Dolci

I NOSTRI PIATTI

Sono alcune foto delle nostre preparazioni, molte sono state scritte, ma molte di più non lo sono ancora state, forse saranno già dimenticate perché frutto della fantasia nel momento della messa in opera.!

Speriamo di poterle rifare ed anche scrivere!

Buona vita, buona cucina a tutti ❤️

Le sfrappe marchigiane

Sono, le chiacchiere, i cenci, i crostoli, le bugie e per noi marchigiani sempre stravaganti nell’uso delle parole in dialetto a volte impronunciabili sono “le sfrappe”! Dolci di carnevale friabili fatti di pochi e poveri ingredienti.

C’è chi aggiunge il Marsala, chi il liquore all’arancia, noi invece un liquore molto noto e apprezzato nella nostra regione e non solo, il famoso Varnelli. Se piacciono anche i semi di anice.

Avevo letto da qualche parte che per ottenere un sfoglia sottile e nello stesso tempo croccante bisogna usare una farina di forza come la Manitoba perché rende il fritto asciutto a causa del glutine che sviluppandosi non lo farà assorbire. Non potevo non provare ad usarla per le sfrappe marchigiane ed ho avuto veramente un ottimo risultato!

Insieme alla ricetta delle sfrappe vi metto una costumanza marchigiana di detti ed usi al tempo di carnevale!

È un po’ difficile leggere e capire le parole in dialetto petriolese, però a senso vi faranno ridere!

Le “sfrappe” e “li scroccafusi”!

Dolci poveri di carnevale che venivano offerti al veglione che si teneva nel paese, nel teatro “de lu comune”l’ultimo sabato prima di carnevale!

“Le fandellette”, caruccette è più “gindili “, si dovevano presentare a “lu vejó de le cecare”, rigorosamente in abito da sera e “li jóanotti”, in abito scuro!

Questo è il manifesto che veniva appeso per le vie del paese e sulle vetrine “delle vuttiche “.

Lu vejó’ de le cecare

Jende tutte de ‘sto munno per godé’ finende ‘nfunno, Pitrió’ ve’’mmita annare ar Vejó’ de le cecare.

Valli, sôni, fiuri, candì, scroccafusi vôni e tandi,

vallirì tutti galanti e mijiare de monelle magruline e cicciutelle velle come le papelle….

Tutto questo ve vo’ dare lu vejó’de le Cecare!

Il cartoncino di invito alle signorine del paese suonava così!

Fandelletta caruccetta,

più gindile de ‘n-gnardile,

Pitriolu ve ringrazia se con tanta vona grazia venerete ‘mbó’ a sognare ar Vêjó’ de le Cecare.

Ffocherete tra mattate de’lligria e de risate, porbio comme fa d’istate le Cecare ‘nnammorate!

Ricetta e preparazione

Lavoriamo 250 gr di farina forte tipo Manitoba già setacciata insieme a due uova, mescolando uniamo 30 gr di zucchero e 30 gr di burro fuso e tiepido, amalgamiamo bene con le mani e solo adesso uniamo 50 gr. di liquore all’anice tipo mistrà Varnelli o all’arancia o Marsala, impastiamo fino ad ottenere una massa morbida e setosa, se risultasse dura aggiungiamo un po’ di acqua.

Formiamo una palla, lasciamo che riposi per un’ora coperta da una tovaglietta.

Riprendiamo la pasta e la stendiamo con la macchina della pasta con la seconda tacca. La tagliamo con la rotella a rombi o a strisce e friggiamo in olio di girasole alto oleico o nello strutto. Lasciamo cadere sopra un filo di alchermes e spolveriamo di zucchero!

Le sfrappe sono pronte, croccanti e come non mai!

Buona vita, buone sfrappe de carnuá!

A presto ❤️

Crostata senza zucchero con sesamo e crema di ricotta yogurt e pesche al miele

Io ve la racconto la mia serata di convalescenza che va per le lunghe. Sono sola e con poca voglia di cenare. Quasi tutti sono allo steristerio di Macerata “granne”, è cosi che si fa chiamare, anche se purtroppo ora gode di cattiva fama dopo i fatti della sparatoria di Traini.

È comunque una piccola città provinciale dove c’è ancora gente bella e chic. Si respira un’aria di voglia di vivere e in estate si riempie di molti turisti internazionali.

E così, quest’anno sono ancora qui ad aspettare che finisca l’estate senza aver messo piede nel vero senso della parola, in una piccola parte di questa nostra terra per godere un po’ di pace e fresco. Arriverà se Dio lo vorrà! Però non potevo stare pure con le mani immobili.

C’era nel frigo della ricotta, poca che non bastava a farci granché. L’ho mescolata al nostro yogurt greco fatto in casa, ho aggiunto un uovo, maizena, miele di acacia succo e buccia di limone, sesamo e dei pezzetti di pesca appena passata in forno a microonde. Ho preparato una base con il dolcificante naturale l’eritritolo, un uovo, farina 0 e fecola. Ho steso in una teglia e ho versato la crema alla ricotta e yogurt con le pesche. Ho fatto cuocere a 160 gr per un’ora. Ed ecco qua il risultato.

Domani vi mostrerò la fetta e saprò dirvi com’è.

Buonanotte!

Buona vita, buona crostata senza zucchero con

Buona vita, buona crostata senza zucchero!

Ora è pronta la ricetta.

Ingredienti

Per la base

225 gr di farina 0

Un uovo

90 di maizena

60 gr di eritritolo o miele di acacia o zucchero

50 gr di burro

50 gr di olio di girasole

oppure 100 gr di burro.

Una bella cucchiatata di semi di sesamo tostato

Per la crema

250 gr di yogurt greco bianco

50 gr di ricotta

Un cucchiaio di miele di acacia

Un uovo

Un cucchiaio di maizena

Una pesca e mezza di pesca soda

Succo di limone

Preparazione

Tagliamo le pesche a pezzetti, le spruzziamo col succo del limone e le facciamo cuocere a microonde o in un pentolino per poco tempo, giusto il tempo di farle ammorbidire. Lasciamole poi freddare.

Lavoriamo la farina, la maizena ed il lievito setacciati con il dolcificante o miele, o zucchero, un pizzico di sale, l’uovo, ed uniamo il burro a pezzetti e temperatura ambiente, l’olio e il cucchiaio di sesamo. Cerchiamo di amalgamare bene il composto impastando con le mani sopra la spianatoia per qualche minuto. Stendiamo la pasta con le dita sopra ad uno stampo di 24 cm foderato di carta forno cercando di creare un bel bordo intorno a tutta la circonferenza del cerchio. Prepariamo la crema lavorando lo yogurt, la ricotta, un uovo, un cucchiaio di miele e uno di maizena, mescolando bene uniamo le pesche cotte. Versiamo il tutto dentro lo stampo con la base pronta e facciamo cuocere a 160 gr per un’ora. Meglio una bassa temperatura e più tempo perché la crema potrebbe bruciare. Quando vedremo che sopra è bella compatta, spegniamo il forno e lasciamo che la crostata si freddi. Mettiamola in frigo e se ci piace lucidiamo la superficie con la gelatina di more e mirtilli. Gustatela fredda e mantenetela in frigo per evitare che si rovini per il caldo. Potreste usare le albicocche o altra frutta di stagione. A voi la scelta.

Buona vita, buona crostata di crema di yogurt e pesche senza zucchero e pesche! ❤️

PASQUA 2018

Piatti del giorno di Pasqua sono più o meno sempre quelli della nostra tradizione maceratese. A colazione la pizza o crescia dolce al profumo di arancia e canditi per chi li preferisce, le ciambelle strozzose, i calcioni o caciú di formaggio pecorino, salami e ciauscoli, pecorino fresco e la pizza o crescia di formaggio. Per il pranzo, l’antipasto con la coratella pasticciato con le uova e la mentuccia, la frittata con la mentuccia, parmigiano reggiano e pecorino preparata con una grande quantità di uova, più o meno 30/ 40, perché servirà anche per la cena e la scampagnata del giorno di Pasquetta. Non mancano i salumi e del buon vino. I primi piatti sono sempre due, la minestra “ndorata”, una specie di stracciatella con anche fette di pane tutto in un buon brodo di gallina, i vincisgrassi o i cannelloni di ricotta o di carne. I secondi agnello e patate arrosto, costolette di agnello fritte ed il maialino in porchetta oppure il coniglio fritto. Verdure amare, insalata mista. Per dolce la stessa pizza o crescia dolce e le ciambelle strozzose, la frutta ed il caffè con l’ ammazza caffè, mistrà Varnelli, amaro o il limoncello. Poi? Poi, cari miei, per smaltire, se ce la si fa, qualche chilometro a piedi! Questi i nostri piatti di questa s. Pasqua

Torta tutta arancia e nocciole

Sono un’arancia con buccia dorata negli aranceti dolce son nata con il mio succo disseto e ristoro pei bimbi tutti sono un tesoro. E per la torta son deliziosa e con le nocciole alle papille faccio far olà! Filastrocche a parte, eccovi la ricetta!

Ingredienti

200 gr di farina per dolci

100 gr di nocciole tostate e macinate finemente

1 arancia intera senza trattamento

3 uova

200 gr di zucchero semolato

60 gr di burro di buona qualità

Il succo di un’arancia ( circa 100/ 120 gr di succo)

Una bustina di lievito per dolci

Un pizzico di curcuma ( facoltativo)

semi di vaniglia bourbon

Preparazione

Per prima cosa tostiamo le nocciole, le lasciamo freddare e poi le faremo macinare finemente. Nel robot con le lame, mettiamo l’arancia a pezzi, lasciamola frullare per bene, uniamo il succo dell’arancia, lo zucchero, le uova, il burro morbido, la vaniglia, il pizzico di curcuma, mescoliamo con la spatola per amalgamare. Uniamo la farina e le nocciole con il lievito diamo alcuni giri di lame per ottenere un composto omogeneo. Foderiamo una teglia di 24 cm, con carta forno bagnata e strizzata, versiamo la torta tutta arancia e mettiamo a cuocere a 180 gr in forno statico per circa 1 ora. Stiamo attenti a non farla bruciare sopra, magari abbassiamo di poco la temperatura o copriamo con un foglio di alluminio. Comunque dal suo meraviglioso profumo, capiremo che la torta è cotta. Lasciamola freddare a forno aperto e poniamola sopra un bel piatto. Spolveriamo di zucchero a velo magari preparato da noi con il frullatore. Un trucco per non far sciogliere lo zucchero una volta che si trova sopra la torta, o altri dolci, è quello di versare alcune gocce di alcool o rum bianco mentre viene macinato. Questo si chiama lo zucchero bucaneve. Possiamo conservarlo dentro un barattolo. Sopra la torta imbiancata decoriamo con le nocciole.

Consumatela dentro due o tre giorni altrimenti mettetela in frigo. Penso che andrà via in un baleno.

Buona vita, buona torta tutta arancia e nocciole.

A presto. Fatemi sapere se vi è piaciuta.

Torta rossa e nera…alla barbabietola rossa e carote con cioccolato fondente

Torta rossa e nera...alla barbabietola rossa e carote con cioccolato fondente

Ingredienti:

200 gr. di barbabietola rossa cotta
50 gr. di carote cotte
150 gr. di farina di mandorle
100 gr. di farina 0 o integrale
60 gr. di cacao amaro
150 gr. di zucchero di canna integrale oppure 75 gr. di miele millefiori
100 gr. di cioccolato fondente a scaglie
50 gr. di olio extravergine di oliva
200 gr. di yogurt greco bianco
2 uova
semi di vaniglia
mezza bustina di lievito per dolci

Procedimento:

Cuocere le barbabietole pelate, lavate e tagliate a pezzetti insieme alle carote in acqua fredda e far bollire fino a cottura. Per una cottura più veloce, metterle sempre in acqua fredda nella pentola a pressione per una decina di minuti.

Appena cotte lasciarle freddare per bene. Nel frattempo sciogliere il cioccolato o a bagno maria o al microonde e lasciarlo intiepidire.

Frullare la rapa e le carote unendo lo zucchero, le uova, l’olio, il cioccolato fuso e lo yogurt, mescolando bene. A questo punto aggiungere la farina di mandorle, la farina 0 integrale ed il cacao setacciati con il lievito e le scaglie di cioccolato.

Imburrare o oleare e infarinare uno stampo da ciambellone e versare il composto sbattendolo un po’ per livellarlo.

Cuocere nel forno riscaldato e ventilato a 180 gradi per 30-40 minuti. Lasciarlo freddare prima di sfornarlo e sistemare in un piatto a decorare a piacere anche con zucchero a velo o con una glassa rossa fatta della stessa acqua di cottura e zucchero a velo.

Torta rossa e nera...alla barbabietola rossa e carote con cioccolato fondente

Torta rossa e nera…alla barbabietola rossa e carote con cioccolato fondente

Il Principe dei Saltarelli 3.0 – Seminario sul saltarello di Petriolo con il gruppo Pitrió’ mmia

Il Principe dei Saltarelli – Terza edizione Il Principe dei Saltarelli – Terza edizione

Petriolo di Macerata è la patria di Giovanni Ginobili (24 gennaio 1892 – 17 ottobre 1973), poeta vernacolare e padre nobile dell’etno-musicologia moderna nelle Marche, uomo tenace e appassionato che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca e alla conservazione della cultura popolare della nostra terra.
A Petriolo, dove il suo ricordo è ancora ben vivo, a lui è dedicato anche quest’anno “Il principe dei saltarelli”, ciclo gratuito di incontri sulla musica tradizionale della Marca centrale.

Il progetto, giunto alla terza edizione, è nato dall’unione delle forze della Pro Loco di Petriolo MC, già nota per l’autunnale Festa delle Cantinette, dello storico Gruppo delle tradizioni popolari maceratesi Pitrió’ mmia e dell’Associazione L’Orastrana, col patrocinio del Comune di Petriolo.
Lo spirito che anima l’iniziativa è sempre quello di tornare a riappropriarci delle nostre radici con gioia, di stare bene insieme senza l’assillo di asfissianti campanilismi o manie di esotismo, di prendere coscienza di essere comunità all’interno di una comunità, agendo localmente e pensando globalmente.
Attraverso i passi, le metafore, i codici e la psicologia delle nostre antiche danze popolari –il saltarello e la castellana– l’idea petriolese non è soltanto quella di riportare tra la gente quello che della gente è sempre stato, ma anche e soprattutto di creare occasione di incontro, scambio e dialogo intergenerazionali, cosa apprezzatissima già dai partecipanti delle scorse edizioni.

Inoltre quest’anno “Il principe dei saltarelli” tenta un esperimento diverso dal solito: durante gli incontri, oltre alla danza e ai canti popolari, verrà offerto dalla Pro Loco un dolce tradizionale ogni volta diverso, attraverso il quale si coglierà l’occasione per espandere i discorsi sulle tradizioni popolari anche al mondo della cucina, che scopriremo molto affine a quello della musica.
Dato che quest’anno gli incontri saranno quattro, alle quattro stagioni saranno dedicati i dolci che potrete gustare e dei quali si parlerà.
Brindando con del buon vino cotto locale assaggeremo insieme li caciù’ co’ la faetta, luciammellòttu de lo vàtte’, lu crustìngu e la pizza dóce de Pasqua, a cura delle blogger petriolesi di Farina e fiore.

Il primo appuntamento è previsto per mercoledì 15 aprile 2015 alle 21.30, presso il Teatro Comunale di Petriolo (mappa).
I tre successivi incontri, sempre di mercoledì, si terranno presso il Centro di Aggregazione Giovanile Montessori in Via De Nobili, nel cuore del centro storico (mappa).
La partecipazione è gratuita.