Una ricetta tanto antica e tanto buona che per la festa dei Morti nelle nostre case a Petriolo, non può mancare.
Tanto più in là non è usuale preparare questo saporito piatto, però grazie a CARLO NATALI dell’orastrana, qualche chilometro in più lo sta facendo diventando così più conosciuto.
Vale la pena provare a farlo, vi stupirà di certo.
LA MADONNA DELLA MISERICORDIA FA RITORNO AL SANTUARIO DOPO NOVE ANNI. A CAUSA DEL TERREMOTO ERA STATO CHUSO PER LE LESIONI RIPORTATE
Venuta d’ Abruzzo, Sei madre, sei stella, Speranza, mercè. Il santo fervore Che aleggia, Maria, Non senti e l’amore Che brucia per te ?..
Oh, quanti tesori Donasti al paese !…. Da mali, da orrori Per te ei scampò. Proteggi, Regina, Ognor questa terra; Profondi, o Divina, Di grazia ogni ben
Con gaudio celeste, Che infiamma, che innalza, Che ogni anima investe Di un lembo di ciel, Un’aurea corona Di gemme soffusa Quest’oggi ti dona Un popol fedel.
Inno per l’Incoronazione della Madonna della Misericordia di Petriolo composto nell’Agosto 1946 dal Maestro Giovanni Ginobili.
Il Maestro Giovanni Ginobili (Petriolo 1892 – Macerata 1973), ci ha lasciato diverse pubblicazioni stampate a spese proprie pur di tramandarci il dialetto, usi, costumi e leggende.
OGGI POMERIGGIO LA MADONNA DELLA MISERICORDIA FINALMENTE HA VARCATO LE PORTE DEL SANTUARIO A LEI DEDICATO CHE SI TROVA A PETRIOLO IN PROVINCIA DI MACERATA MARCHE
Emozione e commozione grandissime
Un ringraziamento oltre a tutti quelli che hanno saputo fare questo grande lavoro, va a Dio che ci ha fatto dono di vivere e trasmettere questo meraviglioso momento!
Buona vita, buon cammino insieme alla Nostra Mamma Celeste ❤️
Domenica 14 settembre 2025, dopo nove anni dal terremoto, la MADONNA DELLA MISERICORDIA potrà ritornare a splendere nel bellissimo SANTUARIO DI PETRIOLO.
La statua lignea del 500 arrivò per un caso o per volontà divina, a Petriolo.
Secondo la tradizione, nel settembre del 1525, giunse nella chiesa della Misericordia di Petriolo proveniente dall’Abruzzo, trasportata da un carro trainato da buoi, i quali, arrestatisi proprio dinanzi alla chiesa petriolese, non vollero più proseguire nel tragitto. Il popolo, cogliendo in questo un segno miracoloso del volere della Madonna di restare, portarono festanti la statua all’interno del luogo sacro.
Nel corso dei secoli, alla Madonna della Misericordia, è stata attribuita una protezione speciale nelle calamità naturali e nelle epidemie.
Tuttora è venerata ed onorata da tutto il popolo petriolese e fuori regione.
Una copia della statua lignea, per motivi pratici e di sicurezza, è stata riprodotta, servirà per evitare che si possa rovinare l’originale del 500 che è sotto la protezione dalla Soprintendenza delle belle arti. Quindi non ci accompagnerà più nelle varie esposizioni e processioni in divenire.
Una rievocazione della venuta della MADONNA DELLA MISERICORDIA avvenne nel settembre del 1976, quella fu per l’anniversario della incoronazione a regina del paese.
Sono passati 49 anni, domenica 7 settembre, è avvenuto il quinto anniversario della venuta della statua.
La rievocazione bellissima ha portato la MADONNA DELLA MISERICORDIA per un tratto delle vie di Petriolo.
Un carro con i buoi e sopra la nostra REGINA DEL CIELO, è arrivata in piazza Umberto I, accolta dalla popolazione fedele per sempre.
La sottoscritta non è una fotografa, ma alcune foto serviranno solo per documentare un bellissimo evento, che comunque resterà sempre in chi l’ha vissuto.
Chiedo scusa, ci penserà la MADONNA DELLA MISERICORDIA a farsi amare nonostante una cattiva qualità delle foto.
VIVA MARIA E CHI L’HA CREATA
L’arrivo in piazza Umberto I Un interprete della ricostruzione della venuta della Madonna della Misericordia al castello di Petriolo Popolane del Castello La profezia I Signori del Castello La Statua copia dell’originale viene condotta alla piazzetta del Santuario Il popolo accompagna la Statua Fine della ricostruzione storica della venuta della MADONNA DELLA MISERICORDIA a cura della compagnia teatrale di PETRIOLO
La mia créscia fojata salata, ricetta tradizionale delle nostre parti, una specie di strudel con una sfoglia neutra e salutare, fatta con la farina, olio extravergine d’oliva, sale e acqua calda. Tirata sottilissima con le mani, l’ho ricoperta di pomodorini datterini, le mie zucchine ed emmentaler ed origano. Una cottura veloce fatta al forno a microonde con la funzione crisp.
Vi assicuro che è croccante e buonissima e soprattutto velocissima.
La ricetta della sfoglia è descritta sopra, per fare la versione salata, dopo aver steso la pasta prima col matterello e poi con le mani, la ricopriamo con i pomodorini datterini, zucchine a fettine saltate con la cipolla per pochi minuti, e fette di formaggio emmental o pecorino. Io l’ho cotta sul piatto crisp a microonde, ci sono voluti 7/8 minuti, ma la possiamo cuocere in forno trans 180 gradi per il tempo che ci vuole ad ottenere una cottura croccante e dorata.
Ognuno conosce il proprio forno e quindi sa regolarsi bene.
Buona vita, buona créscia fojata con le verdure ❤️
Passa il tempo, purtroppo se ne ha sempre meno a disposizione per fare e scrivere le nostre ricette!
Lu vecchió originale non stava bene, ha passato la festa di S. Andò rannicchiato sul pagliericcio, chissà che pena avrà avuto per il mancato giro a portare mandarini e colori ai suoi amati bimbi!
È andata ormai, noi gli auguriamo che guarisca presto e possa tornare presto a fare lu vecchió il prossimo anno.
Abbiamo sostituito lui con lu vecchió trovato per strada, barba e capelli bianchi senza tabarro, aveva un sacco di yuta quasi vuoto. Quindi o lui o niente per Ettore e Sara Futura.
Nonna Anna Maria non l’ha lasciato andare a stomaco vuoto, un dolce che sa di casa e di festa gli ha fatto mangiare senza tanti complimenti e sceneggiate, una fetta a lui ed una a tutti.
Burro, zucchero di canna, latte, tanta cannella, uova di galline felici, farina e lievito.
Ciao, ciao vecchió e nuovo vecchió.
Questa è la ricetta del dolce de lu vecchió.
Ingredienti
125 g di burro morbido
120 g di zucchero
cannella
3 uova (taglia M (temperatura ambiente)
120 ml di latte (temperatura ambiente)
225 g di farina multiuso
1/2 cucchiaino di lievito in polvere
1 pizzico di sale
buccia di arancia
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
Per il ripieno alla cannella:
50 g di zucchero di canna
1/2cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di farina
Buccia di arancia
30 g di burro fuso
per spolverare:
• Zucchero a velo
Preparazione
1. Preriscaldare il forno a 180 ° statico o se ventilato a 160 ( regolarsi con il proprio forno)
Lavoriamo il burro morbido con lo zucchero, uniamo un uovo alla volta, la cannella, la buccia di arancia un pizzico di sale, il latte ed infine la farina con il lievito.
Per il ripieno
In una ciotola lavoriamo il burro morbido con lo zucchero di canna, la buccia di arancia, la farina e la cannella.
Foderiamo uno stampo da plum-cake con la carta forno, versiamo tre quarti della metà del composto, lasciando cadere sopra
la crema al burro con la cannella che abbiamo lavorato. Ricopriamo tutto con il restante composto e con una forchetta lavoriamo sopra la superficie per far affiorare un po’ della crema di burro e cannella. Questo servirà per ottenere una superficie dorata e croccante per la presenza dello zucchero di canna.
Mettiamo a cuocere per 30/40 minuti, regoliamoci infilando uno stecchino che deve uscire asciutto.
Lasciamo raffreddare e spolveriamo di zucchero a velo.
Noi non abbiamo fatto in tempo nemmeno ad impiattarlo, lu vecchió aveva fame ed era stanco che voleva tornarsene nella sua tana!
Questo è un dolce buonissimo ed anche facilissimo e velocissimo da fare.
Buona vita e buon vecchió sperando in un anno migliore per lui e per tutti! ❤️
Fra le tradizioni dolci antiche, contadine e povere, una volta c’era la pizza de Natà che si dice affondare le sue radici nella tradizione medioevale.
Nel corso della storia culinaria marchigiana si è persa però la tradizione di preparala perché nel frattempo nelle nostre tavole natalizie marchigiane e non solo, sono arrivati i dolci più sofisticati e più ricchi di ingredienti quali il burro o il cacao o il cioccolato.
La pizza de Natà, una specie di panettone senza pretese, era fatta con tutti gli ingredienti che si raccoglievano in campagna alla fine dell’estate inizio autunno. Le noci ed i fichi simboli di fertilità e benessere legati al culto del Dio greco Dionisio, le uvette essiccate al sole nelle nostre campagne, portatrici di fortuna e benessere che solitamente si mangiavano il giorno del primo dell’anno erano gli ingredienti principali. Solo più tardi venivano aggiunti il cacao, il cioccolato, il caffè ed alcuni liquori come il mistrà. Inoltre non mancavano le bucce di agrumi, la cannella, i chiodi di garofano e le noce moscata.
La pizza de Natà assomiglia molto a lu crustingu, quel miscuglio di frutta secca e spezie, infatti dopo aver fatto il primo impasto cioè la pasta di pane, lo si aggiunge per darle più sapore e corporsità alla preparazione.
Nella ricetta originale c’è la frutta secca così senza essere insaporita dalla sapa come invece si fa con lu crustingu, è certamente più corta e facile la preparazione, quindi sta a voi scegliere la via che più vi aggrada.
A noi piace così com’è venuta la pizza de Natà.
La tradizione della cottura della pizza de casció e dóce de Pasqua, come quella de Natà vuole che si usino le pentole di rame alte e strette, quelle stesse appese nella nostra cucina che appartenevano alla nonna Margarita.
Avendo meno tempo di sempre, quest’anno ho fatto la pizza de Natà, in versione veloce senza lievitazione. Il lievito chimico per dolci non toglie niente alla bontà del dolce.
Quindi vi lascio la ricetta della pizza de Natà con lievitazione veloce.
Metterò quando avrò tempo anche quella con il lievito di birra, tanto è un dolce buonissimo che si può mangiare anche tutto l’anno.
Preparazione
La pizza de Natà
Lavoriamo 80 grammi di burro con 80 di zucchero, uniamo due uova, 30 grammi di olio extravergine d’oliva, 300 di latte, una tazzina di caffè, sapa a piacere, due cucchiai di cacao con 300 grammi di farina ed il lievito setacciati. Il composto deve essere morbido, consideriamo che dobbiamo aggiungere la frutta secca.
Uniamo quindi le noci, le mandorle, le nocciole, i pinoli, un goccio di Varnelli, la cannella e le scorze di arancia e di limone.
Versiamo nello stampo foderato con la carta forno e mettiamo a cuocere a 180 gradi statico per 35/ 40 minuti. Controlliamo la cottura con lo stecchino che deve uscire asciutto.
Natale è già passato, sarà festa fino al giorno dell’Epifania, possiamo fare ancora la pizza de Natà per chiudere in bellezza il periodo più bello e gioioso dell’anno!
Buona vita, buona pizza de Natà ❤️
Pizza de NatàLa pizza de Natà tagliata Le pentole di rame dove un tempo venivano usate per la cottura delle pizze de Natà o de Pasqua sia dolce che di formaggio
La sera dopo la sfilata della banda che suonando accompagnava la folla al cimitero per ascoltare la messa in ricordo dei morti, si tornava su al paese piano, piano ognuno alla propria casa, discutendo col fiatone delle persone che non c’erano più e dei fatti del paese. Lentamente e con l’animo ormai in pace si pensava alla cena che per i più era costituita da un piatto di cuticùsu, fava lessata (fava ‘gréccia) condita con olio, aceto, sale, aglio, maggiorana e pezzettini di sardelle. La povertà di allora non consentiva di arricchire lu cuticùsu, solo più tardi in tempo dì benessere si incominciò ad unire gli ingredienti come il tonno, i capperi, i sottaceti ed il peperoncino. Mio padre era quello che una volta spogliatosi della divisa di suonatore della banda, si recava con un pentolino su verso la costa di s. Martì che portava alla sezione dei combattenti e reduci della guerra. Lì un gruppo di uomini giovani e vecchi preparavano guidati da una signora vedova, lu cuticùsu. Quel periodo e quelle persone non ci sono più ed insieme si è persa la tradizione, non per noi che il due novembre sulla tavola non può mancare lu cuticùsu nel ricordo di babbo.
Io so’ settembre; so’ molto cortese, a li villani io faccio le spese; porto l’ùa, li fichi, le mele e co’ ‘sti frutti je faccio piacere. Salvia, majorana, trosmarino trapiantali a settembre e al tuo vicino. È tempo di bacchiar le noci e la tradizione vuole che si faccia verso il 14 di questo mese data della festa dell’esaltazione della Croce. Santa Croce la pertica per la noce. E allora “lo pà nociato” con le noci appena raccolte e il pecorino, “lo pannociato” dolce, i biscotti di mosto fresco e semi di anici sono pronti! Per fare il pà nociato basta prendere la massa di pane ed aggiungere noci fresche e pecorino. Formare il filoncino è una volta lievitato cuocere come un pane. Per il pannociato dolce, si lavorano uova, burro, zucchero, caffè, cacao, vaniglia, uvette, noci, rum, cognac, alchermes, limone e farina quanta ne serve per formare un filoncino e cuocere a 180.
Zappa le viti d’agosto se vo’ (vuoi) rimpi’ la cantina de mosto, I nostri campagnoli rivolgono ora le loro attenzioni e cure più sollecite alla vite; aspettano la pioggia perché sanno che: se pioe (piove) nel mese d’agosto pioe mele e pioe mosto. Il popolo marchigiano, sempre assai sobrio, ha trovato spes so nei doni del campo il cibo suo, del resto più sano e sapori to; l’uva (l’ua) e i fichi di agosto, sono da esso chiamati « la for- tuna nostra »