marmellateria

Composta di petali di rose al miele di acacia con agar agar

Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente!

Voi siete belle, ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata.

Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro.

Perché è lei che ho riparata col paravento.

Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere.

Perché è la mia rosa.

(Antoine de Saint-Exupéry)

Perché lei è la regina del giardino e la mia preferita!

Ingredienti

200 gr di rose rosse ( io ho usato la rosa rampicante multifolia), ma può essere qualsiasi rosa rossa senza trattamenti

600 di acqua

400 di mele

il succo di un limone e mezzo

200 gr di miele di acacia

Una stecca di vaniglia aperta a metà

Un cucchiaino di agar agar

preparazione

Sbucciamo le mele e tagliamole a pezzetti, mettiamole in una pentola con il succo dei limoni.

Laviamo delicatamente i petali di rose, li scoliamo per bene e li uniamo alle mele insieme all’acqua e la stecca di vaniglia aperta, copriamo col coperchio o un piatto e lasciamo riposare per un paio d’ore. Mettiamo la pentola sul fuoco possibilmente con una piastra sotto per evitare che la composta possa attaccare, lasciamo bollire per qualche minuto, uniamo il miele, il cucchiaino di agar agar e facciamo cuocere mescolando, se c’è bisogno schiumando. Quando le mele si presentano morbide, frulliamo ad immersione e finiamo di cuocere fino alla consistenza di una purea. A me piace far riposare per una notte, sia le marmellate che le composte perché da fredde posso capirne meglio la consistenza, se giusta riporto sul fuoco fino al bollore ed invaso subito, se invece risulta ancora liquida, faccio bollire per alcuni minuti ed invaso sui vasetti sterilizzati in forno a 100 gr per una 15 minuti.

In questa preparazione non c’è lo zucchero, c’è il miele ed meno dolce delle marmellate quindi io consiglio la sterilizzazione in pentola mettendo i vasetti e alcuni strofinacci partendo dall’acqua fredda, portando a bollore per una trenta minuti e lasciando freddare la preparazione dentro la pentola. Così siamo sicuri che la composta non si rovini. Una volta aperto un vasetto riponiamolo in frigo. La composta è ottima sul pane, con i formaggi freschi e stagionati, mescolata a yogurt greco bianco da gustare come una crema gelata oppure nella cheesecake sempre con creme di formaggio cremoso o pasticcera. A voi la scelta! Io la trovo deliziosa!

Buona vita, buona composta di petali di rose!

Marmellata di arance e datteri profumata al rum

Ne ho fatte di marmellate di arancia! Ho provato di tutto per renderle buone e particolari. Ho scelto arance sempre senza trattamenti e poi prove con spezie e frutta diverse per ottenere quel qualcosa di più di una semplice marmellata. Devo dire sinceramente che le prove sono state sempre superate dopo l’ok del naso ed il palato di famiglia. Ed è uno che se ne intende! Credetemi!

Ingredienti

6 arance senza trattamenti

Il succo e la buccia di un limone senza trattamenti

200 gr di zucchero integrale di canna o semolato

1 bicchierino di rum

200 gr di datteri denocciolati

Semi di vaniglia

Preparazione

Sbucciamo le arance al vivo sopra la pentola per non perdere il succo, le tagliamo a fette, uniamo il succo e la buccia di limone avendo l’accortezza di non prelevare il bianco che farebbe diventare la marmellata amara, uniamo lo zucchero ed il rum. Lasciamo in riposo per qualche ora. Mettiamo a cuocere le arance mescolando spesso e possibilmente con la piastra sopra la fiamma, uniamo i datteri, i semi di vaniglia, lasciamo cuocere ancora e passiamo al passaverdura o frulliamo ad immersione se preferiamo la marmellata a pezzetti. Finiamo la cottura fino alla solita prova del piattino. Invasiamo nei barattoli sterilizzati al forno, chiudiamo con i loro coperchi e lasciamoli capovolti per ottenere il sottovuoto. Questa è una ottima marmellata da mangiare col pane, per le crostate ma è anche deliziosa con formaggi freschi o stagionati. Fatemi sapere. Potete se vi piace, mettere anche la buccia delle arance tagliate sottili. A vostro piacere.

Buona vita e buona marmellata di arance e datteri profumata al rum.

Marmellata di giuggiole al limone o all’arancia o alla cannella o allo zenzero

Alla scoperta dei capolavori gastronomici marchigiani perduti.

Non solo brodo o ratafià di giuggiole. Questa è un’antica ricetta marchigiana che si sta riscoprendo ora. Si era persa nei tempi, forse per il motivo che bisogna avere pazienza, per prepararla. È una buonissima marmellata, dolce per se stessa  che potrete gustare con le prepazioni tradizionali come la crostata o con i formaggi o soltanto con una buona fetta di pane.

Preparazione.
Ho messo una certa quantità di giuggiole, ne ho ricavate un chilo, con il succo del limone in una pentola con dell’acqua fino a coprirle. Le ho portate a bollore e le ho lasciate così una notte. La mattina ho tolto i noccioli, le ho pesate, considerate che in un chilo ho messo 300 gr di zucchero di canna, le ho rimesse in una pentola tenendo da  parte l’acqua di cottura. Ho aggiunto la buccia di arancia e di limone o se volete cannella o zenzero grattugiato, mescolando spesso ho lasciato cuocere. È stato necessario aggiungere acqua ogni tanto perché le giuggiole essendo fibrose si asciugano presto. Appena cotte, le ho passate col passaverdura, non frullatele, perché ci troveremmo in bocca fastidiose pellicine. Le ho rimesse a bollire, fino a raggiungere la giusta consistenza.  La marmellata non diventa compatta, resta morbida e lucida. Ho invasato e per sicurezza ho sterilizzato per 30 minuti. Gli scarti delle giuggiole li ho messi in piccoli vasetti che ho sterilizzato perché potrebbero fermentare. Li userò come se fossero uvetta o datteri.

Marmellata di tutti frutti estivi allo sciroppo di foglie di stevia

Lo zucchero sia bianco che di canna, male, i dolcificanti artificiali peggio. Si può vivere senza un po’ di dolcezza nella vita? Forse si, ma la sottoscritta, diventerebbe matta. Sono molto accorta nel cercare di preparare cibi sani per i miei e per me, cerco di eliminare zuccheri e magari evito perlomeno che non si assommino nei pasti della giornata. Ma un qualcosa di dolce, magari non tutti i giorni, vogliamo mangiarlo. Per evitare lo zucchero ho voluto sperimentare un dolcificante naturale e a zero calorie. I miei figli appassionati di giardinaggio, mi hanno regalato delle piantine di stevia. Le curo con tanto amore, ma se non faccio i miei esperimenti, a che servono? Prove su prove e devo dire che mi hanno dato soddisfazione. Per prima cosa ho fatto bollire  tre dl di acqua con una bella manciata di foglie di stevia, ho aggiunto un kl. di frutta, albicocche e pesche, prugne, il succo di limone che hanno bollito fino a cottura. Ho tolto poi le foglie di stevia, ho frullato ad immersione, fatto la prova del piattino e del palato. La marmellata è riuscita decisamente buona, delicata con retrogusto di liquirizia.  Una volta invasata, bisogna avere l’accortezza di sterilizzare i barattoli per 30/ 40 minuti. Una volta aperta, mettere in frigo e consumare presto. La nostra pianta di stevia, sarà utile anche per altre preparazioni come il succo di mela, di pere e di altra frutta. Se volete preparare il succo di frutta, basta far bollire la frutta coperta di acqua e foglie di stevia e succo di limone o di arancia. Una volta ben cotta, togliere le foglie e passare al passaverdura non frullare. Imbottigliare nelle bottiglie sterilizzate, chiudere con i loro coperchi e far di nuovo sterilizzare per un’ora dall’inizio dell’ebollizione. Far raffreddare e sistemare le bottiglie in luogo buio e asciutto. Il succo oltre ad essere buono da bere, può servire per dolcificare ciambelloni o torte al posto del latte.

La  marmellata  di Galeno Marmellata  di  mele  cotogne  e  radici di cicoria

Alla ricerca dei capolavori gastronomici marchigiani perduti

La marmellata di Galeno

Questa è una particolare marmellata amara di mele cotone e radici di cicoria. Cotogne e cicoria sono ricche di sostanze benefiche soprattutto per l’apparato digestivo, nelle radici si trova l’inulina una sostanza che favorisce l’azione dello sviluppo della microflora intestinale. Non a caso le virtù di queste due piante, erano menzionate nella medicina galenica in epoca romana tanto è vero che la marmellata era destinata a chiudere un lauto pasto come digestivo. La patria di questa marmellata, era un delizioso paese del maceratese, Ussita, purtroppo distrutto dal terremoto di un anno fa. Non si trova traccia di ricetta sulla rete, solo accenni storici! È certamente molto particolare, però vale la pena farla conoscere e recuperare la produzione di un prodotto tradizionale ed antico. Forse qualche azienda lo farà! Oltretutto avendo come ingredienti la mela cotogna e la radice di cicoria, non può che essere una preparazione sana e naturale. Come fare allora per preparare questa capolavoro antico che sembra tutto meno che una marmellata? Sperimentare, assaggiare e far provare al giudice di casa nostra. È l’unico con un naso ed un palato, superiori ai più. Basta che apra la porta di casa, per capire e sentire il suo autorevole parere su ciò che bolle in pentola. Mi sento per questo, molto fortunata! Ricordiamo che una ricetta della nostra tradizione, non può andare perduta.

Ingredienti

Mele cotogne in maggior quantità

Radici di cicoria a piacere

Zucchero 350 gr. per un kl. di prodotto

Succo di limone

Grappa o mistrà

Preparazione

Tagliamo a pezzi le mele cotogne e la cicoria dopo averle lavate, uniamo il succo del limone e lo zucchero, versiamo in una pentola. Mescoliamo bene e lasciamo a riposare per alcune ore. Mettiamo a bollire a fuoco lento fino a quando tutto è diventato morbido. Passiamo al passaverdure, per ottenere una purea che rimetteremo a cuocere mescolando di continuo per non farla attaccare. Controlliamo la cottura come si fa con le marmellate, mettendone un cucchiaino sul piattino. Se la consistenza è giusta, invasiamo, aggiungiamo il liquore e accendiamo facendo attenzione a non bruciare noi. Chiudiamo con i loro coperchi e copriamo con un canovaccio abbastanza spesso. Una volta ottenuto il sottovuoto, riponiamo in un luogo scuro.

Se vi piacciono le spezie, potete unire ad una parte, chiodi di garofano, bacche di ginepro, cardamomo, anice stellato e cannella. Potete mettere tutte le spezie in un sacchettino di tela che toglierete a fine cottura. Io l’ho trovata ancora più buona, molto aromatica con il retrogusto di amaro.

Variante con le noci, che potete mettere quasi alla fine della cottura. Unica precauzione, consumarla presto per non incorrere nell’arrancidimento delle noci stesse.

Variante con le pere e le stesse noci.

Fatemi sapere, se vi verrà la voglia di preparare questa rara e particolare marmellata.

Buona vita, buona marmellata di cotogne e radici di cicoria.

Marmellata di albicocche al timo o zenzero

Il timo è una piantina aromatica, che adoro. Normalmente la si usa nelle preparazioni salate. Ma come del resto, usiamo il rosmarino, la melissa, la salvia ananas, nei dolci, cosi possiamo fare anche con il timo. Trovo il suo aroma fresco molto piacevole insieme alla dolcezza, ma neanche troppa, per il poco zucchero che c’e in questa marmellata di albicocche. Proviamola con i formaggi freschi, una ricotta o una robiola. E perché no, mettiamola sopra una fresca cheesecake con base di pasta salata e crema di mascarpone. Basta metterne un filo sopra e decorare con foglioline di timo.

ora vi racconto la ricetta facile, facile!

Ingredienti

750 gr di albicocche belle e sode

250 gr di zucchero semolato o integrale di canna

Alcune armelline ( spacchiamo i noccioli e prendiamo le mandorle che sono all’interno )

Un limone

Alcune foglioline di timo o menta o melissa oppure zenzero grattugiato o cannella

Preparazione

Laviamo le albicocche lasciandole asciugare, dividiamole in due e togliamo i noccioli interni che rompiamo per prendere le armelline che serviranno a dare un tocco di amaro alla marmellata. In una pentola mettiamo le albicocche con il succo di limone, lasciamo che riposino alcune ore, possibilmente in frigo, se avrete fretta mettete a cuocere subito a fuoco dolce fino a che la polpa dei frutti diventi morbida. Se le lasciamo riposare, facciamo cuocere dopo la sosta, allo stesso modo descritto sopra, una volta che le albicocche sono morbide, uniamo lo zucchero, le armelline spezzettate e le foglioline di timo o di menta o di melissa o di rosmarino, o lo zenzero grattugiato proseguiamo la cottura schiumando se c’è bisogno, alziamo la fiamma facendo addensare e controlliamo la cottura con la prova del piattino. Io vi do un consiglio che vi permetterà di capire meglio la consistenza di ogni marmellata, lasciatela freddare per una notte nella pentola, la mattina la mescoliamo e faremo la prova del piattino. Se resterà ferma e non troppo liquida la marmellata è pronta. La rimettiamo a bollire e la invasiamo nei vasetti sterilizzati al forno a 100 per una ventina di minuti. Io l’ho frullata ad immersione grossolanamente ma potete lasciarla a pezzi. Una volta invasata se vogliamo possiamo fare una seconda sterilizzazione per 30 minuti a partire dal bollore. Manteniamo la nostra marmellata in dispensa e gustiamola dopo un po’ di tempo. Buona ve lo assicuro da sola o in compagnia.

Ora vi lascio la versione a microonde

Stessa quantità della marmellata descritta sopra

Preparazione

Dopo il riposo della frutta mettiamola in una pirofila con due cucchiai di acqua, copriamo con un piatto, e facciamo cuocere alla potenza massima per tre minuti, sformiamo stando attenti a non scottarci con il vapore, uniamo lo zucchero, mescoliamo, il timo o quello che più vi piace, informiamo di nuovo lasciando cuocere per tre minuti. A metà cottura mescoliamo. Se vi piace più densa lasciare cuocere per altri 5 minuti. Lasciamo riposare un po’ ed invasiamo. Non vi scottate, non fate come me che ogni giorno lascio un impronta da qualche parte delle mani.

Buona vita, buona marmellata di albicocche al profumo di timo!

Buona estate!

Rosello liquore di petali di rose alla vaniglia Marmellata  di  rose  rosse alla vaniglia

La marmellata di rose è adatta solo ad essere gustata spalmata sul pane o per preparare creme fresche di ricotta o yogurt denso. Buona nella cheesecake e nei gelati. Nelle crostate è bene che sia messa solo col guscio cotto per assaporare tutto il suo delizioso sapore e sentire il suo intenso profumo.

Qui in questo blog ci sono diverse ricette di marmellata di petali di rose.

Vi segnalo e vi lascio la ricetta per fare il rosello, un liquore fatto con i petali di rose rosse e la vaniglia.

Per fare il rosello, mettiamo 250 grammi di petali di rose mille foglie, in un barattolo a chiusura ermetica, con 1/2 litro di alcol a 90 gradi, una stecca di vaniglia aperta, chiudiamo il barattolo e lasciamo in infusione per 15 giorni agitando ogni tanto.

Finito il tempo, mettiamo a bollire 400 grammi di acqua con 500 grammi di zucchero per qualche minuto. Lasciamo raffreddare, versiamo lo sciroppo nelle rose e l’alcol e lasciamo in infusione per una settimana. Trascorso il tempo, filtriamo con una garza o un tovagliolo sottile, imbottigliamo e chiudiamo lasciando riposare per un mese.

Degustiamo il rosello da solo, per fare una fresca bevanda aggiungendo acqua fredda o usiamolo per creme e per decorare le torte!

Se ci piace speziato, possiamo unire cannella, o anice stellato.

Buona vita, buon rosello alla vaniglia ❤️

Liquore di rose rosse alla vaniglia.


Marmellata di pesche e petali di rose alla vaniglia.

Marmellata di nespole giapponesi all’anice stellato e arancia candita

Dicono che un albero delle nespole, piantato in ogni abitazione, abbia potere di allontanare il male. Fiorisce nei primi mesi dell’anno ed è sicuramente dopo le ciliegie, il primo frutto ad arrivare a maturazione. Le nespole sono di un bel colore giallo, ricche di fibre vegetali, proteine. Hanno proprietà diuretiche e regolano la funzionalità intestinale. Buone e sazianti, per conservare il loro sapore e profumo, possiamo preparare una deliziosa marmellata arricchita dall’anice stellato spezia digestiva e fresca e da scorze d’arancia candita. La scorza d’arancia candita, la preparo durante la stagione invernale, insieme alle marmellate. Congelo la buccia, dopo aver usato solo la polpa per altri usi.  In questo modo, posso avere una scorta per tutte le preparazioni. Per fare la canditura della buccia, dopo averla lavata e privata della parte bianca, la peso, la taglio a filetti, aggiungo lo stesso peso di zucchero di canna o semolato con il quale preparo lo sciroppo con l’acqua  necessaria a coprire le bucce.  Appena  si formano le bollicine, unisco la scorza tagliata a filetti e faccio bollire per alcuni minuti. Li tiro su con una schiamarola, li faccio riposare per un giorno e rifaccio lo stesso procedimento per tre giorni. L’ultimo giorno, sistemo le bucce candite su carta forno per farle asciugare. Le conservo in barattoli di vetro per diversi mesi. Al posto della buccia di arancia candita, possiamo mettere la buccia di arancia o di limone.

Preparazione

Lavare le nespole sotto l’acqua corrente, asciugarle con uno strofinaccio, dividerle in due, togliere il nocciolo. Mettete  da parte tutti i noccioli che serviranno per preparare il nespolino, un buon liquore dal sapore di mandorle amare. Pesare le nespole, per un kl. di frutta unire 400 gr. di zucchero grezzo di canna o semolato. Nella pentola mettere due bicchieri di acqua, lo zucchero, far bollire fino a quando si formano delle bolle. A questo punto unire le nespole, il succo di un limone.  Cuocere mescolando spesso fino ad ottenere una polpa morbida. Passare il composto al passaverdure, non frullare ad immersione perché rimarrebbero fastidiose pellicine. Aggiungere l’anice stellato, i filetti di buccia di arancia canditi oppure buccia di arancia o di limone. Continuare la cottura fino alla giusta consistenza. Fare la prova del piattino tenuto in frigo. Se la marmellata resta compatta, è pronta. Invasare in barattoli sterilizzati profumando con un goccio di liquore all’arancia o limoncello. Chiudere con i coperchi e capovolgerli fino allo al sotto vuoto. Lasciare riposare qualche tempo prima di consumare.  Appena aperto un vasetto, mantenere in frigo.

Marmellata di arance alla vaniglia e zenzero semicandito

Marmellata di arance alla vaniglia e zenzero semicandito

Marmellata di arance alla vaniglia e zenzero semicandito

Ingredienti:
1 kg arance a buccia spessa biologiche
250 gr di zucchero di canna integrale
250 gr di miele tuttifiori
acqua q.b.
vaniglia
zenzero, zucchero e miele e acqua a piacere che servono per semicandire.

Procedimento:
lavate molto accuratamente le arance sotto l’acqua corrente, sfregandole con una spazzola. Mettetele in una ciotola capiente, coprite con acqua fredda e lasciatele così per due giorni cambiando l’acqua mattina e sera.

Passati i due giorni, scolatele e togliere la buccia di un’arancia o di due che taglierete a filetti e se volete, lasciate la parte bianca che serve ad addensare la marmellata e dona un pizzi amarognolo che la rende ancora più buona.

Marmellata di arance alla vaniglia e zenzero semicandito

Marmellata di arance alla vaniglia e zenzero semicandito

Tagliate le arance intere rimaste a fettine e le altre due già pelate. Mettetele in una ciotola di vetro con metà dello zucchero totale e lasciatele dalla sera alla mattina per far sì che si sciolga lo zucchero. La mattina seguente sciogliere l’altra parte dello zucchero ed il miele in una pentola di acciaio, aggiungete la vaniglia secondo il proprio gusto e mettetela a bollire a fuoco dolce unendo poi le arance tagliate a fettine, la buccia a filetti delle arance preparate prima e l’acqua fino a coprirle. Fate riprendere il bollore per circa 10 minuti.

A questo punto tirate su tutte le arance e mettetele in una ciotola di vetro fino al giorno dopo lasciando lo sciroppo nella pentola. Questo procedimento lo farete per tre giorni.

La cottura dell’ultimo giorno sarà la definitiva e quindi più lunga, fate di nuovo bollire lo sciroppo, unite le arance e lo zenzero semicandito, mescolate, alzate il fuoco e fate cuocere completamente fino a che la marmellata si presenta lucida e trasparente. Nel frattempo avrete sterilizzato i vasetti nel forno a 100 gradi per 15 minuti. Invasate, chiudete i vasetti con i tappi e capovolgete coprendolo con un canovaccio fino ad ottenere il sottovuoto.

Marmellata di arance alla vaniglia e zenzero semicandito

Marmellata di arance alla vaniglia e zenzero semicandito

Per semicandire lo zenzero, dovete lavarlo e pelarlo, tagliatelo a fettine sottili, mettetelo in un pentolino con l’acqua che lo copre e fatelo cuocere bene, scolatelo, (mettete da parte l’acqua di cottura che potrete addolcire con miele e bere fredda o calda) A questo punto, sul pentolino vuoto mettere zucchero di canna e miele insieme alle fettine di zenzero e fatelo semicandire a fuoco dolce fino a quando sarà lucido e trasparente.

Zenzero semicandito

Zenzero semicandito