Le castagnelle sono dei dolci natalizi della regione Puglia. Facili e veloci da fare, con ingredienti tipicamente del tempo attuale quando in ogni casa chi più e chi meno, si appresta a fare biscotti e torte per festeggiare il Natale. Ci sono le mandorle, lo zucchero, il cacao amaro, la buccia di arancia, il latte e tanta cannella.
Questi sono gli ingredienti
250 g di mandorle, io ho unito alcune noci
250 g di farina 00
200 g di zucchero si può diminuire, io ne ho messo 150 grammi
80 g di cioccolato fondente
25 g di cacao amaro in polvere
150 ml di latte
2 cucchiaini o più di cannella
scorza grattugiata di 1 arancia
mezzo cucchiaino di bicarbonato
un pizzico di sale
zucchero a velo per decorare
Preparazione
Facciamo tostare le mandorle intere con la buccia sul forno statico a 180 gradi per cinque minuti. Le lasciamo raffreddare e poi le frulliamo nel mixer grossolanamente.
Nella ciotola mettiamo la farina, lo zucchero, il cacao, la buccia di arancia, un pizzico di sale, la cannella.
Uniamo le mandorle, il cioccolato fondente fuso ed il latte, regoliamoci se troppo duro aggiungiamo ancora un po’ di latte, se troppo morbido un po’ di farina. Il composto deve avere una consistenza da essere lavorato con le mani, dobbiamo fare dei salsicciotti che schiacceremo un po’. Li tagliamo diagonalmente ottenendo tanti biscotti che metteremo sopra la carta forno e a cuocere in forno statico a 170 / 180 gradi per tredici minuti. Non devono essere cotti molto ma restare morbidi.
Le castagnelle sono croccanti fuori e morbide dentro.
Sono buonissime, facciamone dono a Natale ai nostri cari ed amici.
Buona vita, buone castagnelle di Natale! ❤️
Le mie castagnelle spolverate di zucchero a veloAppena uscite dal forno
È una caldissima domenica di settembre, ma sembra ancora agosto, l’afa toglie il respiro, potrei anche non cucinare nulla dato che in casa ora nessuno viene più a pranzo come di solito succedeva prima che nascessero i nipotini.
Potrei riposarmi o potrei fare un po’ di pulizia nel nostro orto giardino scapigliato del quale oramai non resta che niente. Il tempo ha messo fine agli alberi da frutta, restano gli ulivi che pure loro stanno esaurendo il loro ciclo, nell’orto solo alcune piante di pomodori e zucchine secche come foglie di tabacco.
Siamo ormai una famiglia di persone anziane, due per la precisione, i figli? Per conto loro! Ma è così per tutti! La vita finisce prima o poi.
Da qualche tempo non ho più appetito, avrò fatto la fine dell’asino, dàje oggi, dàje domani, si era abituato e morì.
Odio la carne, mi piacciono i primi cremosi ma di pasta fresca all’uovo, mi piacciono le verdure e la frutta ed i miei dolci non dolci. Uso poco zucchero e pochi grassi da sempre ed i dolci di pasticceria non mi piacciono. Mangio solo il mio pane con lievito madre che ho “creato” quasi 15 anni fa quando non andava di moda fare il pane maniacalmente.
Sono un po’ complicata in tutto, ma ormai sono alla fine, quanti giorni o quanti anni possono esserci rimasti? Chi lo sa? Il padre eterno, quindi non potendo togliermi né aggiungermi attimi di vita, mangio quello che mi va!
Un po’ di cose proibite non cambieranno niente, sono convinta che Dio ha stabilito il mio momento e nessuno può farci nulla.
Quando è ora, è ora amen!
Allora ho voglia di un piatto morbido e cremoso.
Ho le crêpes surgelate, ho tre zucchine raccolte ieri, sono le ultime, le faccio a strisce lunghe e sottili e le faccio cuocere con un filo d’olio extravergine d’oliva sul piatto crisp, volendo si possono fare sul forno normale, ma ci vuole più tempo. Io uso questo modo di cucinare perché è veloce e le verdure rimangono croccanti.
Latte quanto ne basta per rendere cremosa la crema di formaggio e zucchine
Preparazione
Mescoliamo alla farina le uova il sale, il latte a temperatura ambiente, l’olio. Frulliamo con le fruste per amalgamare bene. La pastella deve essere abbastanza fluida, regoliamoci.
Lasciamo riposare in frigo per un po’ di tempo.
Facciamo le crêpes o nella crepiera, io ce l’ho da quarant’anni, oppure in un padellino, facciamole sottili.
Mescoliamo il formaggio scelto, uniamo le zucchine grigliate a listarelle, poco sale ed il latte quanto ce ne vuole per ottenere una crema abbastanza liquida ed uniamo le erbe aromatiche.
Prendiamo una pirofila, mettiamo sopra un po’ della crema di formaggio e zucchine, cominciamo a fare gli strati alternando crema e crêpes. Finiamo con la crema e fiocchetti di burro.
Mettiamone forno a 180 gradi per quasi mezz’ora. La superficie deve risultare dorata.
Serviamo le mille foglie calde.
È un piatto completo e molto sostanzioso! Per me è eccezionale!
Io me le sono pappate nel silenzio assoluto da sola. L’altro bacucco era impegnato a scorrere il maledetto cellulare. Ad una certa età, si diventa maniaci senza capirci una mazza.
Buona vita, buon crêpes di formaggio e zucchine alle erbe aromatiche ❤️
Le crêpes appena uscite dal forno Le crêpes prima di essere cotte
Sant’Antonio Abate, egiziano di nascita, visse i suoi ultimi anni nel deserto della Tebaide, dove condusse una vita ritirata pregando e coltivando un piccolo orto per il proprio sostentamento. Fu molto tormentato da tentazioni fortissime, tanto da staccarsi radicalmente dal mondo. Si chiuse allora in una tomba scavata nella roccia ed in questo luogo fu aggredito e percosso dal demonio; senza sensi venne raccolto da persone che si recavano alla tomba per portargli del cibo e fu trasportato nella chiesa del villaggio, dove si rimise. Morì il 17 gennaio del 357. Nel XII sec. le sue reliquie furono poi trasferite in Francia dai crociati. Qui si sviluppò la fama del Santo come guaritore, soprattutto dall’Herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio) che veniva curato con il grasso del maiale. Per accogliere i pellegrini si rese necessaria la costruzione di un ospedale e la formazione di una confraternita di religiosi ospedalieri (Antonini). Per assicurare la sussistenza dell’ospedale, i religiosi allevavano allo stato brado animali domestici, specialmente maiali, i quali, per essere riconosciuti dagli altri, erano dotati di un campanello appeso al collo. Per questo motivo, secondo la tradizione, S. Antonio è il protettore degli animali domestici.
Per la festa del santo c’è la tradizione di preparare le pagnottelle, possono essere solo con farina, acqua e pasta acida vecchia, oppure con il latte fresco di mongana, ed il grasso di maiale quello stesso che veniva usato per curare lo sfogo di s. Antonio.
Il pane così preparato prima di essere mangiato sia dagli umani che dagli animali, ancora oggi deve essere benedetto il giorno della ricorrenza del santo!
Le nostre pagnottelle sono con il latte fresco e lo strutto come tradizione vuole!
Se volete preparare le nostre pagnottelle di s. Antonio, basta impastare 600 grammi di farina 00 con un cucchiaino di zucchero, un cucchiaino di lievito di birra disidratato, latte fresco quanto basta per ottenere un impasto morbido, unire un cucchiaino di sale, e 30 grammi di strutto messo pezzetto per pezzetto. Quando lo strutto è assorbito tutto, finire di impastare solo quando la pasta diventa liscia e setosa! Vi ricordo che la pasta deve essere morbida morbida!
Lasciare che lieviti fino al raddoppio nel forno spento con la lucina accesa, fare due o tre pieghe in ciotola tirando su ogni lato riportandolo al centro della ciotola chiudendo bene. Rimettere a lievitare, al raddoppio tagliare tanti pezzi di 60 grammi, pirlare ogni pallina e lasciare lievitare ancora in un vassoio infarinato e coperto dalla pellicola. Riprendere ogni pallina e pirarla ancora per l’ultima volta!
Fare una croce profonda in ogni pallina e rimettere a lievitare per l’ultima volta!
Tutti questi passaggi sono utili per ottenere una pasta sfogliata e morbida. Se non ve la sentite di farla lunga, fate solo la prima lievitazione e cuocete al raddoppio!
Una volta lievitate, con un pennello spennellare di latte tutte le palline e mettere a cuocere a 200 gradi per quasi una mezz’ora, abbassando il forno a 180 gradi dopo dieci minuti!
Regolatevi per la cottura con il vostro forno che conoscete meglio!
Fate raffreddare prima di separare le palline!
Se avete la possibilità, portatele stasera in chiesa a benedire dal Protettore s. Antonio!
Tutto, se trovate un prete che ancora rispetti la liturgia e la tradizione, mi sa che non sarà tanto facile!
Morire dalla voglia di mangiare le ciliegie, ho cercato in tutti i modi di raccattarle sui nostri alberi che avendo i rami lunghi e lontani dal tronco, nessuno ha voluto tagliarli per raccoglierne un pugno. Quando uno nasce cocciuto, ci muore.
Ed allora per soddisfare la mia voglia matta di mangiare le ciliegie, me le sono comprate ad un caro prezzo. Ho letto da qualche parte che i rivenditori ci guadagnano non si sa quanto di più di quanto l’hanno pagate dall’agricoltore, mah, la coscienza prima o poi, si farà sentire.
Lasciamo perdere e torniamo alla ricetta del buonissimo dolce, il pane dolce alle ciliegie e mandorle.
Questi sono gli ingredienti e la preparazione
220 grammi di farina per dolci
110 grammi di zucchero
40 grammi di burro
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1/2 cucchiaino di sale
Succo di limone
50 grammi di mandorle tritate
2 uova di galline felici o no
Mezza bustina di lievito per dolci
Buccia di limone
Una tazza di ciliegie grammi 170 più o meno
120 grammi di latte intero o scremato
Preparazione
In una ciotola scaldiamo il latte, leggermente, uniamo le ciliegie ed il burro, il succo di limone mescolando fino a far sciogliere il burro.
Montiamo le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e gonfio, uniamo altro succo di limone e la buccia.
Questo composto uniamolo alle ciliegie ed il latte.
Setacciamo la farina, il lievito ed il bicarbonato, il sale ed uniamo il composto delle ciliegie ed il latte, e le mandorle, delicatamente mescoliamo senza smontarlo, non bisogna lavorarlo molto.
Versiamo tutto nello stampo da plum-cake foderato di carta forno, mettiamo a cuocere in forno caldo a 180 gradi per quasi un’ora, facciamo la prova dello stecchino che deve uscire asciutto. Se vediamo la superficie scurirsi, copriamola con un foglio di alluminio!
Lasciamo freddare il pane prima di sfornarlo.
Spolveriamo con lo zucchero a velo prima di servirlo!
Mettiamo il dolce in frigo perché con il caldo le ciliegie possono ammuffire, credo però che finirà sulla bocca di tutti, prima che succeda.
Buona vita, buon pane dolce di ciliegie e mandorle ❤️
Oggi ho raccontato le mezze maniche con crema di baccalà alla cannella e pinoli ricetta di mia madre, che però non aggiungeva i pinoli, stasera vi mostro il baccalà al forno di mia madre!
Buonissimo è il baccalà fatto al forno, in questo modo!
Ho messo nella pirofila l’olio extravergine di oliva, i filetti di baccalà, niente sale, perché è molto saporito, il latte, quel tanto che è servito per coprire il fondo del piatto, ho coperto i filetti con il pane grattugiato tostato mescolato alla cannella ed ho aggiunto i pinoli. Ho messo a cuocere in forno a 180 gradi per 20 minuti!
Buonissimo, credetemi e poi la conferma me l’ha data stasera l’ intenditore di casa, tornato finalmente!
Buona vita, buon baccalà alla cannella e pinoli ❤️
Non c’era più il pane, nemmeno una briciola, senza, a casa mia non possiamo mangiare. Niente, magari poco ma come accompagnamento alle pietanze, ci deve essere. Era tardi ed il pane naturale stava lievitando, ma ci volevano troppe ore ed allora a mezzogiorno dovevo pensare di fare qualcosa di veloce. Volevo fare le piadine, il pane chapati o il pane naan, ma non ero convinta perché questi pani piatti, non erano adatti per mangiarci un sughetto. Allora eccola l’idea dei mini croissant veloci, morbidi e buoni. Si possono mangiare con formaggio o con la marmellata o la crema di cioccolato. Vediamo come l’ho fatti.
Ho messo nella ciotola della planetaria 200 grammi di farina 00 e 50 grammi di farina integrale, ho unito poco sale, un pizzico di lievito per torte salate pizzaiolo, un po’ di olio extravergine di oliva e latte quanto ne è servito per ottenere un impasto morbido. Ho fatto impastare fino ad amalgamare tutto, ho finito di lavorare sopra la spianatoia e steso con il matterello in una sfoglia sottile. L’ho tagliata a triangoli e chiuso a croissant. Non proprio perfetti ma la fretta era troppa. Ho scaldato il forno a 170 gradi ed ho fatto cuocere per una ventina di minuti. L’ho sfornati e gustati con alcune fettine avanzate di arrosto e di pomodoro. Buoni, veloci e soprattutto pratici.
Sicuramente li rifarò ogni volta che resterò senza pane.
Ma che bello avere già una torta farcita in un sol colpo!
C’era una volta la festa di compleanno con la torta di pizza sbattuta bagnata di alchermes e farcita con la crema pasticcera magari fatta con la bustina di oro crema e al cioccolato, quest’ultima preparata col cacao. Una volta ricomposta la pizza sbattuta ripiena veniva decorata con la panna e ciuffi di crema al cioccolato o semplicemente con i confettini colorati. La mamma ci metteva tanto amore ma soprattutto tanto tempo, non c’erano fruste o planetaria. Era solo lavoro di braccia forti. La pizza sbattuta non aveva niente lievito perché a renderla soffice erano le uova montate prima i rossi che dovevano fare il nastro una volta tirati su con la frusta a mano e poi gli albumi che dovevano rimanere attaccati alla ciotola una volta capovolta. Semplici e laboriosi gesti per una base dolce che serviva per una torta buona in ogni occasione. Ora però tutto questo si può fare in sol colpo, base e farcitura. Tante sono le ricette in rete, io vi propongo la mia! Nulla di straordinario ma comunque buona.
Ingredienti
Crema pasticcera
Mezzo litro di latte intero o come più vi piace
4 rossi d’uovo
60 gr di farina 00
100 di zucchero
Buccia di limone
Per la torta
Tre uova
200 gr di farina 00
125 grammi di zucchero
100 gr di latte
70 gr di olio di girasole
Una bustina di lievito per dolci
Semi di vaniglia
Alchermes
Preparazione
Scaldiamo il latte a microonde, nella ciotola lavoriamo i rossi e lo zucchero fino a montare, uniamo la farina e la buccia di limone o grattugiata o intera che poi toglieremo, mescolando uniamo il latte caldo e finiamo la cottura o a microonde o sul fuoco fino ad addensare. Lasciamo che di raffreddi e prepariamo la base della torta.
Lavoriamo le uova con lo zucchero fino a montare, uniamo l’olio di girasole, il latte i semi di vaniglia, ed infine la farina con il lievito setacciati mescoliamo piano piano per non smontare il tutto. A questo punto versiamo metà del composto, io l’ho pesato, nello stampo foderato di carta forno, livelliamo bene scuotendolo sopra il tavolo e mettiamo a cuocere a 180 gr per 20 minuti, togliamo ora lo stampo dal forno bagniamo la base con alchermes versiamo sopra la crema pasticcera stendendola uniformemente uniamo il resto del composto e rimettiamo a cuocere per altri 15 minuti fino a quando vedremo la superficie dorata. Spegniamo il forno, lasciamo che la torta di freddi, togliamola dallo stampo e spruzziamo sopra ancora delle gocce di alchermes e decoriamo con lo zucchero a velo e fiori freschi!
La torta di zuppa inglese è pronta, non ci resta che gustarla ricordando il tempo della festa di compleanno di molto tempo fa!
A forza di sentire parlare di quanto faccia male lo zucchero e di tutto ciò che gira intorno a questa polvere che rende dolce il palato e la vita, mi sono messa a sperimentare dolci cercando altre soluzioni. Ne parlavo col mio dentista molto attento alla salute dei nostri denti e anch’esso ghiotto come me. Mi ha consigliato di usare un dolcificante a 0 calorie e senza controindicazioni particolari, l’eritritolo. Si può usare oltre che nei dolci, nelle bevande, nei gelati o dove si vuole. Per rendere ancora più sane le nostre ghiottonerie, i nutrizionisti raccomandano di usare le farine integrali o di legumi, oppure la solita farina 00 con l’aggiunta di inulina una polvere bianca estratta dalla cicoria o da altri tuberi. È inodore e insapore, rende cremose le salse dandoci la possibilità di usare pochi grassi. In rete ci sono molte informazioni su questo prodotto che ci consentono di studiare e capire cos’è e quanto e come si può usare. Io l’ho sperimentato nelle “marmellate” senza zucchero e nel gelato di frutta insieme allo yogurt bianco greco. Io non sono un’esperta però cerco di preparare buone cose in famiglia. Seguo chi studia alimentazione, sperimenta e consiglia come si può ottenere un sano e giusto stile di vita insieme ad una attività fisica. Per quest’ultima, forse ho un po’ di pigrizia a metterla in atto! Me ne rendo conto! Arriviamo a descrivere la crostata buona di albicocche e pistacchi di Bronte, ha tutti e due questi prodotti, niente zucchero e le fibre che fanno bene al nostro intestino apportate dall’inulina. Non ha la solita marmellata ma una purea di frutta fresca e basta. Approfittiamo della frutta bella e saporita dell’estate per preparare le marmellate a freddo. Sono semplicemente frutta a pezzi o a purea da usare così pure nelle crostate. Cuoceranno insieme e potremo evitare del tutto lo zucchero.
Questi sono gli ingredienti!
Per la base
250 gr di farina 00
20 inulina
40 eritritolo
30 burro
30 gr di olio di girasole ( il burro e l’olio di girasole insieme rendono più croccante la base del dolce)
Un cucchiaino di lievito per dolci bio
Tre o quattro cucchiai di latte
Per la superficie della crostata
400 gr di albicocche belle e sode
Un cucchiaino di maizena
Il succo di mezzo limone
Una manciata di pistacchi di Bronte o mandorle o nocciole frullati grossolanamente
Preparazione
Laviamo le albicocche, le tagliamole a pezzetti, mettiamole in un frullatore con il succo del limone, il cucchiaino di maizena e lasciamo che diventi una purea, se occorre possiamo aggiungere altro succo di limone o poca acqua.
Setacciamo la farina insieme al lievito, uniamo l’inulina, il burro morbido e l’olio lavorando con le mani, prima che l’impasto sia compatto uniamo l’eritritolo ed il latte quanto basta per ottenere una consistenza morbida. Stendiamo la pasta con il matterello e ricopriamo con essa una teglia di 26 cm. foderata di carta forno, versiamo la purea di albicocche e i pistacchi frullati; decoriamo con le strisce di pasta e ripieghiamo i bordi. Mettiamo in forno statico a 180 gr. lasciando cuocere per 30 / 35 minuti. La crostata deve risultare dorata. Appena sarà fredda appoggiamola sopra un bel piatto e decoriamo a piacere con le albicocche.
Buona vita, buona e sana crostata di albicocche e pistacchi di Bronte!