burro

Pane dolce alle ciliegie e mandorle

Morire dalla voglia di mangiare le ciliegie, ho cercato in tutti i modi di raccattarle sui nostri alberi che avendo i rami lunghi e lontani dal tronco, nessuno ha voluto tagliarli per raccoglierne un pugno. Quando uno nasce cocciuto, ci muore.

Ed allora per soddisfare la mia voglia matta di mangiare le ciliegie, me le sono comprate ad un caro prezzo. Ho letto da qualche parte che i rivenditori ci guadagnano non si sa quanto di più di quanto l’hanno pagate dall’agricoltore, mah, la coscienza prima o poi, si farà sentire.

Lasciamo perdere e torniamo alla ricetta del buonissimo dolce, il pane dolce alle ciliegie e mandorle.

Questi sono gli ingredienti e la preparazione

220 grammi di farina per dolci

110 grammi di zucchero

40 grammi di burro

1/2 cucchiaino di bicarbonato

1/2 cucchiaino di sale

Succo di limone

50 grammi di mandorle tritate

2 uova di galline felici o no

Mezza bustina di lievito per dolci

Buccia di limone

Una tazza di ciliegie grammi 170 più o meno

120 grammi di latte intero o scremato

Preparazione

In una ciotola scaldiamo il latte, leggermente, uniamo le ciliegie ed il burro, il succo di limone mescolando fino a far sciogliere il burro.

Montiamo le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e gonfio, uniamo altro succo di limone e la buccia.

Questo composto uniamolo alle ciliegie ed il latte.

Setacciamo la farina, il lievito ed il bicarbonato, il sale ed uniamo il composto delle ciliegie ed il latte, e le mandorle, delicatamente mescoliamo senza smontarlo, non bisogna lavorarlo molto.

Versiamo tutto nello stampo da plum-cake foderato di carta forno, mettiamo a cuocere in forno caldo a 180 gradi per quasi un’ora, facciamo la prova dello stecchino che deve uscire asciutto. Se vediamo la superficie scurirsi, copriamola con un foglio di alluminio!

Lasciamo freddare il pane prima di sfornarlo.

Spolveriamo con lo zucchero a velo prima di servirlo!

Mettiamo il dolce in frigo perché con il caldo le ciliegie possono ammuffire, credo però che finirà sulla bocca di tutti, prima che succeda.

Buona vita, buon pane dolce di ciliegie e mandorle ❤️

Risotto alle rose, asparagi e bietole (cucina in fiore e frutti)

Rosa in tavola, dal primo al secondo al dolce.

Le rose sono utili in cucina, ormai mi conoscono per l’utilizzo da diversi anni.

Ho cominciato a fare la marmellata di petali di rose il liquore e lo sciroppo diversi anni fa.

Piano piano, ho cercato di sperimentare le rose per piatti salati e dolci. Nei ripieni di ravioli o rollè di pollo.

Oggi è la volta del risotto con il brodo di petali di rose. Come l’ho fatto?

Racconto che ieri sera, notte dell’Ascensione, ho messo in infusione i petali di rose nell’acqua e succo di limone per conservare il colore per tutta la notte. Stamattina ho filtrato il tutto, messo da parte il brodo rosso, con una minima parte abbiamo rinfrescato il nostro viso facendoci il segno della croce e dicendo il Padre Nostro.

Arrivata l’ora del pranzo, prima sono andata a raccogliere le bietole, avevo gli asparagi, ho tagliato tutto in piccoli pezzi che ho lasciato cuocere nella pentola antiaderente per aggiungere anche il riso. Ho riscaldato il brodo di petali di rose, che è servito per finire di cuocere il risotto. Io normalmente condisco tutto a crudo per questione di difficile digestione, quindi alla fine ho aggiunto un filo di olio extravergine di oliva ed una noce di burro con una spolverata di parmigiano reggiano e decorato con i petali di rose!

Questo risotto si è rivelato ottimo, delicato e molto profumato. È sicuramente un piatto facile anche per chi in cucina non ha molta dimestichezza!

Provatelo, mi saprete dire!

Buona vita, buona festa dell’Ascensione che celebreremo domenica ed anche buon risotto con brodo di petali di rose, asparagi e bietoline ❤️🌷

Crostata con pasta brisé senza zucchero e marmellata di fragole

Il Lunedì dell’Angelo quando da ragazzina, non vedevo l’ora di andare a fare “lu pranzìttu“, in campagna con la mia più cara amica.

C’erano quattro diverse direzioni da prendere.

Una verso s. Antonio, una verso la collina, una verso Mogliano ed una verso l’abbadia di Fiastra. La nostra preferita era nel mezzo di tutte quante, le coste ripide di un terreno dorato di spighe di grano a macchie di rosso dei girasoli.

Davanti, sul bordo della strada che portava a Mogliano, poco prima di arrivare alla chiesa della Madonna delle Grazie, c’erano la casa e la stalla che ospitava il cavallo di “Filò de Filandra”.

Scendendo giù, giù, su quel terreno scosceso, la mia amica ed io, come due vispe Terese, ci precipitavamo velocemente ansiose di arrivare sul punto più piano per mangiare la nostra “merennetta.”

Era complicato il ritorno, con la pancia piena ed il viso rosso come un peperone, quando non c’erano più le forze e per arrivare in cima del monte, dovevamo fare dieci soste senza nemmeno bere un goccio d’acqua, ed un paio di pause ancora era per far pipì! Arrivavamo a casa felici e stanche tanto da buttarci sul letto senza far la cena. Le nostre madri non si dovevano preoccupare per le nostre uscite, non ci cercavano nemmeno tanto era sicuro che con ci sarebbe successo niente, erano contente di liberarsi un po’ di noi piccole pesti.

Io che abitavo in via Umberto primo, la via principale del paese, scorrazzavo in tutte le parti verso la campagna, via Roma che portava in ogni direzione in giù o a destra o a sinistra, era la mia via preferita. Ci abitavano la mia amica del cuore, i miei nonni e la mia cugina preferita Bianca Rosa.

A quei tempi, non c’erano le merendine, portavamo nel cestino pane e frittata o “ciasculu”, e la “pizza dóce de Pasqua”. Niente da bere, manco la “gazzosa”. Enza, te lo ricordi? Siamo ormai in là con gli anni, i ricordi molti cominciano a sbiadire, il tempo che viviamo serve per sforzare la mente, cercando di mantenere vivo quel che resta di una vita passata nel bene e nel male come per tutti!

È così che come si dice, ce la faremo!

Convinti voi, convinti tutti!

Lasciamo perdere e quel che sarà, sarà!

Torniamo al racconto della ricetta del dolce buono e semplice.

La nostra crostata per oggi è senza zucchero, la pasta è una specie di brisé per il burro che contiene, almeno quello, con una purea di mele che l’addolcisce e sopra la nostra marmellata di fragole alla vaniglia dell’anno scorso ed è buonissima. La crostata si mantiene benissimo anche dopo qualche giorno, l’essenziale è farla asciugare sopra la grata dopo la cottura.

Noi l’abbiamo fatta con 150 grammi di mele frullate insieme a 100 grammi di burro e buccia di limone, 300 grammi di farina ed un cucchiaino di lievito per dolci e due uova. L’abbiamo fatta riposare per un paio d’ore. L’abbiamo stesa sopra la carta forno, bucata con la forchetta e coperta con la marmellata di fragole. L’abbiamo cotta a 160 gradi per 25/30 minuti. Bisogna regolarsi con il proprio forno. Con il resto della pasta abbiamo fatto dei cuori di biscotti.

La base di questa crostata può essere utilizzata con ogni tipo di marmellata o ripieno dolce.

Buona vita, buona crostata con la marmellata di fragole!❤️

Crostata con marmellata di fragole e rabarbaro

Semplicemente una buonissima crostata che credo sia il più buon dolce da colazione e da merenda! Io ne vado pazza e mi accontento di un piccolo pezzo per star bene!

Questa crostata ha una particolare marmellata di fragole con il rabarbaro, questa dà un sapore diverso anche al dolce che insieme alla buccia di limone è molto fresco al primo assaggio.

Vi racconto che la crostata ha poco burro e poco zucchero.

In seguito vi metterò la ricetta della marmellata di fragole e rabarbaro.

Ingredienti

250 grammi di farina 00

50 grammi di farina di tipo uno e germe di grano duro o integrale

75 grammi di zucchero a velo

50 grammi di burro

Buccia di limone

Meno di un cucchiaino di cremor di tartaro con una puntina di bicarbonato

2 uova di galline felici

50 grammi di latte anche vegetale

Un vasetto di marmellata a piacere

Preparazione

Mettiamo le farine, lo zucchero a velo, il burro a pezzetti di frigo, io l’ho battuto sopra il tagliere, il cremor di tartaro ed il bicarbonato e la buccia di limone, nella ciotola della planetaria con il gancio a k, oppure sopra la spianatoia, lavoriamo per ottenere un impasto sabbioso, uniamo le uova ed il latte, lasciamo impastare tutto insieme e finiamo di impastare sopra la spianatoia, facciamo un panetto che chiudiamo nella pellicola, lasciamo riposare in frigo per un’ora.

Riprendiamo la pasta frolla, stendiamone tre quarti, sopra la carta forno, bucherelliamola con la forchetta e spalmiamoci la marmellata scelta, decoriamo con le classiche strisce e mettiamo a cuocere a 170 /180 gradi per 30/35 minuti, regoliamoci con la temperatura del nostro forno perché ognuno è diverso dall’altro. Spegniamo e lasciamo freddare, sformiamo la crostata sopra un piatto da portata.

Gustiamoci una fetta di crostata a colazione con una tazza di tè o un cappuccino, è l’inizio dolce e perfetto per una giornata che di questo tempo non è delle migliori!

Buona vita, buona crostata con marmellata di fragole e rabarbaro ❤️

Diario alimentare di quaresima (torta di mele e noci)

Diario alimentare di quaresima…..sgarriamo un po’ perché potrebbe essere difficile finire il cammino!

La classica torta di mele e noci maceratese, deve essere fatta come Dio comanda, non deve mancare il burro, tanto, per il nostro tempo di dolci salutistici, tanto zucchero, mmmmm……vade retro….la farina che essere finissima come scriveva l’Artusi, mele e noci, che nella campagna marchigiana abbondano, mele e noci queste, quasi a dar l’idea che dopotutto il dolce non sia poi tanto così nocivo alla nostra salute.

Le nostre nonne sapevano sapientemente dosare ogni ingrediente! Non avevano la bilancia, lo zucchero doveva essere un po’ più di “un acino”, la farina quattro pugni, come quattro erano le uova, come il burro quattro cucchiai.

Ma sapete che vi dico? Che a me, a noi, non interessa più tanto stare a fare il conto né delle calorie né del colesterolo, perché qualche cos’altro potrebbe farci un brutto scherzo! Aspettiamocelo!

E se volete toccatevi quel che vi pare oppure pregate, preghiamo!

Tradotti in pratica, i nostri dosaggi sono per davvero abbondanti.

Quattro uova di galline felici, vedete voi come le trovate,

trecento grammi di farina

trecento grammi di zucchero

però io ne metto solo 120

cento grammi di burro

tre mele

trecento grammi di noci

vanillina, per i più moderni, i semi di vaniglia

lievito per dolci per questo tempo, per le nonne, o

“una cartina de lu farmacista” che sarebbero un cucchiaino di cremore di tartaro e mezzo di bicarbonato, che poi non è altro che una bustina di lievito per dolci. (Capito)?

Lavorate uova, zucchero, burro fuso, vanillina, farina e lievito, unire mele e noci a pezzi. Cuocere a 180 gradi per quasi un’ora! Fare la prova dello stecchino e coprire la superficie se scurisce troppo!

Buona vita, buon cammino di quaresima con la torta di mele e noci della nonna! ❤️

Cinnamon sugar pull apart bread

Sta girando abbastanza tutto male da un anno a questa parte ed io lo faccio ancora di più a me stessa, con due fette staccate da questo pane grasso, dolce, profumato di cannella e di spezie, chiodi di garofano, noce moscata e fava tonca.

Questo pane ha origini inglesi, è un po’ laborioso, ma io queste sfide le accetto, qualcun’altra no. Arriva dall’Inghilterra e si chiama pull apart bread, letteralmente pane diviso per via della sua particolare forma, è una sorta di pan brioche, a strati divisi in quadrati disposti in verticale.

Un grande lavoro ma vale la pena. Il tempo ieri è stato ammazzato così e con altre cose oggi, troverò un altro modo per farlo ancora. E ricordatevi che sta tirando un forte vento, questo a me potrebbe dare molto fastidio specialmente in cucina!

La ricetta è abbastanza lunga ed impegnativa, io ve la racconto così!

Ingredienti

Farina 00 gr 500

50 grammi di zucchero

3 grammi di lievito di birra disidratato

60 grammi di burro

140 grammi di latte intero o scremato

Tre uova a temperatura ambiente

Semi di vaniglia

Buccia di arancia o limone

Cannella

Noce moscata grattugiata

Chiodi di garofano

Un pizzico di sale

Nota per l’impasto. Noi abbiamo messo le spezie della cannella, chiodi di garofano e noce moscata, ma possiamo anche non usarle. Fate a vostro piacimento.

Note:

Per ottenere un miscuglio di cannella, chiodi di garofano, mettiamo le spezie in un frullatore insieme a qualche cucchiaio di zucchero, frulliamo fino ad ottenere una polvere che possiamo conservare in un barattolino per ogni volta che vorremo usarli.

Per il ripieno

100 grammi di zucchero semolato

100 grammi di zucchero di canna

Cannella

Noce moscata e chiodi di garofano

Fave tonka (facoltativa) o un cucchiaio di cacao amaro

60 grammi di burro

Preparazione

Mettiamo nella ciotola della planetaria la farina, il lievito di birra disidratato e lo zucchero, il burro morbido, latte a temperatura ambiente, regoliamoci prima di metterlo tutto, perché potrebbe servirne meno o di più per l’aggiunta delle uova, cominciamo ad impastare fino ad amalgamare tutto, uniamo il sale, un uovo alla volta, stando attenti a farne assorbire uno alla volta. Lasciamo impastare fino ad incordare, lo capiremo quando le pareti della ciotola saranno pulite.

Togliamo la ciotola, copriamo con un sacchetto per surgelati e mettiamo a raddoppiare nel forno con la luce accesa.

Nel frattempo mescoliamo lo zucchero semolato e quello di canna, le polveri delle spezie, che serviranno per il ripieno.

Riprendiamo la pasta lievitata, lavoriamola ancora un po’, pirlandola sopra il piano di lavoro, dobbiamo fare una palla bella liscia.

Stendiamola in un quadrato di trenta centimetri, sopra spalmiamo il burro fuso e tiepido, copriamo con le polveri di zucchero e spezie mescolate e preparate prima. Tagliamo 16 scacchi, sovrapponiamoli due a due e sistemiamoli in verticale, nello stampo da plum-cake unto ed infarinato di zucchero, cannella ed un po’ di farina, lasciamo lievitare nel forno spento con la lucina accesa, fino a quando la pasta raggiunge il bordo dello stampo.

Accendiamo il forno a 180 gradi, una volta raggiunta la temperatura, inforniamo il dolce prima spolverato di zucchero e cannella e infiocchettato di burro. Lasciamo cuocere per 40/45 minuti, a metà cottura copriamo la superficie con un foglio di alluminio. A cottura ultimata, spegniamo il forno e lasciamo intiepidire prima di sfornarlo.

Diario alimentare di quaresima (crostata di carciofi e carote alla crema di formaggio emmentaler)

Seconda settimana di quaresima, il cammino è ancora lungo, sarà lo stesso di quello di un anno fa!

Cosa è cambiato? Nulla, anzi sì, siamo allo stremo, però ci hanno colorato a giorni alterni. Un po’ giallo, un po’ arancio ed un po’ rosso. Non c’è traccia di neutralità. Siamo imprigionati fra un negozio chiuso ed uno aperto a metà. Prima della libera uscita, dobbiamo fare uno sforzo notevole per sapere cosa e dove trovare quel che ci manca.

E la sensazione che si prova camminando non è strana? A me sembra di camminare sull’orlo di un abisso, l’equilibrio manca, ed il respiro intrappolato fra le labbra e la mascherina, diventa affannoso. Verità o solo sensazione? Non lo so. Quanto durerà questo cammino di espiazione?

Nessuno è indovino, ce la siamo cantata un anno fa che sarebbe andato tutto bene…..ma va? Tant’è…..eccoci qua al punto di partenza!

Scacciamo i pensieri colorati, non è poco, ed aspettando la luce ma la Luce vera, facciamo la crostata di carciofi e carote al formaggio emmentaler. Ci servirà per questa sera a cena, non servirà altro perché c’è tutto, verdure, carboidrati e proteine!

Raccontiamola come si fa!

Ingredienti

Per la pasta

200 grammi di farina 0

100 grammi di burro

Un uovo di gallina felice

Sale

Ingredienti

Per il ripieno

3 carciofi

3 carote

2/5 dl di latte

25 grammi di burro

25 grammi di farina

100 grammi di emmentaler o fontina

Olio extravergine di oliva

Noce moscata

Erbe aromatiche

Sale

Preparazione

Impastiamo con i polpastrelli la farina con il burro freddo tagliato a cubetti, sale, uniamo il sale, tre cucchiai di acqua fredda e l’uovo. Lavoriamo velocemente, formiamo una palla e lasciamo riposare in frigo per un’ora.

Prepariamo la crema per la farcitura, portiamo il latte all’ebollizione, uniamo la noce moscata, in un’altra pentola lasciamo sciogliere il burro e lavoriamo insieme alla farina, mescolando lasciamo cuocere per poco, uniamo il latte e sempre mescolando finiamo la cottura per ottenere una crema densa ed uniamo il sale. Spegniamo ed aggiungiamo l’emmentaler e le erbe aromatiche.

Mettiamo a cuocere per una decina di minuti, in acqua bollente salata ed il succo di limone, i carciofi e le carote tagliati a spicchi, li scoliamo lasciandoli raffreddare.

Stendiamo la crostata sopra uno stampo foderato di carta forno, versiamoci la crema di formaggio e sistemiamo sopra i carciofi e le carote alternati, decoriamo con le strisce di pasta. Mettiamo a cuocere a 180 gradi per 30 minuti più o meno! Regoliamoci con la temperatura del nostro forno.

Questa crostata può venire utile anche in previsione delle future feste pasquali, non vi dico certo per il pranzetto fuori porta, magari per quello sulla terrazza o in giardino! Non avremo di meglio mi sa!

Dimenticavo di dirvi che si possono cambiare le verdure ed il formaggio, anche la ricotta è ottima.

Buona vita, buona crostata di carciofi e carote al formaggio emmentaler ❤️

25

Crostata di frutta secca e marmellata di prugne

Nel diario alimentare di quaresima, ogni tanto per la domenica c’è bisogno del dolce, quello che sa di casa!

Una crostata con una marmellata di prugne molto particolare e profumata come le giornate d’estate.

La marmellata di prugne è fatta in modo diverso dal solito, se volete sapere come si fa, qui trovate la ricetta👇

https://farinaefiore.com/2020/09/12/marmellata-di-prugne-alla-vaniglia-con-il-metodo-della-separazione-delle-cotture/

Ora vi vogliamo far sentire tutti i profumi.

Quello della frutta secca della frolla fatta con la farina di noci, di mandorle e di nocciole, quello del burro, quello delle uova di galline felici, sì perché hanno il profumo che non hanno le galline puttane, (quelle del supermercato), quello della buccia di limone di casa nostra, quello della marmellata di prugne.

C’è tutto per la colazione di loro! Cosa manca? Eh sì…..il resto è quel che viviamo!

Raccontiamola così.

Frulliamo noci, mandorle e nocciole in totale 50 grammi, insieme a 75 grammi di zucchero, uniamo 250 grammi di farina 0, o 00, che metteremo nella ciotola della planetaria, 50 grammi di burro, 30 di olio di girasole, la buccia di limone, la vaniglia, ed impastiamo unendo 2 uova di galline felici. Finiamo di lavorare sopra il piano di lavoro e schiacciamo la frolla che lasceremo incartata nella carta forno e mettiamola a riposare per un’ora in frigo.

Riprendiamo la frolla, la stendiamo sottile lasciandone da parte un po’ per fare le strisce, bucherelliamo la superficie con la forchetta, versiamoci la marmellata di prugne o un’altra a scelta, decoriamo come una crostata tradizionale con le strisce. Mettiamo a cuocere a 160/170 gradi statico per 30/35 minuti. Dal profumo capiremo che la crostata è cotta. Spegniamo il forno e lasciamo freddare prima di metterla nel piatto di portata….fate come noi, non ci è arrivata, è stata tagliata e mangiata prima.

Non ci resta che continuare a camminare fino alla meta!

Buona vita, buona crostata di marmellata di prugne ❤️

Cicerchjàta (cicerchiata)

Noi abbiamo fatto festa con la nostra cicerchiatacup 👌

Le origini della cicerchjàta non sono chiare: c’è chi sostiene che sia nata in Abruzzo, in particolare nell’area del Sangro, famosa per la produzione di miele, mentre altri ne attribuiscono la nascita in tempi ancora più lontani, nelle terre a confine tra Umbria e Marche: da qui si sarebbe poi diffusa nelle regioni vicine. Anche sulle origini del nome ci sono diverse versioni: molti pensano che “cicerchiata” sia un termine medievale che rimanda alla cicerchia, antico legume molto diffuso in Africa, Asia e alcune regioni del centro Italia. Significherebbe quindi “mucchio di cicerchie”.

Si impastano uova, burro ed il mistrà Varnelli o di altra marca, si formano dei serpentelli che vengono tagliati a rocchetti piccoli che una volta fritti diventano delle palline irregolari. Si friggono e si rivestono di miele profumato all’arancia.

Mia madre non usava la bilancia né per questa ricetta, né per molte altre preparazioni. Le servivano un cucchiaio, ed un occhio oltre le mani che sapientemente capivano la giusta dose, come per la cicerchiata per la quale bisognava usare il numero 4.

4 uova di galline felici, allora lo erano tutte, 4 cucchiai di zucchero, 4 cucchiai di mistrà Varnelli, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, un acino di lievito di birra, facoltativo questo, ma ve lo consiglio, 4 cucchiai di mandorle pelate, 4 cucchiai di miele, 4 cucchiai di zucchero, olio di semi di arachidi o strutto. Per fare la cicerchiata, lei impastava la farina tanta quanta ne serviva a lavorare le uova con la forchetta, univa lo zucchero, il granello di lievito, (questo era un suo segreto), mescolava per amalgamare, solo allora univa il mistrà Varnelli, prima no perché avrebbe bruciato le uova, l’olio e la buccia di limone. L’impasto doveva essere morbido da stendere con il mattarello, o con i polpastrelli, tagliava tanti serpentelli, li ritagliava a piccoli cubetti che tuffava nell’olio caldo o nello strutto. Nel frattempo aveva tostato le mandorle, le tagliava, nella padella metteva il miele, lo zucchero, e tre cucchiai di mistrà Varnelli, lasciava sciogliere lentamente mescolandoci i cubetti fritti, le mandorle e con un cucchiaio lasciava unire il tutto. Versava il composto sopra uno stampo unto dandogli la forma che le piaceva e con le mani unte e due cucchiai per non scottarsi, compattava bene. Una volta fredda la tagliava e la serviva ai suoi piccoli.

Buon cammino di carnevale!

Allora, se non vi fidate del numero 4, vi lasciamo un’altra ricetta con anche il cacao e gli ingredienti pesati.

Ingredienti

500 grammi di farina 00

3 uova di galline felici

50 grammi di burro

Un bicchierino di mistrà Varnelli

150 grammi di zucchero

Buccia di arancia o di limone

Olio per ungere il piano di lavoro

O un cavarè (un vassoio)

Olio di arachidi o strutto per friggere

Per condire la cicerchiata

200 grammi di miele

150 grammi di zucchero

10 grammi di cacao amaro

Il succo di limone

Buccia di limone o di arancia

Preparazione

Impastiamo la farina con le uova, il burro, la buccia di limone o di arancia, una volta amalgamato tutto, uniamo il mistrà Varnelli o un altro liquore. Finiamo di impastare fino ad ottenere un impasto morbido. Formiamo con la pasta, dei serpentelli sottili, li tagliamo a rocchetti piccoli, come delle palline irregolari, le friggiamo nell’olio di arachidi o nello strutto caldo. Li scoliamo e li lasciamo a perdere l’unto sopra la carta paglia.

In una pentola sciogliamo il miele con lo zucchero, uniamo il cacao setacciato, la buccia di limone o di arancia il succo di limone: mescoliamo con un cucchiaio di legno, caliamoci le palline fritte, mescolando per caramellare il tutto. Versiamo il composto sopra il piano unto, compattiamo con l’aiuto di due mezzi limoni e formiamo una piramide o un salame. Lasciamo raffreddare e tagliamola in pezzi. Noi abbiamo fatto la cicerchiata mini porzione mettendola in una coppetta foderata di carta forno e legata con un fiocchetto rosso. La cicerchiatacup!

Buona vita, buona cicerchjata ❤️

Sbriciolata di farina di castagne e noci con marmellata di mele rosse dei Monti Sibillini

Una sbriciolata che profuma di bosco d’autunno ma anche di rose di maggio. La farina di castagne e le noci la rendono rustica quel tanto che basta per sentire i suoi sapori e le mele rosse dei Monti Sibillini completamento il bouquet. La marmellata di mele rosse è già stata fatta a novembre e la conserviamo gelosamente solo per qualche ricetta per la quale valga la pena usarla. Questa è proprio la volta buona.

Ve la racconto questa ricetta ed intanto procuriamoci la farina di castagne. Per la marmellata potete sostituirla con una ai frutti di bosco perché è l’unica che ci sta bene ed esalta il sapore dolce della farina di castagne dato l’acidità di questo tipo di marmellata.

Mettiamoci all’opera elencando gli ingredienti

50 grammi di farina di castagne

50 grammi di noci

200 grammi di farina 00 o 0

Due uova di galline puttane ( beati chi ha le galline felici)

70 grammi di zucchero (ce ne vorrebbero 125 grammi) ma noi evitiamo troppo zucchero

50 grammi di burro

30 grammi di olio di girasole (questi due grassi uniti rendono la pasta molto più friabile e non serve l’aggiunta di lievito per dolci) però potete usare 150 grammi di burro o solo 80 grammi di olio di girasole

Buccia di arancia

Un vasetto di marmellata di mele rosse dei Monti Sibillini o di frutti di bosco

Preparazione

Per prima cosa frulliamo le noci con lo zucchero, nel robot o nella ciotola della planetaria con la il gancio a foglia, mescoliamo le farine di castagne, la 00 o la 0 e le noci tritate con lo zucchero, la buccia di arancia, il burro a pezzetti e l’olio di girasole, lasciamo frullare tutto per ottenere un composto sbriciolato, uniamo due uova e finiamo di impastare velocemente. Trasferiamo la pasta sopra la spianatoia ed impastiamo per amalgamare bene. Con le dita riempiamo e ricopriamo di tre quarti di pezzetti di pasta, uno stampo di 28/30 centimetri foderato di carta forno, il composto deve essere tutto dello stesso spessore, copriamolo con la marmellata scelta e finiamo di coprire la superficie con briciole di pasta alle noci. Mettiamo a cuocere in forno caldo a 160/170 gradi per 30/35 minuti. La sbriciolata deve risultare dorata e appena sentiamo il profumo sarà arrivata a cottura. Spegniamo il forno e lasciamo freddare nello stampo. Sformiamo la sbriciolata appena sarà fredda sopra un bel vassoio di portata. La sbriciolata può essere variata con tutte le farine o marmellata. Le farine possono essere anche senza glutine come quella di grano saraceno o di riso o noci o mandorle o di nocciole, queste ultime a guscio, basta frullarle insieme allo zucchero o di altro tipo. La sbriciolata non ha bisogno di riposare in frigo prima di essere stesa.

Buona vita, buona sbriciolata con farina di castagne e noci e marmellata di mele rosse dei Monti Sibillini ❤️