e sapore impresso indelebili. Sempre presa dalla nostalgia! Questo pane giallo, è nato per caso. Aprendo il frigo, mi sono accorta che c’era ancora della farina di mais per. La uso spesso nella stagione fredda per fare la polenta e per rendere croccante una panatura. Ora però fa caldo e rischierei di trovare degli intrusi sgradevoli così, ho mischiato altre farine per fare un pane giallo sempre con il mio lievito madre. Precisamente 100 gr di farina di mais, 150 gr integrale e 250 gr di farina 0, 50 gr di lievito madre, buccia di limone, un cucchiaio di olio extravergine di oliva, timo, maggiorana, erba cipollina, rosmarino e curcuma e sale fino. Ho unito 350 gr di acqua, ho mescolato per unire il tutto dentro una grande ciotola che ho infilato in un sacchetto di plastica per surgelati. Questo sarebbe il pane senza impasto, facile, veloce e buono. Ho lasciato che lievitasse dentro il forno con la luce accesa, ho aspettato che raddoppiasse di volume. Più o meno 6/7 ore. Ho infarinato il piano di lavoro con la semola, ho lasciato cadere l’impasto sopra allargandolo come un quadrato, ho preso i quattro angoli portandoli al centro, ho impastato ancora e rifatto lo stesso procedimento del portare gli angoli al centro per due, tre volte stringendo bene per evitare la spaccatura in cottura e l’ho sistemato in un cestino coperto da un canovaccio e spolverato con abbondante farina di semola, ho lasciato che lievitasse fino a quando premendo con un dito, la forma è tornata su rapidamente. Ho acceso il forno a 220 gr statico, ho messo un pentolino con l’acqua fino a metà e appena raggiunta la temperatura ho infilato la lastra per farla infuocare, dopo alcuni minuti stando attenta a non scottarmi le mani, l’ho tirata fuori e con la carta forno ho adagiato piano, piano il pane che essendo molto idratato, bisogna avere molta cura per non rovinare la sua forma. Ho rimesso in forno spruzzando acqua e dopo 5 minuti, ho abbassato la temperatura a 200 e sceso fino a 160/140 per i primi 20 minuti. Ho tolto il pentolino ed ho finito la cottura con forno ventilato fino ad un ora completa con lo sportello a spiffero mettendo un cucchiaio di legno. Ho lasciato che si freddasse sopra una grata. Buono e saporito.