uova di gallina felice

VINCISGRASSI ERETICI DI BROCCOLETTI PUGLIESI RICOTTA E FORMAGGI AL LIMONE

I Vincisgrassi eretici, certo non sono i classici marchigiani quelli con il sugo di carne varie e besciamella.

I Vincisgrassi eretici sono vegetariani, cremosissimi, adatti anche per il periodo pasquale e di giorno di astinenza dalle carni.

Ci vuole un po’ di tempo ma vale la pena farli.

Perché questo si che è amore vero!

Fattela una bella pirofila di Vincisgrassi eretici! E che ci metti di buono?

La pasta all’uovo fatta in casa, broccoletti pugliesi, zucchine e zucca questa è essenziale per ottenere una colorazione “aranciata”, ricotta, yogurt greco bianco, parmigiano reggiano, emmentaler, buccia di limone e noce moscata.

Fai sólà dopo sólà e metti in forno.

Buonissimi e golosissimi, la domenica si chiude qui!

Allora vi racconto come si fanno i Vincisgrassi eretici.

Ho fatto la pasta all’uovo che ho tagliato sottile e a strisce e sbollentate nell’acqua di cottura delle verdure, che erano i broccoletti e la zucca tagliata a cubetti.

L’ho stesa sopra la tovaglia per farla asciugare.

Ho insaporito le zucchine e la cipolla con olio extravergine d’oliva e sale.

Ho lavorato la ricotta, lo yogurt bianco greco con il sale, il parmigiano reggiano, l’emmentaler, la buccia di limone e la noce moscata. Ho aggiunto le zucchine, i broccoletti e la zucca che ho frullato per ottenere una crema mescolandola con l’acqua di cottura per renderla arancione, vi ricordo che dobbiamo avere un composto che deve essere assorbito dalla pasta in cottura.

Ho preso una pirofila, ho versato la crema di verdure e ricotta, ho steso sopra la pasta e ho fatto strati sopra strati finendo con la stessa crema.

Ho fatto cuocere a forno ventilato a 160 gradi coprendo la pirofila per i primi 10 minuti con un foglio di alluminio.

Ho scoperto la pirofila ed alzato il forno a 180 gradi facendo finire la cottura quando la superficie si presentava dorata e croccante.

Per i minuti complessivi bisogna regolarsi con il proprio forno.

L’ho serviti caldissimi, vi assicuro che sono goduriosi ed appaganti!

Buona vita, buoni Vincisgrassi eretici ❤️

La pizza di Natà 🎄

Fra le tradizioni dolci antiche, contadine e povere, una volta c’era la pizza de Natà che si dice affondare le sue radici nella tradizione medioevale. 

Nel corso della storia culinaria marchigiana si è persa però la tradizione di preparala perché nel frattempo nelle nostre tavole natalizie marchigiane e non solo, sono arrivati i dolci più sofisticati e più ricchi di ingredienti quali il burro o il cacao o il cioccolato. 

La pizza de Natà, una specie di panettone senza pretese, era fatta con tutti gli ingredienti che si raccoglievano in campagna alla fine dell’estate inizio autunno. Le noci ed i fichi simboli di fertilità e benessere legati al culto del Dio greco Dionisio, le uvette essiccate al sole nelle nostre campagne, portatrici di fortuna e benessere che solitamente si mangiavano il giorno del primo dell’anno erano gli ingredienti principali. Solo più tardi venivano aggiunti il cacao, il cioccolato, il caffè ed alcuni liquori come il mistrà. Inoltre non mancavano le bucce di agrumi, la cannella, i chiodi di garofano e le noce moscata. 

La pizza de Natà assomiglia molto a lu crustingu, quel miscuglio di frutta secca e spezie, infatti dopo aver fatto il primo impasto cioè la pasta di pane, lo si aggiunge per darle più sapore e corporsità alla preparazione. 

Nella ricetta originale c’è la frutta secca così senza essere insaporita dalla sapa come invece si fa con lu crustingu, è certamente più corta e facile la preparazione, quindi sta a voi scegliere la via che più vi aggrada. 

A noi piace così com’è venuta la pizza de Natà. 

La tradizione della cottura della pizza de casció e dóce de Pasqua, come quella de Natà vuole che si usino le pentole di rame alte e strette, quelle stesse appese nella nostra cucina che appartenevano alla nonna Margarita. 

Avendo meno tempo di sempre, quest’anno ho fatto la pizza de Natà, in versione veloce senza lievitazione. Il lievito chimico per dolci non toglie niente alla bontà del dolce. 

Quindi vi lascio la ricetta della pizza de Natà con lievitazione veloce.

Metterò quando avrò tempo anche quella con il lievito di birra, tanto è un dolce buonissimo che si può mangiare anche tutto l’anno.

Preparazione

La pizza de Natà

Lavoriamo 80 grammi di burro con 80 di zucchero, uniamo due uova, 30 grammi di olio extravergine d’oliva, 300 di latte, una tazzina di caffè, sapa a piacere, due cucchiai di cacao con 300 grammi di farina ed il lievito setacciati. Il composto deve essere morbido, consideriamo che dobbiamo aggiungere la frutta secca.

Uniamo quindi le noci, le mandorle, le nocciole, i pinoli, un goccio di Varnelli, la cannella e le scorze di arancia e di limone.

Versiamo nello stampo foderato con la carta forno e mettiamo a cuocere a 180 gradi statico per 35/ 40 minuti. Controlliamo la cottura con lo stecchino che deve uscire asciutto.

Natale è già passato, sarà festa fino al giorno dell’Epifania, possiamo fare ancora la pizza de Natà per chiudere in bellezza il periodo più bello e gioioso dell’anno!

Buona vita, buona pizza de Natà ❤️

Pizza de Natà

La pizza de Natà tagliata

Le pentole di rame dove un tempo venivano usate per la cottura delle pizze de Natà o de Pasqua sia dolce che di formaggio

LA ZUPPA ‘NDORATA

Patre Lavì ed il pranzo della festa dell’Immacolata Concezione

La zuppa ‘ndorata della festa dell’Immacolata
Concezione

Patre lavì, mingherlino, biancaticcio, quasi invisibile, si concedeva poco nella vita.
A tavola non diceva una parola, era peccato sprecare le parole per cose inutili.
Si faceva il segno della Croce prima di mangiare, poi un cenno con la mano destra per far capire alla perpetua, zoppa ed orba, che poteva portare il pasto, niente o quasi: minestre, zuppe, legumi ed un pezzetto di pecorino rinsecchito o di lardo rancido.
Povero patre Lavì! Qualche volta, la sera, negli ultimi anni si concedeva un formaggino sciolto nella minestra di brodo di ossa.
Nelle feste comandate non era molto diverso il suo cibo: per la festa dell’Immacolata Concezione usava farsi fare la zuppa ‘ ndorata: pane e pecorino grattugiati grossolanamente e un po’ di sale sbattuti con le uova, completava il piatto il brodo bollente di pezzi di gallina vecchia e ricco di “serene”, le goccioline di grasso, messo sopra.

Ieri è stata la festa della Madonna dell’Immacolata che per la chiesa cade proprio all’inizio del nuovo anno ordinario nel periodo dell’avvento.

I tempi frenetici di oggi sembrano aver fatto dimenticare che una volta per il popolo cristiano era la più importante di tutto l’anno, si faceva la vigilia stretta e digiuno.

Domani sarà festa della Madonna di Loreto, molto sentita qui nelle nostre Marche, stanotte da qualche parte si faranno li focaracci, per salutare la venuta sul colle della Santa casa di Nazaret.

Qui vi inserisco il calendario di Avvento.

🕯

𝗡𝗔𝗧𝗔̀’ 𝙘𝙖𝙡𝙚𝙣𝙙𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙙𝙞𝙜𝙞𝙩𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙫𝙫𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙩𝙧𝙖𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙥𝙤𝙥𝙤𝙡𝙖𝙧𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙈𝙖𝙧𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙂𝙞𝙤𝙫𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙂𝙞𝙣𝙤𝙗𝙞𝙡𝙞.

𝟵 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 – 𝗦𝗮𝗻 𝗦𝗶𝗿𝗼 𝗩𝗲𝘀𝗰𝗼𝘃𝗼
Li Focaracci
Avvenimento tutto e soprattutto marchigiano e infinitamente caro al cuore dei marchigiani, è la celebrazione della Traslazione della Santa Casa. La nostra gente vi ha intessuto un’aureola meraviglia di leggende.
Si accendono i «focaracci», i falò che illuminano la via da seguire per Loreto, accompagnati da spari di schioppi e petardi. Alle ore 3,15 tutte le campane, anche delle chiese di campagna, suonano a distesa.
Nelle case di campagna la polvere da sparo che avanzava dalla notte della venuta veniva conservata gelosamente per essere sparata nei giorni di temporale, in quanto si credeva potesse allontanare i fulmini, secondo l’antico principio dei simili.
Peccato che dopo l’inserimento al castello di cittadini non solo stranieri, le campane che hanno suonato per anni alle tre di notte, sono state messe a tacere. Poveri cittadini deboli di orecchi e non solo😓


Comunque noi sempre ligi alle tradizioni, mettiamo la sveglia questa notte alle tre per pregare la Salve Regina! Petriolo non dimentica la sua storia e le sue tradizioni.

Torniamo alla nostra ZUPPA ‘NDORATA raccontando come si fa!

Facciamo un buon brodo di carne mista, gallina, manzo o di cappone.

Uniamo tutti gli odori classici, sedano carote, cipolla infilzata con i chiodi di garofano, una foglia di lauro che lo renderà più profumato.

Per la zuppa ‘ndorata grattugiamo il pane che non deve essere raffermo, secco, ma ancora morbido, uniamo il pecorino, poco sale, e lavoriamo con le uova, versiamo nel brodo bollente mescolando poco, non deve essere come la stracciatella, ma molto disomogenea e rustica.

Se ci piace uniamoci i pezzetti di gallina o di manzo. Patre Lavì sarà felice di vederci gustare il suo povero piatto!

Buona vita, buona festa della Madonna di Loreto ❤️

MINESTRA DI RICOTTA A SCACCHI

Essendo una brava vecchietta, prevedo che per le prossime feste natalizie non avrò tanto tempo, né tanta pazienza, né tanta forza. Sperando di arrivarci con le mani o con i piedi, mi sto preparando qualche piatto da servire in quei giorni.

Sempre sulle tracce della mia vita passata, in una delle feste natalizie, c’era la famosa minestra a scacchi con il brodo di gallina o di cappone. La mia minestra a scacchi non era la solita con le uova, il formaggio, le spezie, ma con la ricotta, molto più saporita e più ricca. Me l’aveva insegnata la moglie del nostro medico di famiglia, che ogni anno a Natale mi faceva arrivare a casa una stella di Natale dalla sua “serva”, una donna che non riusciva mai a tenere la bocca chiusa, per lei ogni persona aveva un difetto!

La signora a Natale che doveva fare molte spese di non pochi soldi, temeva di non percepire lo stipendio del marito cosa impossibile perché in quel tempo era come un impiegato al servizio del comune, insieme alla levatrice, al veterinario, al messo comunale, al becchino, al fontaniere, all’usciere, a “lu famigliu”, cioè il responsabile dell’anagrafe. Non dipendeva certo dal sindaco avere o non avere lo stipendio.

Io ero una giovane sposa senza esperienza pur avendo la passione della cucina, andavo sempre leggendo le ricette in ogni rivista e compravo le enciclopedie a fascicoli che poi facevo rilegare a Corridonia.

La minestra a scacchi di ricotta per molto tempo l’avevo rimossa dalla mia mente, qualche anno fa mettendo a posto le mie cianfrusaglie nelle vecchie credenze, fra le pagine di un quaderno con la copertina nera, c’era un foglio scritto a penna rossa con la sua ricetta. Ogni anno da allora nelle feste natalizie e pasquali la mia minestra arriva fumante sulla mia tavola decorata per l’occasione.

Vale la pena farla, è buona, buona ed è pure elegante nella sua presentazione!

Fra poco sarà Natale, domani sarà il primo giorno di Avvento e nell’attesa facciamoci un pensierino e prepariamola magari al posto dei soliti cappelletti per i quali ci vuole molto tempo. A voi la scelta!

Buona vita, buona minestra di ricotta e soprattutto buon pranzo cammino di Avvento ❤️

Ingredienti

500 grammi di ricotta

5 uova

100 grammi di parmigiano reggiano

Sale

Noce moscata

Buccia di limone

Due cucchiai di farina

Preparazione

In una ciotola mettere le uova, la ricotta, il sale, la noce moscata, la buccia di limone, lavoriamo con le fruste unendo il parmigiano reggiano e la farina. Dobbiamo ottenere una crema omogenea.

Foderiamo una lastra con la carta forno, versiamo la crema di ricotta livellando bene la superficie. Mettiamo in forno a 180 gradi per quasi trenta minuti, regoliamoci con il nostro forno, se la superficie scurisce troppo, abbassiamo un po’ la temperatura. Una volta cotta lasciamo freddare sopra una grata e poco prima di tuffarla nel brodo bollente la tagliamo a scacchi, aspettiamo che salga in superficie mescolandola. Serviamola subito!

La minestra di ricotta nel brodo di carne

La minestra tagliata a scacchi

La minestra appena uscita dal forno

MARMELLATA DI CAKI ALLA VANIGLIA

Una buonissima crostata alla frutta secca e farina di tipo uno con germe di grano, per la prima colazione che per me è sempre dolce perché diversamente non potrei iniziare la giornata.

Scorbutica come sono, mi ci vuole un po’ di dolcezza, poca quella giusta per non pensare al domani che per la mia età lo vedo poco sicuro che ci sarà. Mi ritengo a volte tanto in là con i miei anni che non ho altro che la morte davanti.

Sono così triste a volte che trovo duro quel poco o tanto che il buon Dio ha riservato per me! Scusatemi e andiamo avanti con la condivisione della ricetta della marmellata di caki che in questo diario di una mamma c’è già da diversi anni!

La crostata fatela come vi pare, io ho usato 50 grammi di mandorle e noci frullate con lo zucchero 70 grammi non di più, ed il resto di 250 grammi di farina di tipo uno e germe di grano, ho unito 75 grammi di burro, due uova, zenzero e cannella ed un cucchiaino di lievito per dolci.

Ho lasciato riposare per una mezz’ora e steso coprendo la superficie con la marmellata di caki ed ho unito strisce di buccia di arancia sciropposa fatta ad inizio anno.

Se trovate dei buoni caki vi consiglio vivamente di arricchire la vostra dispensa con la buonissima marmellata!

Buona vita, buona marmellata di caki alla vaniglia ❤️

I miei erano dei piccoli caki che sono stati divorati dagli uccellini

MILLE FOGLIE DI CRÊPES AL FORMAGGIO CREMOSO E ZUCCHINE GRIGLIATE

È una caldissima domenica di settembre, ma sembra ancora agosto, l’afa toglie il respiro, potrei anche non cucinare nulla dato che in casa ora nessuno viene più a pranzo come di solito succedeva prima che nascessero i nipotini.

Potrei riposarmi o potrei fare un po’ di pulizia nel nostro orto giardino scapigliato del quale oramai non resta che niente. Il tempo ha messo fine agli alberi da frutta, restano gli ulivi che pure loro stanno esaurendo il loro ciclo, nell’orto solo alcune piante di pomodori e zucchine secche come foglie di tabacco.

Siamo ormai una famiglia di persone anziane, due per la precisione, i figli? Per conto loro! Ma è così per tutti! La vita finisce prima o poi.

Da qualche tempo non ho più appetito, avrò fatto la fine dell’asino, dàje oggi, dàje domani, si era abituato e morì.

Odio la carne, mi piacciono i primi cremosi ma di pasta fresca all’uovo, mi piacciono le verdure e la frutta ed i miei dolci non dolci. Uso poco zucchero e pochi grassi da sempre ed i dolci di pasticceria non mi piacciono. Mangio solo il mio pane con lievito madre che ho “creato” quasi 15 anni fa quando non andava di moda fare il pane maniacalmente.

Sono un po’ complicata in tutto, ma ormai sono alla fine, quanti giorni o quanti anni possono esserci rimasti? Chi lo sa? Il padre eterno, quindi non potendo togliermi né aggiungermi attimi di vita, mangio quello che mi va!

Un po’ di cose proibite non cambieranno niente, sono convinta che Dio ha stabilito il mio momento e nessuno può farci nulla.

Quando è ora, è ora amen!

Allora ho voglia di un piatto morbido e cremoso.

Ho le crêpes surgelate, ho tre zucchine raccolte ieri, sono le ultime, le faccio a strisce lunghe e sottili e le faccio cuocere con un filo d’olio extravergine d’oliva sul piatto crisp, volendo si possono fare sul forno normale, ma ci vuole più tempo. Io uso questo modo di cucinare perché è veloce e le verdure rimangono croccanti.

Vi finisco a racontare la ricetta più giù.

Ingredienti

Per le crêpes

250 grammi di farina 0

Tre quarti di latte più o meno

3 uova

3 cucchiai di olio extravergine d’oliva

Sale

Per il ripieno

400 grammi di robiola o Filadelfia

Tre zucchine che faremo grigliate

Erbe aromatiche

Timo, erba cipollina, maggiorana, basilico, erba cedrina

Latte quanto ne basta per rendere cremosa la crema di formaggio e zucchine

Preparazione

Mescoliamo alla farina le uova il sale, il latte a temperatura ambiente, l’olio. Frulliamo con le fruste per amalgamare bene. La pastella deve essere abbastanza fluida, regoliamoci.

Lasciamo riposare in frigo per un po’ di tempo.

Facciamo le crêpes o nella crepiera, io ce l’ho da quarant’anni, oppure in un padellino, facciamole sottili.

Mescoliamo il formaggio scelto, uniamo le zucchine grigliate a listarelle, poco sale ed il latte quanto ce ne vuole per ottenere una crema abbastanza liquida ed uniamo le erbe aromatiche.

Prendiamo una pirofila, mettiamo sopra un po’ della crema di formaggio e zucchine, cominciamo a fare gli strati alternando crema e crêpes. Finiamo con la crema e fiocchetti di burro.

Mettiamone forno a 180 gradi per quasi mezz’ora. La superficie deve risultare dorata.

Serviamo le mille foglie calde.

È un piatto completo e molto sostanzioso! Per me è eccezionale!

Io me le sono pappate nel silenzio assoluto da sola. L’altro bacucco era impegnato a scorrere il maledetto cellulare. Ad una certa età, si diventa maniaci senza capirci una mazza.

Buona vita, buon crêpes di formaggio e zucchine alle erbe aromatiche ❤️

Le crêpes appena uscite dal forno
Le crêpes prima di essere cotte

CHEESECAKE DI RICOTTA E PESCHE AL FORNO

Era il suo compleanno, niente festa per motivi familiari, la famiglia sparsa non più unita per diversi motivi. Le nascite, i problemi che portano, un figlio non lo puoi scarrozzare su e giù, la tavola per due aspettando che prima o poi ritorni ad essere completa.

La torta??? Devo dire la verità, non ho più voglia di stare in cucina, brutto segno perché significa che non ho più l’età per la fantasia e la fatica si fa sopra.

Avevo la ricotta in scadenza, leggo di qua e di là, non mi attira nessuna ricetta. O è troppa elaborata, o è scialba, scialba.

Vado a leggere qui sul mio stupido blog diario di casa. C’è una cheesecake fatta con la ricotta ed il pandoro. La leggo, mi va bene, cambio qualche ingrediente e voila, la preparo.

Sorpresa? No, lo so che è il tipo di dolce che mi piace, non è elaborato ed eccolo qua!

Si fa con ogni tipo di frutta, con ogni tipo di formaggio spalmabile.

Ve lo racconto e poi se leggete lo leggete, mica mi metterò a piangere!

Ciao e a presto!

Ingredienti

Per il fondo

200 grammi di biscotti digestive

100 /120 gr di burro

Uno quadretto di cioccolato fondente

Per la farcia

450 grammi di ricotta

3 uova intere

Un albume

100 grammi di zucchero

Buccia di limone

100 grammi di yogurt greco bianco

3 pesche tagliate a pezzi con un cucchiaio di zucchero e succo di limone

50 grammi di farina 00

Preparazione

Frulliamo i biscotti con il cioccolato fondente tagliato a pezzetti, uniamo il burro fuso. Stendiamo sul fondo di uno stampo foderato di carta forno, con un cucchiaio livelliamo la superficie e mettiamo a riposare in frigo per un’ora.

Lavoriamo la ricotta con lo zucchero, la buccia di limone, uniamo le uova, lo yogurt greco e la farina. Mescoliamo per bene unendo le pesche tagliate a pezzetti.

Riprendiamo lo stampo, versiamoci la crema con le pesche, lisciamo la superficie e mettiamo in forno statico a 170 gradi per quasi un’ora. Regoliamoci con il nostro forno, se si scurisce copriamo con un foglio di alluminio.

A cottura ultimata la torta deve presentarsi dorata ed asciutta. Facciamo la prova dello stecchino che deve uscire asciutto.

Sforniamo il dolce, quando è freddo mettiamolo in frigo fino al momento di servirlo.

Decoriamo con fiori ed menta o con quello che vi pare!

Buona vita, buon compleanno al capo di casa!

Fuori e lavanda

GNUDI DI CARNE E ZUCCHINE CON SALSA DI ASPARAGI

Gli gnudi generalmente sono fatti di ricotta e verdure, spinaci, bietole, o quello che più ci piace. Non mi sembra però che esista una ricetta di gnudi di carne, io non l’ho trovata, forse mi sbaglio.

Comunque sia io l’ho fatti domenica per pranzo.

Non avevo voglia di impastare come ogni festa o domenica, non avevo neanche voglia di fare il sugo, praticamente non mi andava di stare molto in cucina, succede anche a me ora che sono impegnata a fare la nonna di SARA FUTURA una bimba stupenda di quattordici mesi che amo da morire.

Venivano a pranzo Riccardo e Jo anche lei in procinto di diventare mamma, quindi per me nonna di due bimbi. Il sesso non lo sanno e quindi sarà una sorpresa.

Che fare per primo?

Gli gnudi di carne e come l’ho fatti? Ve li racconto!

Ho preso la carne macinata, 300 grammi, l’ho condita con sale, noce moscata, uova di galline felici, uno intero e due albumi, parmigiano reggiano e pecorino grattugiato.

Ho frullato tre zucchine con il sale, le ho strizzate nel tovagliolo per farle perdere tutta l’acqua di vegetazione che non ho buttato perché mi serviva per la salsa di asparagi.

Ho lavorato la carne e le zucchine insieme unendo una manciata di farina per dar un po’ di consistenza in cottura.

Nel frattempo ho tagliato a pezzi un mazzetto di asparagi che ho fatto cuocere con la cipolla in un filo d’acqua a microonde, bastano pochi minuti.

Ho frullato gli asparagi con l’acqua delle zucchine che avevo lasciato da parte, ho unito il sale, il parmigiano reggiano, l’olio extravergine di oliva per farne una salsa.

Nell’acqua salata che bolliva ho calato sei o sette gnudi alla volta che ho formato aiutandomi con due cucchiai, l’impasto deve essere morbido, ed ho fatto cuocere per alcuni minuti, li ho scolati e sistemati nella pirofila con sotto pezzetti di burro, ed infine l’ho coperti con la salsa e fiocchetti di burro. Li ho infornati a 160 gradi ventilato fino a gratinare.

Li ho portati in tavola caldissimi.!

Gli gnudi di carne e zucchine rimangono morbidi morbidi, non c’è bisogno di mettere tanta farina!

Nell’attesa della nascita, pregando e giocando con SARA FUTURA, vi auguro una buona vita e buoni gnudi di carne e zucchine!

A presto!

Le mie sono tutte ricette personali ed inventate sul momento, sono fatta così, non mi è mai piaciuto fare progetti o programmi. La vita che mi sarà donata, poca o tanta la vivo minuto per minuto, il resto è la mia famiglia!

Gnudi di carne e zucchine

FONDANT DI RICOTTA E CIOCCOLATO FONDENTE AROMATIZZATO ALL’ARANCIA

La ricotta nel mio frigo non deve mancare mai, mi piace molto e la uso per fare molti piatti sia dolci che salati, ma secondo me, c’è un problema, non è più quella di una volta.

Come descrivere la bontà di una ricotta antica che porto nel cuore? Non credo sia possibile, forse perché ritengo le cose di prima uniche e ineguagliabili, l’industria alimentare pare che sforni tutto uguale e per mancanza di tempo cuciniamo senza ricercare i sapori di una volta.

La ricotta di oggi non è certamente come quella del pastore “Righetto”, dell’abbadia di Fiastra. Quando veniva a trovarci non mancava mai di portarcela in regalo, lui geloso delle sue pecorelle, ci obbligava a spargere il sale sopra i piatti dov’era stata prima la ricottina calda calda……il sale lo leccavano le sue pecorelle e guai a non fare questo gesto!!! Poteva andare a male la sua ricotta!

Righetto arrivava con il prezioso regalo costudito gelosamente dentro un fagotto fatto da un fazzoletto di cotone a scacchi blu e bianco, che custodiva due bianchi piatti, uno fondo dov’era la ricotta e l’altro piano che la ricopriva. Il fazzoletto era legato strettamente con un nodo fatto con i suoi quattro angoli. Questo tipo di contenitore era la borsa della spesa di tante massaie, che la usavano per ogni tipo di genere da acquistare sia al mercato settimanale che nelle botteghe del paese.

Una cosa curiosa, lo stesso fazzoletto serviva da contenitore di piatti e suppellettili vari, quando i reduci ed amici dei combattenti delle due guerre si riunivano per ricordare e consumare ogni quattro novembre un pranzo collettivo.

Dimentichiamoci il tempo che fu e raccontiamo la preziosa ricetta di oggi.

Questo meraviglioso dolce che vado a descrivere è una creazione di una gentile blogger che seguo con passione su Instagram, si chiama Alessandra Giambertone detta Chicca cioè @chicckitchen. Mi sono permessa di scriverle per avere la sua ricetta che gentilmente mi ha donato raccomandandomi di non divulgarla troppo.

Posso scriverla qui che tanto non ci sono tante visite nel mio piccolo blog (diario di una mamma per la sua famiglia), chi volete che segua una anonima nonna appassionata di cucina?

Copio ed incollo così come mi è stata data la ricetta.

Fondant Ricotta & Cioccolato aromatizzato all’arancia Chicckitchen

500 g Ricotta cremosa

80g Zucchero

50 g Maizena

150g Cioccolato Fondente al 72%

1 Uovo di gallina felice

1 Arancia non trattata ( scorza)

Scorzette candite di Arancia a sentimento

Bacca di Vaniglia

Tutto in una Ciotola

Cominciando con la ricotta, poi l’uovo e la Maizena amalgamando bene

A parte grattugiare la scorza d’arancia e unirla allo zucchero lavorandolo per ottenere una sabbia aromatizzata e unirla poi al composto

Tritare finemente le scorzette candite a coltello e aggiungerle

Aprire la bacca di Vaniglia e unire al composto il contenuto

Unire anche il cioccolato dopo averlo tritato grossolanamente e amalgamare

Foderare uno stampo 20x 20 o una tortiera rotonda con carta forno o imburrandolo generosamente e versare il composto lisciando la superficie con una spatola

Infornare a forno caldo e ventilato a 180’ per 35-40 min circa, fare la prova stecchino e se necessario prolungare la cottura di qualche minuto ( ogni ricotta è diversa e diverso è il suo grado di umidità)

Sfornare e lasciar intiepidire in modo che si compatti e poi tagliare a quadrotti e servire spolverando con abbondante zucchero a velo.

Chicckitchen

❣️

Per il mio dolce ho trovato la ricotta che era poco cremosa, quindi ho aggiunto il succo di un’arancia. Bisogna regolarsi in base al tipo che si compra.

Se a Pasqua avanzeranno le uova di cioccolato fondente, questa è l’occasione per farci questo dolce.

Buona vita, buon fondant Ricotta & Cioccolato aromatizzato all’arancia ❤️

CACIÙ DE PECORÌ

Dolce tradizionale pasquale delle Marche

Manca poco alla s. Pasqua, i preparativi fervono, le massaie di una volta ci tenevano a rimettere in ordine le case, imbiancandole, lavando tende e biancheria per sentire l’odore di fresco e pulito. Inoltre la settimana che precedeva la settimana santa, si dava inizio alle svariate preparazioni culinarie sia dolci, che salate da portare in tavola il giorno della festa di Pasqua.

Da noi marchigiani si usa ancora fare “li caciù de pecorì” un calcione tipico dolce e salato e fresco per il ripieno fatto con il pecorino fresco, lo zucchero, il limone e la vaniglia. Si mangia a colazione, a fine pasto e a merenda accompagnato da un vino liquoroso come il nostro vino cotto di Loro Piceno.

Buona vita, buona santa Pasqua ❤️

Qui trovate la ricetta